InfoAut
Immagine di copertina per il post

“CASE IN RIVOLTA” – Bollettino delle lotte abitative

Pubblichiamo di seguito il terzo numero del bollettino delle lotte abitative “Case in Rivolta” che lancia la settimana di mobilitazione collettiva diffusa a livello nazionale durante la settimana del 20-26 maggio 2024.
A ormai 10 anni di distanza dall’approvazione del Piano Casa, occorre rimettere al centro del dibattito pubblico la questione abitativa, costruendo momenti di ricomposizione che siano in grado di rafforzare le lotte che portiamo avanti nel quotidiano e abbiano come prospettiva il loro rilancio a tutti i livelli.

La fase economica, sociale e politica che stiamo vivendo racchiude in sé tutte le contraddizioni che il sistema capitalistico porta in seno. La crisi del sistema economico occidentale si è aggravata con l’ennesima escalation militare sponsorizzata dalla NATO e dai governi del blocco “occidentale”, prima in Ucraina e oggi anche in Medioriente, dove si sta quotidianamente consumando il genocidio ai danni del popolo palestinese. Sotto i colpi del carovita in questi anni abbiamo assistito ad un impoverimento costante della popolazione. Al contempo, in ogni angolo del Paese si sono attivati processi di gentrificazione e turistificazione che vedono l’aumento esponenziale di affitti e mutui, con il conseguente allontanamento dei ceti popolari dai loro quartieri di origine, spinti dalla violenza centrifuga del capitale verso la periferia delle periferie. La protesta dell’autunno scorso da parte degl3 student3 in tenda davanti alle facoltà universitarie di tutta Italia ha contribuito a rendere evidente una volta di più quello che i comitati di lotta per il diritto all’abitare stanno denunciando da decenni. La mano libera del mercato sulla questione abitativa ha reso di fatto strutturale ed estesa a fasce sociali e generazionali sempre più ampie la crisi abitativa che ormai sempre più impropriamente viene definita “emergenza”.

L’aumento a livello nazionale degli sfratti di circa il 200 percento rispetto al 2021, il costante aumento degli sfratti per finita locazione causata dalla continua sottrazione di alloggi a chi abita le città per destinarli ai turisti, l’aumento dei prezzi indipendentemente dalla domanda, l’attenzione ossessiva alle grandi opere (spesso invise ai territori) anziché alle esigenze quotidiane (dalla manutenzione del patrimonio residenziale al trasporto pubblico) sono tutte conseguenze perverse dei processi di profitto e di mercificazione della casa, che mietono ogni giorno nuove vittime.

D’altro canto è impossibile trovare risposte adeguate a questi problemi nella compatibilità con politiche neoliberiste che tagliano sempre più con l’accetta qualsiasi strumento di welfare (dal contributo affitti al Reddito di Cittadinanza), che privatizzano e finanziarizzano con sempre più irruenza beni e asset pubblici (come dimostrano plasticamente i casi del servizio sanitario nazionale, delle case popolari e dal patrimonio pubblico in generale), e che traggono profitto dalla gestione delle emergenze e dalla devastazione bellica.

A fronte di un quadro così desolante, una parte di popolazione colpita dalla crisi economico-finanziaria ha trovato nelle pratiche collettive dei movimenti per il diritto alla casa un’alternativa concreta all’isolamento e alla guerra tra poveri su cui soffiano i partiti razzisti e xenofobi.

L’ascolto e l’organizzazione tramite gli sportelli, la rivendicazione della pratica delle occupazioni delle case sfitte e degli edifici vuoti e inutilizzati dalla rendita, la battaglia per l’assegnazione delle case popolari così come il blocco di sfratti, sgomberi e pignoramenti tramite picchetti, presidi e cortei sono da sempre il baricentro dei movimenti per il diritto all’abitare in tutti i territori. Affermare la centralità dei bisogni sociali significa dunque indicare una prospettiva di trasformazione fondata sull’uguaglianza e non sull’incremento delle disparità e della precarietà abitativa.

È proprio per far fronte a queste pratiche e prospettive di riscatto sociale che tutti i governi negli ultimi anni hanno costantemente inasprito meccanismi di repressione e deterrenza contro le lotte: dal piano casa del governo Renzi-Lupi del 2014, ai decreti sicurezza del 2018, all’attuale governo Meloni che punta a inasprire all’inverosimile le pene per chi occupa e ad eseguire da Nord a Sud sgomberi-lampo ad ogni tentativo di occupazione collettiva di immobili a scopo sociale o abitativo.

Ancora, il recente uso della precettazione per impedire gli scioperi, la preclusione delle piazze ai cortei in solidarietà col popolo palestinese, i processi nelle scuole agli studenti che hanno occupato. Elencare tutti i provvedimenti legislativi (oltre che giudiziari nei confronti di decine di compagn3 con l’applicazione a tappeto del reato di associazione a delinquere) espressi contro i movimenti di lotta (per la casa ma non solo) è davvero cosa lunga e forse anche secondaria, se non se ne riesce a coglierne il disegno complessivo e soprattutto a trovare un terreno comune su cui batterli.

Sul fronte abitativo, queste risposte repressive sono l’altra faccia della medaglia rispetto al totale disinvestimento di questo governo in materia di politiche abitative (zero euro stanziato da qui alla fine del 2026, 100 milioni per il biennio 2027-8) e del fatto che il Ministro delle Infrastrutture Salvini sta discutendo il Piano Casa solo ed esclusivamente con gli attori della rendita e del settore immobiliare per preparare il terreno ad ulteriori privatizzazioni, deregolamentazioni del mercato e condoni!

Senza quindi sottovalutare la portata repressiva dei provvedimenti che vengono agiti contro le lotte, è necessario capirne la ratio per opporsi in modo efficace e contundente alla generale intimidazione preventiva delle lotte sociali che viene portata avanti con l’intento di frenarle o, ancor peggio, far cadere i movimenti nella trappola “dell’impossibilità” di organizzarsi e agire.

Ciò in ultima istanza ci riporta alla questione delle pratiche e della necessità di un’articolazione nazionale che possa appoggiare e dare forza a momenti di azione diretta e riappropriazione dal basso. Questi i temi sui quali si è confrontati nella giornata del 2 marzo 2024 a Milano, con l’obiettivo di trovare un terreno comune per il rilancio delle lotte sociali, a partire dal quella per la casa.

Senza casa non c’è infatti diritto alla salute, all’istruzione e tantomeno accesso a reddito e lavoro dignitosi. Mettere al centro i bisogni reali delle persone significa opporsi alla devastazione dei territori, alle grandi opere inutili come il TAV in Val di Susa, il ponte sullo Stretto, le Olimpiadi Milano-Cortina in Lombardia e Veneto, ai grandi eventi come il prossimo Giubileo a Roma che portano solo rendita e profitti per poch3 ed espulsione per molt3.

Significa prendersi cura dei quartieri, dei paesi, delle città in cui viviamo, opponendoci alla svendita del patrimonio pubblico, agli sgomberi degli spazi sociali e alle espulsioni determinate dalla gentrificazione e dalla ossessione per le grandi opere e i grandi eventi. Significa smettere di investire soldi pubblici per foraggiare l’escalation bellica. Al contrario, significa investire in politiche pubbliche di welfare e in diritti sociali. Da strappare dal basso, a spinta.

È dentro questo orizzonte politico che abbiamo individuato, come movimenti di lotta per il diritto all’abitare, un momento di mobilitazione collettiva diffusa a livello nazionale durante la settimana del 20 -26 maggio 2024.

A ormai 10 anni di distanza dall’approvazione del Piano Casa, occorre rimettere al centro del dibattito pubblico la questione abitativa, costruendo momenti di ricomposizione che siano in grado di rafforzare le lotte che portiamo avanti nel quotidiano e abbiano come prospettiva il loro rilancio a tutti i livelli.

Uniti si vince!

Qui è leggibile l’intero bollettino.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi transitiTag correlati:

articolo 5casacasa per tuttiemergenza abitativalotta abitarelotta casapiano casa

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Libertà per Tarek,Anan, Ali e Mansour. Libertà per il popolo palestinese

Riceviamo e pubblichiamo da compagne e compagni di Roma questo appello in solidarietà a Tarek Dridi, Anan, Alì e Mansour. Mercoledì 21 si invitano tutt a partecpare al presidio in solidarietà al tribunale a L’Aqula per il procecesso di Anan, Alì e Mansour, mentre giovedì 22 al faro del gianicolo si porterà solidarietà a Tarek […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Stop Riarmo: assemblea pubblica a Torino

Riprendiamo l’indizione dell’assemblea pubblica e segnaliamo il percorso di Stop Riarmo che si sta sviluppando a Torino.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

In ricordo di Sara Marzolino

La redazione di Infoaut si unisce al Movimento No Tav nel ricordo di Sara, giovane compagna reggiana che ci ha lasciati ieri.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

La città cantiere e il mito delle grandi opere: una chiamata dallo Stretto a intrecciare voci, resistenze, immaginari

Ci sono progetti che non si misurano solo in chilometri di cemento, in tonnellate d’acciaio e in cavilli ingegneristici. Progetti che dall’alto piombano sulla vita delle persone imponendo devastazione, macerie e profitto per pochi.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

La sanità tra finanziarizzazione ed economia di guerra

È un anno, il 2025, caratterizzato dalla Terza guerra mondiale, che rischia di ampliarsi e deflagrare oltre quei “pezzetti”, che percepì e segnalò per primo, solo pochi anni fa, Papa Francesco e dalla svolta protezionistica dei dazi innescata dal presidente USA Trump, un passaggio epocale, paragonabile, per portata storica, agli accordi di Bretton Woods, alla […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Blackout in Spagna: un segnale inascoltato

Cercando i fatti Giorgio Ferrari ci guida tra speculazioni, bugie e contraddizioni.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

In cinquemila nello spezzone sociale del primo maggio 2025: l’unica opposizione credibile alla guerra

Lo spezzone sociale del primo maggio 2025 incarna l’unica alternativa reale allo scenario di guerra che sta venendo costruito scientificamente per imporre il ricatto della precarietà e un impoverimento progressivo in tutte le sfere della vita con l’obiettivo della disponibilità alla guerra.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Se si muore di sanità in Calabria

La sanità in Calabria è in condizioni disastrose.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Stop al riarmo, contro il Partito della Guerra. Organizziamoci verso e oltre il primo maggio

Le parole d’ordine uscite dall’assemblea per la costruzione dello spezzone del primo maggio torinese parlano chiaro: organizzarsi per stoppare il riarmo generale, contrastare il partito della guerra

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Le lotte non fanno un passo indietro: nuova occupazione a Milano della rete CI SIAMO di viale Sarca

I fattiIl 19 settembre un incendio divampa nello stabile situato in via Fracastoro 8, dove vivevano 70 migranti della rete Ci siamo, già sottoposti a molteplici sgomberi senza che le istituzioni milanesi fossero in grado di trovare soluzioni abitative per le famiglie e i lavoratori/lavoratrici che da tempo si confrontavano con le difficoltà di trovare […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Torino: eseguito sfratto a sorpresa in tempi record!

da Prendocasa Torino Questa mattina, mentre con Mimmo e la sua famiglia resistevamo allo sfratto, ottenendo un rinvio al 7 marzo, l’ufficiale giudiziario si è presentato con la celere a casa di Mohamed e della sua famiglia in via Monginevro 68. Mohamed era sotto sfratto dopo essere stato truffato dalla sua proprietaria di casa che, […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

La casa è un bisogno. Basta guerre, lusso e capitalismo

Sull’onda della mobilitazione nazionale dell’ottobre scorso i movimenti di lotta per il diritto all’abitare tornano in piazza.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Italia: più debiti, meno case

I tassi medi praticati dalle banche, secondo un’indagine dellaFederazione Autonoma Bancari Italiani-FABI, sono più cari per le famiglie italiane che vivono in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Puglia (4,18%) e per quelle che risiedono in Sardegna e Sicilia (4,23%) rispetto alla media nazionale del 4,1%.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Emergenza abitativa: occupata la Regione Lazio, sgombero della polizia

Le uniche sortite fatte su questo tema da chi governa la Regione sono state infatti l’appoggio (ribadito anche oggi) alla spettacolarizzazione degli sgomberi nelle case popolari, e l’intenzione di criminalizzare ulteriormente chi vive in immobili e alloggi occupati per necessità, precludendo per legge l’accesso al welfare regionale e a tutte quelle misure che quantomeno mitigano quella stessa povertà per la quale si è intrapresa questa scelta.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Cosa ci dicono le banlieue…

Quello che sta succedendo in Francia rende più esplicito il ruolo dello Stato e del suo apparato militare all’interno degli agglomerati urbani. Utilizziamo questi giorni di fuoco francesi e le analisi di chi li osserva da un punto di vista critico per andare più in profondità su alcune questioni.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Negli USA le assicurazioni rifiutano le polizze sulla casa a chi si trova in aree esposte alla crisi climatica

Quanto sta succedendo in California, Florida e Louisiana ci pone delle domande anche alle nostre latitudini. A quale costo lo stato neoliberale ed il capitalismo sono disposti a ricostruire in luoghi in cui gli eventi estremi si fanno particolarmente intensi e cronicizzati? Il battage politico di questi giorni sull’Emilia Romagna sembra darci un’indicazione chiara e preoccupante…

Immagine di copertina per il post
Bisogni

La proprietà privata come modello di espulsione in campagna o in città

Abbiamo tradotto questo interessante articolo sulla sacralizzazione della proprietà privata per quanto riguarda l’abitare e i territori. L’articolo fa riferimento alla situazione argentina, ma si possono trovare molti punti in comune con il modo in cui questo paradigma viene applicato anche in Europa. Buona lettura!