Modena: prove tecniche di trattativa
La discussione è stata subito caratterizzata da toni accesi, in particolare sul punto di osservazione del problema; la narrazione con cui la controparte istituzionale ha articolato i primi punti rispecchia completamente la volontà di non voler ammettere la problematica sociale generalizzata legata all’emergenza abitativa, trincerandosi dietro alla ‘specificità individuale’.
Impossibilità di dialogo legata alla preclusione di fronte ad ogni forma solidaristica in grado di negare la triste e ben nota riproduzione capitalista; le istituzioni avrebbero troppo da perdere da una gestione più ‘sociale’ del tessuto socio-economico e produttivo. Questo spiega anche le motivazioni per cui, a fronte di una proposta dignitosa, realizzabile e concreta di un progetto di housing sociale “dal basso”, la risposta è stata assolutamente negativa.
La presenza di due persone interne al progetto di lotta, abitanti delle due occupazioni, ha permesso di mettere sul tavolo quali siano le prospettive per chi, pur seguito dai servizi sociali, si trova di fronte a un muro di impossibilità di dialogo e di conseguente invisibilità. Curiosa l’assertività di chi in primis dovrebbe occuparsi di sociale, che ha mostrato una morbosa preoccupazione per la fascia sociale più debole, quella dei bambini. Preoccupazione che emerge esclusivamente nel momento in cui vi è la determinazione degli oppressi nel riscattarsi riappropriandosi della propria dignità.
Uno spiraglio sicuramente innovativo e trasformante rispetto alle consuetudinali pratiche assistenziali è stato aperto dalla volontà ferrea della comunità di affrontare un momento di dialogo collettivo con i servizi; gli occupanti vogliono affrontare e contrastare quella frammentazione che rimane punto di forza della controparte, sempre più spietata nel devastare ulteriormente quel poco di welfare rimasto.
La comunità meticcia che si trova quotidianamente ad affrontare i rischi e i pericoli legati ad un eventuale sgombero delle occupazioni ha risposto con il programma: ‘Mai più senza casa’, consapevole della necessità di declinare la lotta per la casa in quei termini e in quei contesti che permettano il coinvolgimento di uno strato sociale sempre più ampio e solidale.
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