No al #Giubileo della paura, dei divieti e della guerra ai poveri! Lettera dei movimenti alla città di sotto
Altri dovranno vivere questo Giubileo difendendo l’abitazione e la dignità riaffermata occupando un palazzo in disuso: un tetto sulla testa certo, ma anche la possibilità di ricostruire i fili e le relazioni di una umanità solidale, attiva, meticcia, alternativa all’individualismo e all’egoismo dominante. Altri ancora dovranno fare i conti con una salute che, a causa dei costi, diventa per molti inaccessibile escludendo numerose famiglie dalle necessarie cure; oppure con la perdita del posto di lavoro; con un lavoro sempre più intermittente, sottopagato, precario che trasforma la vita in un percorso ad ostacoli per arrivare alla fine del mese; con bollette sempre più salate, che se non pagate provocano distacchi dell’energia elettrica, del gas, e persino dell’acqua; con momenti drammatici legati alla morsa di Equitalia che stringe sempre più persone, provocando pignoramenti, distruggendo in un attimo ciò che magari è stato costruito con una vita di sacrifici.
Di fronte a tutto questo, l’atteggiamento delle istituzioni – Governo in testa – tende ad intervenire negando sempre più cittadinanza e spazio ai poveri, nascondendo la polvere sotto il tappeto, impedendo il legittimo diritto a scioperare, militarizzando la città, sostituendo di sana pianta l’ordine pubblico alle indispensabili risposte ai bisogni di milioni di persone. Sempre più manganelli, idranti, misure di controllo arrivano addosso a chi chiede diritti, a chi manifesta e lotta per un’esistenza degna per se e per i propri figli e non potrà smettere di farlo perché in gioco c’è la vita stessa. Persone e bambini, a cui il governo, attraverso l’art. 5 dell’assurda legge Lupi sulla casa, nega la residenza e con essa le utenze, le cure, l’accesso alla scuola e all’istruzione, il rinnovo del permesso di soggiorno o il riconoscimento dello status di rifugiato, e persino il diritto all’infanzia ad una parte grande di questa nostra complicata e meravigliosa città, sempre più invisibile agli occhi dei potenti. Potenti e governanti che preferiscono segregare anziché includere, intimidire e reprimere anziché fare i conti con i profondi squilibri e le drammatiche disuguaglianze generate da scelte politiche sbagliate, da privilegi, corruttele e ruberie che i poveri, gli ultimi, stanno pesantemente pagando, ma di cui non sono certo responsabili.
Ci chiediamo quindi, che Giubileo sarà quello che sta per iniziare: perché tutto sembra confermare che sarà soltanto il Giubileo dei grandi affari, degli albergatori e dei ristoratori, con un immenso patrimonio della stessa curia destinato a soddisfare i terreni e veniali interessi di pochi. Un Giubileo che diviene occasione in cui mettere nella vetrina del mondo, ad ogni costo, una città ordinata ed efficiente, priva di contraddizioni, una città che non c’è. Una opportunità che la politica sta cogliendo per regolare le proprie beghe e soprattutto per fare i conti chi non si rassegna ad un destino di povertà e subalternità, imponendo alla città di sotto ogni giorno più sofferente ed insofferente, un silenzio forzoso e coatto, reprimendo ogni voce dissonante. Esiste una distanza abissale, infatti, fra i termini che vengono utilizzati nel promuovere questo Giubileo e le scelte di governo che vengono concretamente effettuate, fra le parole e i fatti. Di fronte a tutto questo, in assenza di politiche sociali e per il diritto all’abitare, di qualsiasi forma di redistribuzione della ricchezza degna di questo nome, abbiamo deciso di scrivere questa lettera alla città di sotto, annunciando che diffonderemo questo messaggio in ogni luogo della città ed in ogni occasione utile, portando avanti azioni di disturbo visibili ed eclatanti. Del resto non si può permettere che il Giubileo diventi l’ennesimo “grande evento” a beneficio di pochi né che il malcontento crescente venga indirizzato per becere speculazioni elettorali contro migranti, rom e rifugiati.
Non è possibile ridurre al silenzio chi lotta per la vita stessa, per la dignità e contro l’ingiustizia.
#stopsfrattiesgomberi #noart5 #primaipoveri
Movimenti per il diritto all’abitare
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