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Nuova giornata di lotta a Piacenza . L’Ikea è bloccata !

Dopo più di un mese dalla ripresa dei blocchi e degli scioperi all’ Ikea di Piacenza, contro i licenziamenti politici atti a tenere fuori alcuni dei facchini che presero parte ai primi scioperi, oggi i lavoratori sono tornati davanti ai cancelli per una nuova giornata di blocco totale dei magazzini del gigante svedese.

Già dalle 5 di questa mattina gli operai dell’ Ikea si sono radunati al di fuori dei cancelli, iniziando a bloccare ogni eventuale e possibile ingresso da cui camion e crumiri avessero potuto entrare e far riprendere la produzione dello stabilimento. Momenti di tensione si sono verificati quando un folto gruppo di crumiri scortati dalle forze dell’ordine si sono indirizzati per entrare all’interno dello stabilimento. Dopo qualche ora, verso le 7.00 del mattino iniziano ad arrivare anche i primi gruppi in solidarietà alla lotta dell’ Ikea, con la presenza di lavoratori dei magazzini vicini, che negli anni di lotte presenti sul territorio della logistica hanno costruito legami e reciprocità virtuose di lotta e partecipazione ai picchetti. Intanto, dalle città vicine, rispettivamente Bologna e Milano, iniziano anche ad arrivare i primi pulman carichi di facchini e solidali che riconoscono la stessa situazione di lotta per la  dignità contro lo sfruttamento di cooperative e committenti, che anche sulla loro pelle hanno provato le condizioni di sofferenza dei colleghi piacentini e contro le quali  hanno alzato la testa. In centinaia si sono ritrovati quindi a bloccare completamente i cancelli dello sfruttamento, che in poche ore iniziano a far sentire la propria determinazione e la propria rabbia nei confronti della controparte e delle forze dell’ordine, nonostante i nuovi tentativi, falliti, da parte di polizia e dirigenza di far entrare i crumiri che si spostavano vanamente da un lato all’altro dello stabilimento per riprendere a lavorare.

Alle 9 e 20 circa, l’Ikea comunica che il magazzino secondario chiude i battenti fino alla settimana prossima, e al grido di “sciopero sciopero” si vedono camion e crumiri fare retromarcia. Un obbiettivo non semplice da ottenere, che però non lascia i lavoratori e i solidali nella tranquillità, consci delle manovre infami e dei tatticismi che la direzione dello stabilimento potrebbe usare per far calare la tensione e l’attenzione verso il picchetto. La situazione però viene comunque utilizzata intelligentemente dai facchini come un ulteriore momento di presidio e lotta per dimostrare ad Ikea che la determinazione c’è, e che non sarà sicuramente la chiusura dei cancelli a mandare gli operai al riposo nelle rispettive case. Nel frattempo la produzione rimane bloccata nel magazzino centrale, in cui si concentrano la maggior parte degli scioperanti. Vari sono i camion che rimangono bloccati e che rimangono sulla strada, tenuti sotto scacco dai facchini per tutta la mattinata. Verso le 13.00 il blocco continua e si blocca anche il nuovo turno di lavoro nel magazzino principale. Poco dopo, invece i facchini e i solidali che hanno preso parte a questa ennesima giornata di lotta si radunano in una assemblea che tira le somme della giornata: una mattinata sicuramente produttiva dal punto di vista delle lotte, e perdente dal lato del padrone Ikea e della cooperativa S.Martino, che anche oggi incassano migliaia di euro di  danni alla produzione. Il picchetto si scioglie dopo l’assemblea rilanciando con nuove giornate di lotta, finchè il rispetto delle condizioni contrattuali dei lavoratori non verranno ristabilite e non ci saranno le riassunzioni all’interno dei posti di lavoro.

Come dicono i facchini al termine di ogni sciopero “Torneremo, torneremo, torneremo!”

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