Pavia, contestato Maroni. No alla legge regionale sulla casa
Uno schieramento di polizia ha protetto il leghista, entrato nella sala dell’Annunciata da un ingresso secondario, impedendo alle famiglie sotto sfratto di accedere al palazzo. Ciononostante, slogan e interventi contro la distruzione dell’edilizia pubblica si sono succeduti per oltre tre ore e Maroni è stato costretto a interrompere più volte il suo discorso, sovrastato dai cori provenienti dall’esterno.
La proposta di legge verrà discussa nelle prossime settimane in consiglio regionale al Pirellone, pertanto continueremo a mettere il fiato sul collo, ovunque si renderà necessario, a Maroni e alla sua giunta, fino al ritiro del progetto.
NO ALLA LEGGE MARONI SULLA CASA!
Con la scusa del buco di bilancio dell’ALER, causato da corruzione, malaffare, stipendi da nababbi a manager e politici, fallimentari investimenti nella Libia di Gheddafi, appalti per lavori non eseguiti o eseguiti male, la Giunta Regionale della Lombardia sta approvando una nuova legge sulle case popolari.
Con la legge voluta da Maroni, solo una parte delle case popolari dell’ALER saranno destinate ai cittadini bisognosi e impossibilitati ad affittare una casa a prezzo di mercato. Il resto del patrimonio sarà venduto oppure verrà diviso tra ALER e cooperative e da questi affittato allo stesso prezzo dei privati e dei palazzinari. Questo significa che non tutti potranno avere le case popolari a canone sociale. Le case non verranno più assegnate in base al bisogno, ma anche in base alla necessità di ALER e cooperative di fare guadagni sulle case popolari.
Inoltre, per avere una casa popolare, i più poveri avranno bisogno di garanti come comuni, parrocchie, ecc che paghino parte del loro affitto, fatto preoccupante visti i pochi fondi che i comuni dicono di avere e la cattiva gestione della questione abitativa da parte dei comuni. Le graduatorie saranno discriminatorie, in base alla tipologia di nucleo familiare (giovani, anziani, single, coppie, immigrati, ecc). Oltretutto le assegnazioni saranno a tempo, rinnovabili in base al reddito. Le fasce di reddito passeranno da 4 a 3 quindi gli affitti aumenteranno. I subentri tra genitori e figli saranno resi impossibili.
Maroni e la sua giunta sono sempre pronti a parlare di famiglia, come con l’organizzazione del family day, ma poi attaccano le famiglie di lavoratori e disoccupati, negando loro il diritto ad una casa. Maroni ha in testa solo le famiglie ricche e difende solo gli interessi di padroni, politici, speculatori e palazzinari.
I comitati degli abitanti dei quartieri popolari di tutta Lombardia lotteranno fino al ritiro di questa proposta di legge infame, per il diritto alla casa e ad una vita degna.
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