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Scontri in Piazza Verdi. Finisce l’esilio ma Angelo resta ai domiciliari.

Infatti nei giorni successivi venne organizzato un partecipato corteo che al grido di “i diritti si conquistano a spinta” attraversò la zona universitaria e il centro città per poi tornare in piazza dove venne piantato un piccolo albero, chiamato Albero della Libertà, facendo riferimento alle lotte che in contemporanea sconvolgevano la Istanbul di piazza Taksim. Ai primi di marzo dello scorso anno arrivò la vedetta della procura che ordinò l’esilio per numerosi compagni e compagne accusati di diversi reati appesantiti da intere mesate di prognosi fatte refertare da celere e carabinieri.

Intanto un lungo percorso di territorializzazione iniziava a dare i suoi nuovi frutti con occupazioni di studentati, autoriduzioni alla mensa universitaria, e numerose iniziative in Piazza Verdi e nelle facoltà adiacenti garantendo alla città rinnovati spazi di libertà e autonomia.

Mentre i compagni e le compagne stanno tornando a Bologna, sotto un regime di firma quotidiana in questura, Angelo, un militante del CUA resta ancora agli arresti domiciliari per aver infranto, secondo una segnalazione digos, l’esilio. L’accanimento della procura per i così detti “fatti di piazza Verdi” portò addirittura all’arresto, rivelatosi poi illegittimo, di un secondo militante, Vincenzo, che stava scontando delle misura cautelari per un altro processo. Per queste ragioni il CUA ha già dato appuntamento per giovedì in piazza Verdi per un presidio in solidarietà ad Angelo e a tutti i compagni e le compagne aggrediti dalle procure d’Italia ma con lo stesso spirito di quella piccola e importante giornata di lotta e sorrisi di ormai due anni fa: si brinderà insieme alla fine dell’esilio e alla lunga vita per le lotte sociali!

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