Solidarietà per i compagni e le compagne colpiti dalla repressione a Torino e Milano
Le occasioni prese a pretesto per l’ennesimo atto repressivo sono stati il corteo del 1 maggio a Torino, dove il sindaco Fassino venne duramente contestato da migliaia di lavoratori e lavoratrici e la manifestazione di Milano del 14 novembre in occasione dello sciopero generale europeo. Il pacchetto repressivo confezionato ad arte da Digos e co. che studenti e lavoratori hanno trovato sotto l’albero di Natale è solo l’ultimo di una lunga serie di attacchi che tentano di colpire e scardinare i vari fronti di lotta che sul territorio nazionale provano a contrastare tutta la serie di manovre messe in atto dal governo Monti per scaricare su operai e studenti il peso e il costo di una crisi strutturale del sistema capitalista.
Esemplari sono state le maxi retate che hanno portato a decine di arresti tra i compagni e le compagne a seguito del corteo del 15 ottobre a Roma o che hanno colpito il movimento NO TAV per gli scontri del 3 luglio.
Ogni occasione per disseminare denunce è buona e Questura e Digos di Torino, rasentando il ridicolo e prendendo a pretesto anche il più pacifico presidio appioppano ai compagni e alle compagne arresti domiciliari e fogli di via basati sul niente ( tant’è che i giudici spesso revocano queste misure cautelari ) solo per tenare di rompere il fronte NO TAV.
Negli ultimi anni ci siamo accorti anche di come si sia inasprito il livello repressivo nelle piazze e davanti ai luoghi di lavoro in occasione di manifestazioni e scioperi, dove polizia e carabinieri mettono in pratica al meglio le direttive autoritarie del Ministero dell’Interno.
Le cariche violentissime e i pestaggi in occasione dei cortei del 1 maggio a Torino e degli studenti a Roma del14 novembre, le cariche ai facchini in sciopero davanti ai cancelli del Gigante di Basiano, dell’Ikea di Piacenza e di ieri 18 dicembre a Bologna davanti a un negozio sempre della catena svedese; senza dimenticare l’appoggio dato alla squadraccia di crumiri che davanti al magazzino Esselunga di Pioltello aveva attaccato il picchetto dei lavoratori in sciopero.
Vogliamo con questo esprimere solidarietà agli studenti e ai lavoratori colpiti dalle denunce e dagli arresti ricordando che mai come oggi, la necessità di una società diversa da quella esistente, senza più classi e sfruttamento richiede l’impegno di tutti e tutte, a cominciare dalle fabbriche, nelle scuole, all’interno dei call-center e fuori dai cancelli dei magazzini della logistica, difendendo i territori, attraverso l’autorganizzazione delle lotte e praticando il conflitto.
CONTRO REPRESSIONE E MACELLERIA SOCIALE,
RILANCIARE IL CONFLITTO!
I compagni e le compagne del Centro Sociale Vittoria
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