InfoAut
Immagine di copertina per il post

Su spacciatori, giornalisti e agenti speciali

||||

Ripubblichiamo questa nota del Centro Sociale Askatasuna di alcune settimane fa riguardo all’ennesima operazione giudiziaria e mediatica imbastita ad arte. Bisogna sottolineare le dimensioni del fenomeno che negli anni si è insidiato in via Balbo per cogliere a fondo l’assurda inversione della realtà apparsa sulle pagine dei quotidiani torinesi: non si tratta di piccoli spacciatori che tirano a campare, ma di una vera e propria azienda para-mafiosa con impiegati, capi e fornitori. A tutti gli effetti una piazza di spaccio che si è stabilita a pochi metri dall’asilo del quartiere e che ha sottratto alla cittadinanza una delle poche zone pedonabili di Vanchiglia. 

Oggi il quotidiano “La Stampa” ha pubblicato un articolo farcito di inesattezze, con tanto di dialoghi romanzati, che fa stato di sette denunce che sono partite contro altrettanti militanti di Askatasuna che avrebbero cacciato alcuni spacciatori da Via Balbo. Visto che la redazione del quotidiano ha trovato lo spazio per indicare nomi, cognomi ed età di queste persone, ma non ha ritenuto opportuno di interpellare loro né il collettivo politico di cui fanno parte ci vediamo obbligati a scrivere queste righe per puntualizzare le fantasiose ricostruzioni della polizia politica torinese pedissequamente riprese dall’articolo de “La Stampa” e poi da “Repubblica”.

L’area pedonale di Via Balbo si trova al crocevia tra due scuole primarie (un nido e una scuola elementare), una palestra di quartiere e il centro sociale. È un luogo di convivialità e di gioco per i bambini dove si svolgono attività molto spesso organizzate proprio dall’Aska. La merenda comune, la sfilata di carnevale, lo sport popolare, la grigliata all’aria aperta, il mercato contadino sono altrettante iniziative che abbiamo portato avanti assieme al quartiere, a costo zero, per animare uno spazio che abbiamo sempre sentito come bello e importante.
Qualche anno fa, con la moltiplicazione delle licenze per locali e localini, è arrivata anche la vendita di sostanze, che ha pensato bene di installarsi nell’area pedonale, facendosi scudo della nostra presenza. Da diversi anni, quindi, abbiamo intrapreso una serie di iniziative contro la trasformazione di Via Balbo in una piazza di spaccio. Dal 2015, abbiamo appeso striscioni contro questo tipo di attività e mantenuto una presenza volta ad impedire lo smercio di sostanze nell’area pedonale. Concretamente, nelle ore diurne abbiamo continuato ad animare quelle zone con iniziative sociali e nelle ore notturne abbiamo montato gazebo, offerto vin brulè ai passanti, spiegando a voce o con dei volantini il senso e le ragioni della nostra iniziativa. Questo per dare qualche elemento di contesto che anche i giornalisti della Stampa avrebbero potuto facilmente reperire in rete e che invece hanno coscientemente omesso di dare. Perché se durante queste iniziative non ci è mai interessato fare comunicati stampa o qualche selfie come hanno fatto le istituzioni quando si sono preoccupate, in maniera tardiva quanto effimera, della questione, il percorso attivato contro lo spaccio in quartiere è stato costruito in questi anni con attività pubbliche portate avanti assieme alle famiglie e ai genitori della scuola. Sull’episodio specifico al centro dell’operazione speciale della Digos, durante il quale pare che qualcuno avrebbe anche deciso di invitare con modi più o meno cortesi gli spacciatori a levarsi di torno, non c’è da spendere molte parole e lasciamo tutti farsi la propria opinione.

Quello che ci preme, invece, è spendere qualche parola in più sulla tesi centrale dell’articolo. Magari per evitare che nei suoi lettori queste iniziative suscitino la stessa simpatia che hanno provocato tra chi ha preso i nostri volantini, i giornalisti tengono a specificare a conclusione del “reportage” che queste azioni anti-spaccio dell’Askatasuna non siano in realtà contro lo spaccio ma attinenti a un “controllo del territorio”, inteso più o meno velatamente nella sua accezione proto-mafiosa e prepotente. Sarebbe bastato un giro sui nostri canali informativi ma teniamo a rassicurare anche oggi “La Stampa” del contrario. Sono precisamente iniziative contro lo spaccio frutto di una riflessione politica sul rapporto tra vendita di sostanze, militarizzazione del territorio e sottomissione del quartiere alle logiche del consumo distruttivo. Vogliamo evitare che si trasformi in un luogo di profitto mafioso aperto H24 quella che oggi è una zona fatta di una socialità alternativa, che sta mostrando in maniera concreta la possibilità di vivere diversamente gli spazi urbani, prendendosene cura dal basso, senza gendarmi e senza la presenza ingombrante di compagini politiche più attente ai voti che ai bisogni di chi vive a Vanchiglia. Quello che è certo, invece, è che le nostre iniziative non sono mai state iniziative contro la droga di per sè. Un certo moralismo ipocrita lo lasciamo ai deputati che pippano nei bagni di Palazzo Madama e coprono la n’drangheta mentre fanno i tromboni a favor di telecamera. Non che consideriamo il consumo (di sostanze o di qualsiasi altra merce) come attinente alla sfera di una libertà individuale pretendutamente avulsa alla riflessione politica collettiva. Ma l’obiettivo pratico di questa nostra campagna, molto prosaica e concreta – forse troppo per alcuni – non è mai stato mettere in questione come ognuno usa il proprio tempo e il proprio corpo ma difendere una zona liberata da interessi e rapporti che nulla hanno a che fare con la costruzione di un’alternativa alle relazioni sociali esistenti.

Questa operazione orchestrata contro sette nostri compagni tocca per noi il punto più basso mai raggiunto dalla Digos di Torino. Che la polizia porti spacciatori di crack in caserma, magari garantendo loro immunità, per convincerli a denunciare dei compagni che li avrebbero cacciati da davanti a una scuola è degna di questi prodi e delle loro operazioni speciali. Che si provi a farne delle bandierine di un grottesco antirazzismo poliziesco pensando di suscitare chissà quale imbarazzo all’Askatasuna richiede un pelo sullo stomaco che solo la divisione più meschina d’Italia può permettersi. Che si usino telecamere nascoste e intercettazioni ambientali per queste cazzate mostra a tutti quali sono le priorità dell’ipertrofica e annoiata polizia politica torinese.

Quanto a noi continuiamo a dire che se Via Balbo si ama serve che in questo luogo non ci siano né spaccio né madama, e ad organizzare iniziative di solidarietà dal basso che mai come in questo momento se ne sente davvero il bisogno. E siamo certi di non essere gli unici.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

askatasunaspacciotorinovanchiglia

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Ciao Pan, se ne è andato un bandito torinese

Ieri è scomparso Pancrazio Chiruzzi, storico bandito torinese. Detto Pan ha esercitato il “mestiere” di rapinatore realizzando svariati colpi, alcuni dei quali ritenuti impossibili o impensabili. 

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Cosa sta succedendo in Serbia?

Sabato 15 marzo a Belgrado si è svolta la più grande mobilitazione della storia della Serbia, che ha visto la partecipazione di oltre 800.000 persone provenienti da tutto il paese, in gran parte studenti e studentesse.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Straordinario Newroz: crowdfunding per la manutenzione straordinaria dello spazio sociale!

Lo Spazio Antagonista Newroz è sempre stato un punto di riferimento a Pisa per le lotte sociali e per una cultura alternativa alla logica del profitto. Nei 26 anni da quando è nato, generazioni intere di militanti, musicisti, collettivi, hanno attraversato gli spazi del centro sociale autogestito, rendendone possibile l’esistenza. Oggi, il Newroz ha bisogno di importanti interventi strutturali: se lo vuoi sostenere, anche tu puoi donare un contributo!

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Argentina: Repressa brutalmente manifestazione dei pensionati contro la povertà

I pensionati argentini hanno marciato ancora una volta verso il Parlamento ma questa volta erano accompagnati anche dai tifosi delle squadre di calcio, che hanno deciso di dare il loro sostegno nella denuncia alla costante repressione che subiscono ogni mercoledì quando chiedono il miglioramento delle loro condizioni di vita di fronte alla crescente miseria.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

A Steu, partigiano di Valle Susa

Ad un anno dalla sua scomparsa, siamo consapevoli che non ci saranno mai parole giuste o sufficienti per riuscire a rendere il giusto omaggio a Stefano Milanesi, Steu, per ricordare l’uomo e il compagno che è stato.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Stefano e Rosa

Chiara Sasso, In Rosa, prima edizione 1986, Edit. Tipolito Melli, Susa; seconda edizione 2024, pp. 124 di Sandro Moiso, da Carmilla Un anno fa Stefanino o “Steu” Milanesi ha abbandonato questo pianeta alla ricerca di un luogo migliore in cui continuare a vivere, lasciandoci tutti più soli. Accompagnati, però, dal ricordo e dall’esempio di un militante […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Quarticciolo resiste

Dopo il week end di mobilitazione nel quartiere Quarticciolo è tempo di alcune valutazioni su questo passaggio importante.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Caro bollette: “inefficace il decreto varato dal governo per contenere i costi di gas e energia” dovuti in gran parte ancora da dinamiche speculative

I prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica e del gas continuano a crescere, creando forti difficoltà alle famiglie.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Quarticciolo: in migliaia in piazza per difendere e cambiare il quartiere

Ieri si è svolto a Roma il corteo popolare “Cambiamo davvero il Quarticciolo”. La manifestazione, partecipata da migliaia di persone è stata una risposta alla decisione del governo di applicare anche al quartiere romano il cosiddetto “Decreto Caivano”. Abitanti della borgata, progetti sociali, parrocchia, realtà cittadine, movimenti sociali si sono incontrati nelle scorse settimane per […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Cambiamo davvero Quarticciolo!

Sabato 1 marzo un corteo popolare attraverserà il quartiere di Quarticciolo a Roma per ribadire l’importanza di difendere un’esperienza reale e dal basso che si contrappone all’abbandono e alla retorica delle istituzioni.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Cade l’accusa per associazione a delinquere: una vittoria per le lotte sociali del Paese!

Riprendiamo il comunicato di associazione a resistere: Oggi il Tribunale di Torino ha pronunciato la sentenza in primo grado per il processo “Sovrano”: tutti e tutte assolti per il capo di associazione a delinquere! Le pene per i reati singoli sono stati ridimensionati. Un passaggio epocale per le lotte di tutto il Paese. Questo non […]

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Rinnovo del CCNL e guerra: reportage dal corteo dei metalmeccanici di Torino

Ieri mattina i metalmeccanici sono scesi in piazza in tutta Italia in occasione dello sciopero nazionale di categoria, per richiedere il rinnovo del CCNL e la riapertura della trattativa ostacolata da Federmeccanica e Assistal. 

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Il processo contro Askatasuna e No Tav “riguarda tutti”. Sotto accusa il diritto al dissenso. Lunedì la sentenza

Lunedì 31 di marzo è una giornata importante per le persone che si rivedono nelle lotte e nei movimenti nati attorno alla storia dei centri sociali in Italia

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Tra venti di guerra e transizione verde, come si trasformano i nostri territori?

Inchiesta sul lavoro dentro il tessuto industriale piemontese.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Sentenza Processo Sovrano: presidio al Tribunale di Torino di Associazione a Resistere

Lunedì 31 marzo ci sarà la sentenza del Processo Sovrano che vede 28 imputati di cui 16 accusati di associazione a delinquere, compagni e compagne che da decenni si spendono nelle lotte e partecipano alle esperienze politiche e sociali di Askatasuna, Movimento No Tav e Spazio Popolare Neruda. 

Immagine di copertina per il post
Formazione

Venti di guerra sull’Italia? La guerra viene fatta a noi studenti e lavoratori!

Riprendiamo l’appello di studenti e studentesse del Collettivo Einstein di Torino che chiamiamo un’assemblea studentesca presso la loro scuola sul tema del riarmo europeo.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Inaugurazione anno accademico di Torino: finanziamenti alle università, non alle armi

Lunedì 17 marzo l’Università di Torino celebrerà in mattinata la cerimonia di inaugurazione del suo anno accademico, cerimonia a cui è stato invitato come “ospite di riguardo convocato per l’occasione” Enrico Letta.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

C’ero io quel giorno di 50 anni fa alla Spiotta!

È cominciata così in corte d’Assise ad Alessandria la dichiarazione spontanea di Lauro Azzolini, 82 anni, ex militante delle BR, nel processo per la sparatoria di Cascina Spiotta del 1975. Azzolini ha detto: In un minuto breve di 50 anni fa quando tutto precipitò, un inferno che ancora oggi mi costa un tremendo sforzo emotivo rivivere, al […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Conflitto sociale, repressione, media: ancora il caso Askatasuna

Richieste di risarcimenti stratosferici, interventi a gamba tesa di vertici giudiziari, aggressioni mediatiche a catena: la criminalizzazione del conflitto sociale si arricchisce di nuove pagine.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Cinque nuovi data center in programma a Torino

In questi giorni è uscita la notizia di ben cinque progetti di “data center” nella città di Torino e nella cintura.