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Tanto sferragliare di truppe… Non serve a niente!!

Questo rumore di sciabole intorno ai luoghi sensibili è stato rotto venerdì dagli studenti e dal sindacalismo conflittuale della scuola e sabato con l’acampada della dignità di piazza Esquilino. Un appuntamento questo, mantenuto anche dopo ciò che era accaduto in Francia, senza paura e con grande determinazione, per affermare la necessità che non sarà il silenzio a cambiare la situazione ma solo la voce forte e chiara delle lotte sociali. In piena sintonia con la mobilitazione contro Acea in corso nelle stesse ore, dopo il distacco subito dallo spazio delle Cagne Sciolte, la comunità meticcia e precaria delle occupazioni abitative e della resistenza agli sfratti si è radunata a ridosso della Basilica di Santa Maria Maggiore, luogo dove secondo il prefetto Gabrielli non si potranno svolgere manifestazioni, e a pochi metri dal ministero dell’Interno. Intorno un inquietante spiegamento di forze e idranti puntati sui manifestanti.

Mentre il sagrato della chiesa era controllato con i mitra spianati, l’immagine che si ricavava non era quella di un dispositivo a protezione dei romani e dei turisti in circolazione, ma contro i manifestanti in piazza percepiti come nemico da controllare e minacciare. In questo senso veniva esplicitato un messaggio che probabilmente verrà anche reso più chiaro nei prossimi giorni. La città deve poter proseguire il suo itinerario di affari e speculazioni che accompagneranno il Giubileo e dovrà arrivare fino alle elezioni senza subire disturbi. Quindi il problema non sono gli attentati ma coloro che non consentono il tranquillo svolgimento del grande evento. Il loro tornare spesso su come è andata con Expo a Milano la dice lunga su come vogliano che vada a Roma.

Bene abbiamo fatto quindi ad irrompere sulla scena del Giubileo con l’occupazione di Castel Sant’Angelo, a pochi metri da San Pietro e nella stessa ora dell’Angelus domenicale. L’iniziativa ha respinto al mittente la lettera alla città di papa Francesco e ha ribadito l’urgenza di misure e risorse concrete, utili ad affrontare non il benessere dell’anima ma a restaurare i diritti primari. Stanziare milioni di euro nella legge di stabilità per pacificare Roma potrà sembrare una buona idea a Renzi ed Alfano, usando strumentalmente il sangue di Parigi, ma non convince buona parte degli abitanti della capitale. Soprattutto non convince quella città di sotto che nelle stesse ore manifestava a Tiburtino III contro il fascio-leghismo e il degrado delle periferie. Il segnale lanciato con la lettera alla città di sotto che i movimenti hanno letto dagli spalti di Castel Sant’Angelo non può essere travisato e non può rimanere inascoltato. La distanza tra chi soffre la crisi e non riesce a vivere con dignità, stretto nella morsa delle morosità e degli sfratti, e chi vuole imporre manu militari il “Grande Evento” del Giubileo è enorme. Questa distanza si manifesterà con tutta la sua forza nei prossimi giorni dentro nuove pratiche di riappropriazione e nelle lotte e nelle resistenze nei territori, nelle scuole, nei posti di lavoro e nell’università.

Non chiedeteci niente perché non concederemo nulla. È chiaro che tutto ciò che si è mosso, dalle dimissioni/decadenza di Marino all’arrivo del commissario Tronca, da Mafia Capitale alla gestione Gabrielli, è stato solo un abile movimento per lasciare tutto com’era o, peggio ancora, per produrre un nuovo giro di vite in senso antipopolare ed autoritario. Sembra quasi un piccolo colpo di stato finalizzato a pacificare definitivamente una città indisponibile ad essere normalizzata. Ma siccome siamo ancora nella stessa emergenza e nella stessa crisi… Ora la partita va giocata!

Movimenti per il diritto all’abitare

 

Abitare Nella Crisi 

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