Torino: la Regione conferma la chiusura del Valdese
Una scelta completamente sorda alle proteste susseguitesi nelle ultime settimane, soprattutto a Torino, dove l’ospedale valdese del quartiere San Salvario è considerato un’eccellenza nel panorama piemontese e dove la notizia della possibile chiusura ha fatto mobilitare migliaia di persone in difesa del servizio.
Manifestazioni si sono tenute ieri anche a Pinerolo, dove un altro stabile è destinato a chiudere per le stesse ragioni.
L’unica ‘concessione’ fatta da Monferino questa mattina riguarda i tempi del trasferimento dei servizi forniti dall’ospedale di San Salvario, mentre si conferma l’impegno solamente di facciata preso dal sindaco di Torino, Piero Fassino, che ha promesso un incontro con i rappresentanti della Tavola Valdese per inizio Gennaio, quando le sorti del presidio ospedaliero saranno ormai incontrovertibili.
Non stupisce inoltre la probabile destinazione dello stabile di Torino, che nelle mire del governatore Cota dovrebbe finire nelle casse immobiliari della Regione per poi essere venduto in modo da racimolare fondi con cui rattoppare malamente qualche buco del disastroso bilancio piemontese.
Quel che Cota intende fare è infatti riproporre sul locale i piani di privatizzazione della sanità propugnati anche dal governo Monti, che si tradurranno in un progressivo smantellamento dei servizi ai cittadini per farne campo di speculazione e profitto a danno dei lavoratori degli ospedali e dei pazienti.
Se la scelta di Cota di procedere alla chiusura nonostante la ferma opposizione manifestatasi nei giorni scorsi non è certo un dato che può stupire, non mancano però sul territorio italiano gli esempi di battaglie simili che lasciano ben sperare sul fatto che la questione non sarà chiusa così facilmente.
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