Torino: processo per la riapertura del CSA Murazzi, Dana in aula
Questa mattina si è tenuta un’udienza del processo inerente alla riapertura del CSA Murazzi. I fatti contestati riguardano il corteo del 23 giugno 2013 quando oltre un migliaio di giovani della città si erano dati appuntamento per protestare contro il sequestro dello storico centro sociale torinese nell’ambito di un attacco più generale a quel luogo di socializzazione e cultura, pur ricco di contraddizioni che erano i Murazzi del Po.
Il corteo partito da Piazza Vittorio una volta giunto sotto il CSA ha riaperto le porte dello spazio, murate completamente, e ha dato poi il via ad una serata in cui non è mancata la musica e socialità, quella stessa che l’amministrazione comunale tentava di spegnere a tutti i costi. Molti gli interventi che quella sera segnalarono le mire del Comune sull’area dei Murazzi, sulla quale sarebbe poi calato il silenzio a colpi di ordinanze per spianare la strada a speculazioni e manovre di palazzo. Salvo per quel presidio di resistenza, autogestione e cultura dal basso che negli anni ha continuato a rappresentare il CSA. La vicenda più complessiva dei Murazzi sappiamo bene come si è conclusa, e conosciamo anche tutte le contraddizioni che ha generato, con il fluire della movida in quartieri densamente abitati e la gestione della socialità e del consumo dei giovani torinesi delegata manu militari alla questura e ai vigili. Nonostante tutto ciò il CSA è rimasto negli anni un luogo fertile di musica e cultura dal basso, di iniziative sociali e un modello alternativo a quello del consumo esasperato per stare insieme e socializzare.
Per quella serata di lotta e gioia sono finiti sul banco degli imputati 21 compagni e compagne per la rottura dei sigilli e la rioccupazione. L’operazione, guidata dal solerte Pm Padalino aveva nuovamente lo scopo di mettere in dubbio e in pericolo l’esperienza che dal 1989 anima le serate torinesi con cultura e musica. L’udienza di questa mattina ha portato alla prescrizione per una buona parte degli imputati e delle imputate, mentre per cinque compagni il processo continuerà a svolgersi.
In aula era presente anche Dana, tra gli imputati a cui è stata notificata la prescrizione, che ha dovuto seguire l’udienza dal gabbiotto destinato ai detenuti. Sta bene, è serena e determinata e saluta tutti e tutte, nonostante l’ennesima imputazione fuffa, nuovamente per un reato d’opinione che le è stata notificata per il corteo del primo maggio del 2019.
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