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Torino: riders in sciopero contro il nuovo contratto

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Riportiamo il comunicato di Deliverance Project sullo sciopero che ha avuto luogo venerdì 25 settembre contro il nuovo contratto stipulato dalle compagnie del food delivery e UGL che conserva il sistema del cottimo.

Venerdì 25 settembre i lavoratori e le lavoratrici del food delivery hanno scioperato per far sentire la propria voce e ribadire la necessità del riconoscimento delle tutele piene del lavoro subordinato. I e le rider si sono mossi in corteo per le strade che percorrono quotidianamente, bloccando il servizio dei ristoranti e coinvolgendo colleghi e passanti.

Nonostante ogni piattaforma si sia adoperata a mettere a disposizione turni e ad offrire incentivi per limitare lo sciopero numerosi rider si sono uniti alla mobilitazione, segno che chi questo lavoro lo vive ogni giorno non è rappresentato dai lenti concertamenti ministeriali o dagli accordi sottobanco tra padroni e sindacati.

Ancora tanta è la disinformazione sull’accordo stipulato tra l’associazione delle compagnie di food delivery e UGL, soprattutto per i voluti fraintendimenti creati da aziende e sindacato rispetto alla retribuzione. Il minimo garantito di 10 euro l’ora sbandierato a favor di telecamere e giornali in realtà non esiste e la possibilità di guadagnare rimane legata sempre e solo alle consegne, non al tempo. Il cottimo e punteggio rimangono! UGL, forte del sostegno di rider vicini agli intenti delle aziende, vuole, con un improprio CCNL mantenere lo status quo, conservare il sistema del cottimo e difendere l’autonomia favorendo solo gli interessi delle app a scapito di migliaia di rider. Fare chiarezza rispetto al ruolo di UGL attraverso un intervento al megafono di fronte alla sede di regionale di UGL Piemonte e attraverso l’affissione di uno striscione, che recitava “ma quale CCNL, questo accordo è una truffa”, era il minimo che ieri potessimo fare.

Se questo per qualche sindacalista è un contenuto denigratorio o la nostra manifestazione è stata cagione di tanto spavento allora è un ulteriore sintomo del fatto che i rappresentanti di Ugl sono più avvezzi a frequentare i salotti dei datori di lavoro piuttosto che le piazze dove trova espressione la preoccupazione e la rabbia di chi lavora per guadagnarsi il pane.

Lo sciopero e l’iniziativa di ieri sono solo l’inizio delle proteste che porteranno in strada le nostre rivendicazioni e la nostra rabbia contro chi specula sulle nostre vite.

Come già accade in molte altre parti del mondo, pretendiamo di decidere del nostro futuro, che ci siano riconosciute piene tutele, che sia abolita ogni forma di punteggio e che sia garantita a tutti la possibilità di lavorare con contratti utili al rinnovo del permesso di soggiorno.

Non ci fermeremo finché non otterremo ciò che ci spetta.

P.s. le scritte sui muri della squallida e poco frequentata sede di UGL sono lì da settimane, addirittura da prima che fosse siglato il vile e miserabile accordo con Assodelivery.

Nessuno si era dato sinora la pena di ripulire e neanche aveva mai fatto recriminazioni. Viene da pensare che adesso però sia molto comoda la maschera della vittima.

A scanso di ulteriori strumentalizzazioni tocca anche ricordare che quando la CGIL aveva tentato di strumentalizzare le lotte dei rider a Torino anche i muri della loro sede avevano dissentito per iscritto…

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