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Tutt* liber*!!! Complici e solidali con i/le compagn* di Milano e Torino

Questa mattina sono state notificate a Torino diverse misure cautelari a studenti, attivisti dei centri sociali e militanti No Tav per la contestazione del primo maggio al sindaco Fassino. Il bilancio è di due arresti domiciliari restrittivi, quattro obblighi di firma, fogli di via, sette obblighi di dimora con domiciliari notturni e diverse denunce, che hanno colpito maggiormente studenti e militanti del centro sociale Askatasuna. Il disegno messo in campo dalla Procura di Torino è uguale a quello delle scorse settimane, quando le stesse misure repressive sono state notificate a studenti e attivisti No Tav per l’occupazione simbolica degli uffici della Geostudio.

 

Stessa cosa a Milano dove questa mattina sono state perquisite le abitazioni di studenti medi e universitari dopo gli scontri del 14 novembre. Le forze dell’ordine si sono accanite più di tutti sui compagni di Lab.Out e del Lambretta, lo stabile un tempo abbandonato e lasciato al degrado, ora diventato studentato e riconsegnato alla città. Dopo aver messo a soqquadro le case dei compagni e delle compagne e non avendo comunque trovato nulla (forse perché le uniche violenze quel giorno le abbiamo viste da parte loro), hanno comunque iscritto tutti nel registro degli indagati per violenza, resistenza e lesioni.

Ci sembra chiaro che, mentre il governo tecnico perde sempre più consensi, mentre tutti i cittadini si schierano contro la costruzione della Tav, mentre è sempre più chiaro che la Troika vorrebbe imporci anni di tagli e macelleria sociale a beneficio di banche e speculatori, si cerca di abbattere il dissenso criminalizzando il movimento.

Il primo maggio a Torino, il corteo di precari e studenti ha contestato il sindaco Fassino, che si muoveva alla testa di una manifestazione che non gradiva la sua presenza, circondato dalle forze di polizia. I fischi, gli slogan e gli striscioni contro colui che ha privatizzato gli asili nido, portando al licenziamento di gran parte del personale delle scuole, che non ha voluto ricevere gli operatori sociali a cui da mesi non è corrisposto lo stipendio e che ha stanziato milioni di euro per la realizzazione di opere inutili, non sono stati ben accetti. A Milano anche sono stati caricati gli studenti e i precari, in una città completamente militarizzata e trasformata in zona rossa. In tutte le città diventano sempre più frequenti le cariche, la caccia dell’uomo, i calci e i pestaggi a chi più sta soffrendo per questa crisi. E, come se questo non fosse già troppo, viene continuamente sbeffeggiato dall’operato del governo che prima fa false promesse e dimostra finta solidarietà, per poi calare ancora di più la sua scure al servizio della finanza.

Non gli permetteremo di procedere con i loro fallimentari tentativi di criminalizzazione e repressione dell movimento. Con i cortei determinati di questi mesi abbiamo ampiamente dimostrato come nessuno riuscirà a piegarci con il blando potere del manganello. Per questo esprimiamo tutta la nostra solidarietà ai compagni e alle compagne che il primo maggio hanno legittimamente espresso il loro dissenso, facendo calare la maschera al sindaco Fassino. Per questo siamo solidali con i compagni e le compagne di Milano che il 14 novembre sono scesi in piazza insieme a tutta l’Europa contro le politiche d’austerity imposte dalla Bce.

Tutt* liber* subito!!!

Anomalia Sapienza – Unicommon Roma

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