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Un’altra giornata di lotta all’Ikea di Piacenza

I lavoratori del Si Cobas licenziati dal colosso svedese hanno inferto un ennesimo colpo a IKEA, attraverso il blocco delle merci in ingresso e in uscita dei magazzini piacentini. Nonostante non ci siano stati scontri frontali tra lavoratori in picchetto e forze dell’ordine, per tutta la giornata si è mantenuto un livello di conflittualità elevato.

La mattinata è iniziata con un cambio nella strategia della controparte, che facendo arrivare i crumiri con largo anticipo (alle 5 del mattino) sono riusciti a farli entrare. L’operazione però non ha indebolito la forza dei lavoratori in sciopero nei picchetti che, suddivisi in tre gruppi e grazie al supporto dei compagni del Nap di Piacenza, del Guernica di Modena, del laboratorio Crash di Bologna, del csa Dordoni di Cremona e di tanti tanti lavoratori del Si Cobas di altre aziende, hanno realizzato un blocco serrato delle merci.

Anche questa volta non sono mancate provocazioni da parte della digos e della polizia di Piacenza, che privi di supporto militare (oggi non si sono viste né camionette e né celere) hanno tentato in tutti i modi di spaccare, ma inutilmente, l’unità dei facchini in lotta.

Ora dopo ora la fila dei tir fermi si è allungata e il blocco ha interessato l’intera area dell’Ikea per tutta la mattinata, per poi proseguire nel pomeriggio grazie alla presenza dei lavoratori del secondo turno che, unendosi ai licenziati, hanno permesso di continuare lo sciopero.

La controparte, per cercare di limitare il danno subito, ha chiesto un tavolo di trattative.

Dunque, i facchini in lotta hanno portato a casa un’altra vittoria, riuscendo a rispondere prontamente al tentativo di delegittimazione dello sciopero messo in atto dalla controparte.

La scommessa va avanti e ci vedremo ancora davanti ad altri cancelli.

 

Alla lotta! Al picchetto!

 

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