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Vince lo sciopero a oltranza dei lavoratori del Car Care di Malpensa

Dea Service srl, già opera a Linate, con solo lavoratori precari o in nero, che non percepiscono regolarmente lo stipendio, con capannoni fatiscenti e che nelle sue ragioni sociali non è neppure prevista l’attività di navettamento e di car care. Gli stessi lavoratori Avis-Linate il 9 settembre si sono uniti alla lotta dei compagni di Malpensa.
Lo sciopero a oltranza ha fatto male alla direzione d’azienda costringendo Avis o a disdire le prenotazioni o a consegnare macchine sporche e non controllate ai clienti. Nella mattina di lunedì la direzione ha inviato 15 bisarche per prelevare le vetture scatenando l’opposizione dei lavoratori in lotta.

L’incontro tra il Prefetto di Varese, la direzione di Avis, la Cub-Trasporti e una delegazione di lavoratori, tenutosi nella giornata di ieri ha sbloccato la situazione. Avis ha comunicato che non procederà al licenziamento dei 17 lavoratori e che, pur avviando la procedura per il passaggio di ramo d’azienda alla Dea Service i lavoratori manterranno invariata la retribuzione, gli orari, il contratto nazionale di riferimento, il luogo di lavoro e con la garanzia di salvaguardia di 36 mesi da parte di Avis.

La lotta dei lavoratori di Malpensa rappresenta una resistenza avanzata per tutto un settore in cui la precarizzazione del lavoro vivo si accompagna ai processi di finanziarizzazione delle strutture d’azienda. Dea Service, Autosystem o Orange System ad asempio operano con un capitale sociale depositato di 2/3000 euro. Queste aziende si liberano dall’ingombro di capitale fisso ma proprio per questo risultano “inaffidabili” e dipendenti dai rubinetti del credito bancario. Orange ad esempio non paga regolarmente i propri dipendenti, i quali sono nella stragrande maggioranza assunti a termine solo per qualche mese e poi sostituiti da altri precari. Inoltre, pur vincolata al comando padronale, l’organizzazione del lavoro – a partire dalla gestione della turnazione – è scaricata sulla cooperazione operaia innescando però, in questa maniera, l’ambivalenza di una nuova unità, coesione e capacità di resistenza non per il lavoro ma per incepparlo.

 

La video intervista de Il Fatto Quotidiano al presidio del lavoratori in lotta al T2 di Malpensa

 

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