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Vittoria in Tribunale per la Fiom di Modena

Il giudice del Lavoro del Tribunale di Modena, con il dispositivo del 27 febbraio 2012 ha rigettato l’opposizione delle sette aziende modenesi condannate in primo grado nell’aprile 2011 per attività anti-sindacale verso la Fiom-Cgil. La denuncia delle tute blu riguardava l’applicazione del contratto di lavoro nazionale separato 2009, mentre era ancora in vigore quello 2008, senza averne data alcuna informazione ai lavoratori interessati. Le imprese interessate avevano allora fatto opposizione alla condanna.

Riportiamo alcune considerazioni del segretario provinciale della Fiom di Modena:

“il giudice ha oggi respinto questa opposizione con alcune precisazioni interessanti contenute nella minuta del dispositivo scritto a mano. Questa sentenza apre uno scenario importante nei confronti di Fiat, poichè significa che per i lavoratori delle tre aziende del gruppo (Cnh, Ferrari e Maserati) che non accettano il contratto nazionale 2009, rimane in vigore quello 2008, e la Fiom-Cgil che ne è firmataria intende dunque esercitare i diritti di assemblea, alle trattenute sindacali per i propri iscritti, all’elezione delle Rsu. Se Fim e Uilm non convocheranno le assemblee in Ferrari (si sta profilando anche questa disdetta), sarà la Fiom-Cgil a chiedere di convocarle. Se la nostra richiesta sarà respinta, significa che Ferrari non dà applicazione ad una sentenza del giudice.

Grazie all’esito positivo della sentenza, la Fiom andrà avanti con la preparazione dei ricorsi contro le aziende del gruppo Fiat che l’hanno esclusa dalle fabbriche.

Questa sentenza va ad aggiungersi a nuove contestazioni contro i sindacati firmatari del modello Marchionne all’interno delle assemblee della Maserati e al fatto che uno dei gruppi della Fiat presenti a Modena, la CNH, ha ritirato la denuncia nei confronti della FIOM/Cgil e dei suoi delegati, una denuncia motivata da parte di CNH dal fatto che la Fiom, insieme a Fim Uilm e Rsu, avevano proclamato sciopero nel corso dell’anno precedente durante alcuni sabati di straordinario comandato.

Con tutti i suoi limiti, bisogna dare continuità alla perseveranza della Fiom, ma soprattutto dei lavoratori, non solo quelli del gruppo fiat e non solo della Fiom, perché insistere è servito a dimostrare e cominciare a far decadere il meccanismo che Marchionne sta tentando di instaurare nel mondo del lavoro in Italia. Leggere di queste sentenze fa capire dove vuole andare a parare la riforma del lavoro, che in questi mesi il governo e le parti sociali vogliono discutere modifiche sostanziali per essere più compiacenti alle imprese e sempre meno verso i lavoratori. L’articolo 18 rappresenta solo la punta dell’iceberg.. Ne è un chiaro esempio la nuova norma che rende più amichevoli i controlli sulla sicurezza all’interno dei luoghi di lavoro, andando in direzione contraria rispetto ai dati sulla sicurezza sul lavoro.

Risulta quindi importante nei prossimi mesi continuare a dare risposte all’interno dei luoghi di lavoro e, come per la tav, allargare il discorso e la lotta, perché il modello Marchionne non è un problema del mondo Fiat ma è un problema di tutto il mondo del lavoro.

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