InfoAut
Immagine di copertina per il post

Battaglia a Kabul. La ‘transizione’ si scopre fragile

Certo è il più spettacolare attacco nella capitale afghana negli ultimi mesi, anche se non il più sanguinoso. Il bilancio è almeno 20 morti tra cui otto civili afghani e uno straniero (un cittadino spagnolo, pilota civile), due poliziotti afghani e gli otto attentatori. Altri due stranieri, pare, sono tra i 14 feriti. L’attacco è stato rivendicato dai Taleban con una telefonata del portavoce Zabibullah Mujahid alle agenzie di stampa. Il presidente Hamid Karzai ha parlato di «terroristi mercenari».

L’altra cosa certa è che l’attacco ha colto l’élite di Kabul di sorpresa, perché nonostante i periodici attacchi la capitale afghana è relativamente sicura – e quell’hotel è uno dei posti più controllati della città e uno dei più difendibili, situato com’è in cima a una collina. L’Intercontinental era una volta il principale hoter di Kabul (e apparteneva all’omonima grande catena occidentale); è stato semidistrutto durante la guerra civile degli anni ’90 e lasciato andare in declino durante il regime dei Taleban. Negli anni scorsi è stato restaurato al suo antico lusso, anche se non è più molto frequentato da occidentali. L’altra sera gran parte degli ospiti erano afghani – e, per ironia, erano in particolare notabili e «vip» venuti dalle province per una conferenza sulla «transizione delle responsabilità militari e civili della sicurezza» dalle forze Nato alle forze afghane, prevista ieri. Erano in corso anche due ricevimenti di matrimonio.

Sembra che gli attaccanti siano entrati nell’hotel vestiti in uniformi di polizia. C’è stata una esplosione; alcuni degli attaccanti sono saliti al secondo e terzo piano da cui hanno preso a sparare sugli ospiti che prendevano il fresco in giardino e attorno alla piscina. Pare che l’esitazione di uno degli attaccanti abbia messo in allarme la polizia. E che gli attaccanti, oltre all’esplosivo, avessero con sé dei lettori di cd, o ipod – diffondevano canzoni di guerra Taleban. Altre due esplosioni sono state udite due o tre ore più tardi. Cinque degli attentatori si sono fatti esplodere, tre sono stati uccisi.

«Nessun attacco potrà fermare il nostro processo di transizione», ha dichiarato il presidente Hamid Karzai in un comunicato. Certo però l’attacco sottolinea quanto sia fragile la sicurezza a Kabul, e fragile anche la strategia della «transizione». Una settimana fa il presidente degli Stati uniti Barack Obama ha annunciato l’avvio del parziale ritiro di truppe (5.000 in luglio, 10mila entro la fine dell’anno, 30mila in tutto: ne resteranno pur sempre 68mila).

Proprio martedì il generale John Allen, che prenderà il posto di David Petraeus al comando delle truppe usa e nato in afghanistan, ha detto nell’audizione di conferma al Congresso, a Washington, che la «surge» di 30mila soldati (proprio quelli che ora si ritirano) ha fermato la fase ascendente dei Taleban, anche se la guerra rimane intensa. Ed ecco che i Taleban fanno un’azione spettacolare per dimostrare di essere ancora capaci di colpire. Come commenta (sul Financial Times) il giornalista pakistano Ahmed Rashid, uno dei più esperti dell’area, questo dimostra quanto la strategia del ritiro occidentale dipenda dai negoziati avviati dietro le quinte con i Taleban – ma tutt’altro che scontati.

Marina Forti per Il Manifesto

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

afghanistanguerrakabul

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Grecia: i portuali bloccano un container di munizioni per Israele

Decine di membri del sindacato greco dei lavoratori portuali PAME (Front Militant de Tous les Travailleurs) hanno bloccato il carico di un container di munizioni destinato a Israele per protestare contro la guerra a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Vice-capo di Hezbollah afferma che esiste ora una “nuova equazione” nella lotta contro Israele

In un recente discorso televisivo, il vicesegretario generale di Hezbollah, Naim Qassem, ha dichiarato che il gruppo di resistenza libanese si è completamente ripreso dai recenti colpi e sta operando sotto una “nuova equazione” volta a intensificare i suoi attacchi contro lo Stato di occupazione israeliano.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Attivisti ebrei contro il genocidio bloccano la borsa di New York

Lunedì 14 ottobre, un gruppo di attivisti del collettivo “Jewish Voices for Peace” ha preso d’assalto la Borsa di New York per chiedere la fine dei crimini commessi da Israele e il blocco delle forniture di armi allo Stato coloniale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele spara sulle truppe Unifil: il cortocircuito colonialista

Dopo un anno di guerra genocida a Gaza i politici italiani hanno iniziato a pronunciare le parole “crimine di guerra”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La salute negata dell3 prigionier3 politich3 curd3 in Turchia

Lo scorso fine settimana abbiamo partecipato alla conferenza “Le condizioni di salute nelle carceri turche” organizzata dal Congresso Democratico dei Popoli (HDK), accogliendo con calore e gioia il loro invito ad Istanbul, insieme ad altre realtà sociosanitarie autonome provenienti dall’Europa, per lo più da Germania e Grecia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Oltre la repressione: più di 15mila in piazza per la Palestina

Comunicato sulla piazza nazionale del 5 ottobre a Roma di Giovani Palestinesi d’Italia – GPI e Unione Democratica Arabo Palestinese – UDAP.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La privatizzazione dello stato

Il “monopolio della violenza legittima” è per Max Weber la sintesi dello Stato moderno, una definizione accettata e poco contestata. Credo che non sia più così da quando lo stato è stato privatizzato dal grande capitale. Un buon esempio è la proliferazione di forze di polizia private in tutto il mondo, che non sono regolamentate […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Roma: in diecimila rompono gli argini per la Palestina

Più di diecimila persone ieri hanno raggiunto la Capitale per manifestare il fermo sostegno alla Palestina e al Libano sotto attacco da parte di Israele nella complicità internazionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

5 Ottobre: GPI e UDAP confermano la manifestazione nazionale per la Palestina e il Libano

Manifestazione nazionale per la Palestina e il Libano lanciata da Giovani Palestinesi d’Italia e Unione Democratica Arabo-Palestinese per sabato 5 ottobre 2024 a Roma (ore 14, piazzale Ostiense – metro Piramide).

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Libano: Israele ha dato l’ok all’invasione di terra. L’Iran replica con circa 200 missili

Alle ore 18.30 (in Italia) circa 200 missili scagliati dai “Guardiani della Rivoluzione”, i Pasdaran, sono partiti dall’Iran alla volta di Israele e delle basi militari nei Territori Occupati Palestinesi.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Guerre, transizioni ecologiche ed estrattivismi: un’analisi critica del presente

Proponiamo una prima parte del dibattito dal titolo “Guerre, transizioni ecologiche ed estrattivismi: un’analisi critica del presente” che si è tenuto a settembre a Venaus in occasione del campeggio di Ecologia Politica Network.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La guerra post-umana

Tra pace e guerra non esiste un sottile confine, ma una vasta zona grigia, dove gli stati danno vita a quella che viene definita competizione strategica, utilizzando in diverse combinazioni i quattro elementi che formano il potere di uno stato: diplomatico, militare, economico e informativo. Proprio quest’ultimo fattore, complice la pervasività delle tecnologie digitali, ha […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Esplosioni in Libano: si apre un nuovo capitolo del genocidio

Dopo le prime esplosioni di migliaia di cercapersone in dotazione a membri di Hezbollah avvenute in Libano, un’ulteriore ondata di esplosioni in contemporanea, di walkie talkie e pannelli fotovoltaici, è stata segnalata dai media libanesi nei giorni scorsi, causando la morte di almeno 20 persone e ferendone a migliaia, anche in Siria.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

USA: sciopero all’azienda Boeing

Lo sciopero alla Boeing, grande azienda statunitense che produce aerei civili e militari, ha coinvolto moltissimi lavoratori nell’area di Seattle che hanno aderito allo sciopero a seguito di una negoziazione sindacale che ha disatteso diversi obiettivi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’asse della normalizzazione: la Turchia e alcuni Paesi arabi sostengono l’economia di guerra di Israele

Mentre l’Asse della Resistenza dell’Asia occidentale cerca di indebolire l’esercito, l’economia e la sicurezza di Israele, una manciata di Stati arabi e la Turchia si sforzano segretamente di rafforzare Israele e rifornire la sua guerra a Gaza. Questo è il nuovo “Asse della Normalizzazione” della regione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Verde marcio

Ursula von der Layen ha dedicato un’ampia parte dei 48 minuti e 20 secondi del discorso in cui ha presentato la sua “strategic vision” per i prossimi cinque anni

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Vietato protestare contro Leonardo spa!

Le lettere indirizzate a Luigi Spera, recluso nel carcere di Alessandria, sottoposte a censura!

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Le armi uccidono anche se non sparano

Le guerre ci hanno catapultato nel vortice di una furiosa corsa al riarmo globale, come non accadeva da prima dell’89 del ‘900.

Immagine di copertina per il post
Contributi

Le guerre del Capitale

Passano i mesi e, nonostante le mobilitazioni di massa in tutto il mondo, con milioni di persone che chiedono a gran voce un immediato cessate il fuoco, su Gaza continuano a piovere bombe.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Guerra in Medio Oriente: non è un se, ma un quando

Chi vuole un ampliamento del conflitto? Chi vuole trasformare la carneficina di Gaza in una guerra regionale?