InfoAut
Immagine di copertina per il post

Ecuador, la “rivolta dei fannulloni” occupa il Parlamento, duri scontri con la polizia

||||

In Ecuador continua la mobilitazione popolare contro le politiche del governo di Lenin Moreno. Sotto esame è il “paquetazo” di riforme economiche approvato dal governo, che porta l’ispirazione del Fondo Monetario Internazionale, nella più classica delle storie latinoamericane ai tempi della globalizzazione capitalista degli ultimi 50 anni.

Martedì scorso l’esecutivo infatti aveva annunciato nuove riforme “definitive” di taglio fortemente anti-operaio, togliendo i sussidi governativi alla benzina e aumentandone così il prezzo. Un costo che si ripercuote direttamente sui lavoratori, che necessitano di mezzi personali per spostarsi, raggiungere i luoghi di lavoro o le loro abitazioni.

Ogni presidente che in passato ha provato a varare questo tipo di misure restrittive non ha però resistito alla piazza, e anche questa volta si ripropone la stessa situazione. E anche questa volta per il governo non sembra mettersi bene. In difficoltà di fronte alla pressione esercitata da migliaia di manifestanti, in grandissima parte indigeni, il governo si è ritirato a Guayaquil, principale porto del paese e governato da più di venti anni dalla destra populista, lasciando la capitale Quito alla gestione della polizia.

Polizia che spara, e uccide. In particolare nel parco El Arbolito, preso dai manifestanti come base logistica e organizzativa, con ospedali da campo e cucine popolari a sostenere la mobilitazione di quella che è stata ribattezzata “La Comune di Quito”. Il parco, usuale punto di ritrovo delle comunità indigene quando raggiungono la capitale per manifestare, si trova a poca distanza dalla Casa della Cultura e dal parlamento ecuadoriano, l’Assemblea Nazionale. Questa è stata ieri oggetto di un tentativo di occupazione da parte dei manifestanti. Un gruppo di persone è riuscito a entrare nell’edificio (per quanto vuoto da lunedi), rompendo il dispositivo poliziesco a base di gas lacrimogeni ma anche di veri spari una volta calata la notte.

E’ ancora incerto il bilancio delle vittime, ma è evidente che la reazione del governo a una sorta di riedizione del que se vayan todos ( nelle piazze si grida “né Moreno, né Lasso, né Nebot, né Bucaram, né Correa”, ovvero si manifesta l’opposizione ad ogni profilo politico della storia istituzionale recente del paese) è quella di una fuga precipitosa dalle proprie responsabilità e dell’affidamento ad una gestione militare, tramite anche la convocazione dello stato di emergenza, della questione politica posta dalla piazza.

Così come in Venezuela, le contraddizioni di un modello di sviluppo iper-estrattivista si risolvono in uno scontro istituzioni-cittadini che sicuramente è visto con positività anche da interessi di potenze straniere, ma che non si può leggere in alcun modo in una eterodirezione. I problemi esistono, e sono pure grossi. Le assemblee popolari non a caso cresciute sin da subito per forza e intensità sin dall’annuncio del “paquetazo”, con l’obiettivo dichiarato di lottare fino all’annullamento delle riforme.

Il presidente ecuadoriano Moreno ha chiamato i manifestanti delinquenti e fannulloni, e la mobilitazione stessa è stata ribattezzata “la rivolta dei fannulloni” dagli uomini e dalle donne in lotta per i propri diritti. Contro Moreno si è in seguito scagliata la CONAIE – Confederación de Nacionalidades Indígenas de Ecuador – che ha definito “criminale” il governo e la sua gestione delle proteste di piazza.

Migliaia e migliaia di appartenenti alle comunità indigene del paese stanno ancora raggiungendo in queste ore la capitale, ed è probabile che anche oggi ci saranno ulteriori mobilitazioni. Proprio l’ingresso delle comunità indigene nella capitale è stata altra occasione di scontro negli scorsi giorni, con mezzi cingolati dell’esercito dati alle fiamme e reparti della polizia stessa tenuti sotto scacco dai movimenti urbani cittadini, con lo scopo di togliere alle forze repressive uomini e mezzi impegnati nell’impedire alle comunità di raggiungere il paese.

La pacificazione dei movimenti sociali attuata negli ultimi anni dal governo di Rafael Correa ora sembra saltare sull’onda della crisi economica. Seguiranno aggiornamenti…

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

ecuador

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Argentina: il Mendoza avanza contro contadini e indigeni, tra la vendita di terre demaniali e progetti minerari

Ancora risuonano nei paraggi di Los Molles e di El Sosneado, i fatti degli inizi del 2023, quando nel sud provinciale giunsero dei fuoristrada con foto del Generale Roca e proclami negazionisti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Li hanno uccisi senza che muovessero un muscolo”: Esecuzioni sommarie, fame e sfollamenti forzati da parte dell’esercito israeliano nel Nord di Gaza

La squadra sul campo dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha documentato strazianti episodi di uccisioni sommarie ed esecuzioni extragiudiziali di civili da parte di soldati israeliani, eseguite senza alcuna giustificazione. Fonte: English version Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 17 novembre 2024Immagine di copertina: Il fumo si alza da un edificio residenziale dopo un attacco israeliano a Beit […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Nuova Zelanda: migliaia di indigeni Maori assediano il Parlamento

Dopo poco più di una settimana, la marcia lanciata dal popolo Maori in difesa dei propri diritti è arrivata a Wellington.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Basta armi a Israele: manifestazione regionale a Torino

Nella giornata di sabato 5000 persone provenienti da tutto il Piemonte si sono radunate a Torino per dare vita ad un ricco e partecipato corteo regionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Libano: la Francia (forse) libererà Georges Abdallah, militante comunista incarcerato dal 1987

Originario di Kobayat, nel nord del Libano, militante del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina prima e tra i fondatori delle Fazioni Armate Rivoluzionarie Libanesi dopo l’invasione israeliana del Libano

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Occupata la Leonardo spa dall’Intifada Studentesca a Torino

Ieri come Intifada studentesca abbiamo occupato la sede della Leonardo Spa! In 50 siamo entratə all’interno dello stabilimento mentre altre 50 persone bloccavano l’ingresso.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La coreografia pro-Palestina degli ultras del PSG è diventata un vero e proprio caso politico

Riprendiamo l’articolo di Calcio e Rivoluzione, che mette in luce il caso politico nato intorno alla coreografia pro-Palestina messa in scena dagli ultras del PSG durante una partita di Champions League. Questo episodio ha scatenato reazioni accese da parte delle autorità francesi e aperto un dibattito sul rapporto tra politica e sport, evidenziando come certi […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Netanyahu si nasconde in un bunker sotterraneo per paura degli attacchi dei droni

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe lavorato da una “camera blindata sotterranea” per paura di subire attacchi drone di rappresaglia da parte dei movimenti di resistenza regionali.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La vergognosa narrazione occidentale mostra nuovamente il significato di informazione di guerra

Venerdì 9 novembre i militari dell’IDF (ricordiamo che in Israele è presente la leva obbligatoria) e tifosi del Macabi Tel Aviv hanno strappato e bruciato bandiere palestinesi dai balconi olandesi, insultato e aggredito persone e giornalisti, inneggiato alla morte degli arabi e dei bambini palestinesi per ore nel centro cittadino e fischiato il minuto di silenzio ai morti di Valencia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Amerika Trump again

Fin dalle prime ore dall’inizio dello spoglio, la vittoria elettorale di Trump si stagliava netta, ben oltre le previsioni di chi scommetteva sulla sua rielezione, macinando stato in bilico dopo stato in bilico, mentre Fox News si sbilanciava a dichiarare la vittoria in anticipo su tutte le testate nazionali del mainstream media a stelle e strisce. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Sudamerica: crisi diplomatica dopo l’assalto della polizia ecuadoregna all’ambasciata del Messico a Quito.

Il presidente messicano Obrador ha annunciato la rottura delle relazioni diplomatiche con l’Ecuador, dopo che la polizia ha fatto irruzione nell’ambasciata messicana a Quito per arrestare l’ex vicepresidente Jorge Glas, legato all’ex presidente Correa, da tempo rifugiatosi in Europa.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ecuador: In una settimana sono saliti a 1.500 gli arrestati

Da quando Noboa ha dichiarato che il paese vive un “conflitto interno” sono più di 1.500 i detenuti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ecuador: Una guerra contro il movimento indigeno

Il decreto di Conflitto Armato Interno emesso dal governo di Daniel Noboa “si inscrive in modo diretto nella Dottrina dello Shock come condizione di possibilità per l’aggiustamento economico”, sostiene l’economista ecuadoriano Pablo Dávalos.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’Ecuador si apre all’intervento militare degli Stati Uniti

La violenza e l’insicurezza che da più di un lustro imperano in Ecuador, promosse da una successione di governi di destra, ha raggiunto oggi una nuova pietra miliare, dopo che il 2023 si è chiuso con circa 8 mila morti violente, il tasso più alto nel numero di assassinati nella storia del paese, e quasi il doppio rispetto alle più di 4 mila avvenute un anno prima.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Ecuador: “L’opacità è una strategia di controinsurrezione”. Intervista a Raquel Gutiérrez

In questo Paese, dal 2021, sono stati denunciati circa 500 assassinii nelle carceri e, allo stesso tempo, il numero di omicidi aumenta ogni giorno, soprattutto nei quartieri periferici delle città costiere come Esmeraldas e Guayaquil. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ecuador: degradazione allarmante

Domenica l’Ecuador è entrato in un vortice di violenza e di decomposizione dello stato di diritto.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Ecuador: un referendum ferma l’estrazione di petrolio nella foresta amazzonica

Si stima che in un solo ettaro del parco Yasunì ci siano più specie animali che in tutta l’Europa e più specie vegetali che in tutto il Nord America.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Ecuador: la prima guardia indigena guidata da donne kichwa

Si chiamano Yuturi Warmi, le donne conga. “Ci siamo organizzate contro l’attacco sistematico della miniera illegale nei confronti delle popolazioni e dei territori indigeni, perché tutte le miniere presenti nella provincia di Napo lo sono” afferma María José Andrade Cerda in una intervista concessa recentemente a Mongabay.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Chi ha ucciso Eduardo Mendua?

Eduardo Mendúa è stato ucciso il 26 febbraio. Membro della nazione A’i Cofán, dirigente del settore Relazioni Internazionali della CONAIE, si è distinto per la lotta contro le attività di estrazione del petrolio, nonché per la difesa dei diritti umani, dei diritti collettivi, dei diritti della Pachamama, ovverosia il suo territorio, dove sono ubicate parti importanti delle selve umide che rimangono.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ecuador: Assassinato Eduardo Mendúa, dirigente della CONAIE

Il presidente della Confederazione delle Nazionalità Indigene dell’Ecuador, Leónidas Iza, ha denunciato l’esistenza di pedinamenti e vigilanza sui dirigenti indigeni ecuadoriani. Il dirigente delle Relazioni Internazionali della Confederazione delle Nazionalità Indigene dell’Ecuador (CONAIE), Eduardo Mendúa, è stato assassinato domenica da sicari all’interno della sua abitazione, ha denunciato l’organizzazione sociale. Secondo i messaggi pubblicati nelle reti […]