Elezioni in Turchia: Erdogan vince ancora
Le elezioni amministrative che si sono svolte nella giornata di ieri sono state viste per lo più come un test verso le future elezioni presidenziali che si terranno in estate e per le elezioni politiche nel 2015. Tuttavia, il partito di Erdogan ha perso in molte città significative in Kurdistan, dove ha vinto il Bdp, il partito democratico della pace, conservando così le grandi città del territorio curdo. Un dato dal quale non si può prescindere e che ancora una volta dimostra come il Kurdistan tende ad andare per la sua strada attraverso la vittoria del Bdp in città importanti come Erbil, Van, Diarbakir: un voto che è andato in qualche modo al modello di autonomia democratica sostenuto dal partito Bdp.
Evidentemente gli scandali che hanno visto coinvolto Erdogan negli ultimi mesi, così come le ultime mosse antipopolari come la censura di twitter e youtube non hanno danneggiato la figura del leader politico turco. La riaffermazione di quest’ultimo a questa tornata elettorale è da attribuire probabilmente a un’assenza di opposizione politica effettiva (come quella del partito kemalista-repubblicano), data dal limite già dimostratosi a suo tempo dai governi forti che servivano per “ripulire” il paese ma che poi a loro volta sono stati superati e eliminati dal “nuovo”, rappresentato dal partito di Erdogan.
In definitiva nessun trampolino di lancio per Erdogan che sostanzialmente si è riaffermato, mentre ora probabilmente lavorerà per assicurarsi una serie di alleanze utili per le prossime elezioni, a partire dal partito dei curdi che già nell’ultimo anno e mezzo ha tenuto sotto scacco con l’avvio del porcesso di pace. Una necessità di alleanze dettata dal bisogno di ulteriori voti che permettaranno ad Erdogan di cambiare la costituzione nell’obiettivo di diventare presidente della Repubblica.
A fare da contorno alle neo-elezioni amministratice di ieri, gli scontri che si sono verificati a poche ore dall’inizio delle consultazioni elettorali e che hanno lasciato un bilancio di otto morti e numerosi feriti. Gli scontri sono scoppiati in alcuni seggi elettorali tra i sostenitori di candidati rivali: due le vittime nella provincia meridionale di Hatay e sei in quella di Sanliurfa, decine i feriti. Secondo quanto riportato da media arabi, ad aprire il fuoco sarebbero stati sia i sostenitori del primo ministro Erdogan che quelli del rivale Fethullah Gulen. Significativo di una Turchia non pacificata ma anzi, spaccata e incapace di sbarazzarsi di una figura (quella di Erdogan) che viene duramente criticata e attaccata nel limite diffuso di costruire una vera opposizione all’interno del panorama politico turco.
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