
Freedom Flotilla: dopo l’attacco israeliano, Malta impedisce i soccorsi
L’incredibile vicenda della nave Conscience della Freedom Flotilla colpita da un attacco di droni in acque internazionali nei pressi di Malta mentre tentava di raggiungere Gaza con un carico di aiuti umanitari è ancora una volta indicativa dell’ipocrisia che regna in Occidente sul genocidio dei palestinesi.
Non solo il fatto è stato rapidamente archiviato dai media italiani, ma nessun grido di sdegno si è sollevato nelle cosiddette istituzioni europee per un attacco nei confronti di una nave civile in acque internazionali.
Ma la vicenda si arricchisce di ulteriori particolari scabrosi. In un comunicato sul proprio sito la Freedom Flotilla informa che:
“Sabato, una delegazione di volontari della Freedom Flotilla Coalition (FFC) provenienti da 13 Paesi ha cercato di raggiungere la nave Conscience per fornire supporto all’equipaggio e ai volontari a bordo. Le loro imbarcazioni sono state intercettate dalle Forze Armate di Malta (AFM) che non solo non hanno fornito aiuti alla Conscience, bombardata e danneggiata, ma hanno costretto la delegazione a tornare a Malta e a passare l’immigrazione e la dogana sotto minaccia di arresto. Questo è il secondo giorno consecutivo in cui le autorità maltesi hanno bloccato l’accesso della FFC alla sua nave, all’equipaggio e ai partecipanti.
La nave umanitaria Conscience è bloccata in acque internazionali da quando è stata attaccata da due droni nelle prime ore del mattino del 2 maggio 2025. L’imbarcazione, l’equipaggio e i volontari a bordo subiscono minacce crescenti e viene loro negata l’assistenza necessaria. Dopo aver spento gli incendi a bordo e curato i feriti, nelle prime ore del 2 maggio il capitano ha iniziato a dirigere cautamente verso le acque territoriali maltesi, informando le autorità maltesi del timore dell’equipaggio di una nuova aggressione. Nonostante le urgenti richieste di soccorso e le comunicazioni dirette della Conscience alle autorità maltesi, Malta ha bloccato il passaggio della nave e continua a negare l’ingresso nelle sue acque o l’autorizzazione a portare in porto la nave bombardata.
Quattro persone a bordo della Conscience hanno riportato lievi ferite dall’attacco del 2 maggio, tra cui ustioni e tagli. Le autorità maltesi non hanno fornito alcun motivo per rifiutare l’attracco della nave nei loro porti e per impedire ai volontari di fornire assistenza.[…]”
L’attacco dei droni, sempre secondo quanto riporta Freedom Flotilla, ha provocato gravi danni strutturali, ha messo fuori uso l’energia elettrica della nave e ha lasciato lo scafo a secco. A bordo è divampato un incendio. La CNN ha riferito che un C-130 Hercules dell’aviazione israeliana ha volato verso Malta ore prima dell’attacco alla Conscience. I dati di tracciamento del volo mostrano che l’aereo ha volato a bassa quota sopra Malta orientale per un lungo periodo prima di tornare in Israele. L’esercito israeliano ha rifiutato di commentare.
Il bombardamento della Conscience è un vero e proprio atto intimidatorio nei confronti di chiunque voglia provare a rompere l’assedio in corso a Gaza che non riceve aiuti umanitari da ormai due mesi. Il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) ha avvertito che la risposta umanitaria a Gaza è sull’orlo del collasso totale. “Ogni giorno, i civili di Gaza sopportano enormi sofferenze per sopravvivere ai pericoli, affrontare continui sfollamenti e sopportare le conseguenze della negazione di un’assistenza umanitaria urgente. Non si dovrebbe permettere, né si può permettere, un’ulteriore escalation di questa situazione”, ha dichiarato Pascal Hunte, vicedirettore delle operazioni del CICR.
L’atteggiamento delle autorità maltesi sul bombardamento è quantomeno ambiguo se non sintomo di una vera e propria complicità. E mentre il teatrino nostrano si indigna per un “Palestina Libera” urlato dal palco del primo maggio, Israele continua a perseguire la sua strategia genocida in barba al presunto “diritto internazionale” che vale solo se ad infrangerlo sono i “nemici dell’Occidente”.
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