InfoAut
Immagine di copertina per il post

“In Ucraina le bombe a grappolo colpiscono i civili”. La denuncia di Human rights watch

Le forze ucraine e russe avrebbero impiegato cluster bomb causando morti e feriti gravi tra la popolazione. “Lasceranno dietro di sé ordigni che continueranno a fare danni per lungo tempo”, denuncia l’organizzazione dopo diverse missioni sul campo. Intanto gli Stati Uniti si apprestano a trasferire munizioni a grappolo a Kiev.

di Andrea Siccardo, da Altreconomia

Le forze armate ucraine e quelle russe avrebbero utilizzato bombe e munizioni a grappolo, uccidendo e causando gravi danni alla popolazione coinvolta. Lo rivela una nuova ricerca pubblicata il 6 luglio da Human rights watch (Hrw). Secondo la relazione l’esercito di Kiev avrebbe fatto uso di queste armi contro le aree occupate dalle forze armate russe all’interno della città di Izium, nell’Ucraina dell’Est, infliggendo gravi danni collaterali agli stessi cittadini ucraini coinvolti nei bombardamenti. “Le munizioni a grappolo utilizzate dalla Russia e dall’Ucraina stanno uccidendo i civili e continueranno a farlo per molti anni -ha dichiarato Mary Wareham, advocacy director della “divisione” armi dell’organizzazione-. Entrambe le parti dovrebbero smettere immediatamente di usarle e di fare richiesta per nuove scorte”.

Nello scenario descritto si inserisce la recentissima decisione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden di fornire bombe a grappolo a Kiev. Questa opzione, secondo Hrw, non solo causerà inevitabilmente sofferenze a lungo termine per i civili ma comprometterà anche l’opposizione internazionale al loro impiego. 

Human rights watch ha visitato dal 19 settembre al 9 ottobre 2022, Izium e i villaggi vicini per indagare sugli abusi russi contro i civili ucraini durante l’invasione ed effettiva occupazione, tra cui detenzioni arbitrarie, torture ed esecuzioni sommarie. L’organizzazione ha intervistato oltre cento persone, tra cui vittime di abusi, testimoni, personale dei servizi di emergenza e operatori sanitari. Quasi tutti hanno dichiarato di aver visto frammenti di munizioni esplose intorno alle loro case, da marzo a settembre dello scorso anno. Circostanza confermata anche da un rapporto delle Nazioni Unite. Secondo le testimonianze, gli attacchi ucraini con questi ordigni nella zona durante il 2022 avrebbero ucciso almeno otto civili e feriti altri 15. 

“Il numero totale di civili uccisi e feriti negli attacchi esaminati è molto probabilmente maggiore. Le forze russe hanno portato molti feriti in Russia per ricevere cure mediche e una buona parte non era ancora tornata al momento della visita -riferisce Hrw-. Un autista di ambulanza ha testimoniato che lui e i suoi colleghi avevano regolarmente trasportato e curato i civili, compresi i bambini, feriti da munizioni a grappolo. Ha stimato di aver portato in ospedale almeno un caso del genere al giorno”. 

Le munizioni a grappolo possono essere lanciate da aerei o da missili, da proiettili e da razzi da terra. Si aprono a mezz’aria e disperdono decine e persino centinaia di “submunizioni” più piccole (bomblets) su un’area molto vasta. In diversi casi le submunizioni non riescono a esplodere al momento dell’impatto iniziale, lasciando così dei frammenti che agiscono come una mina, rappresentando una minaccia per i civili per anni e persino decenni. È questa la ragione principale per cui queste armi sono state vietate dalla Convenzione internazionale sulle bombe a grappolo del 2008, alla quale hanno aderito 123 Paesi con l’eccezione proprio di Russia, Ucraina e Stati Uniti (così come Cina, India, Israele, Pakistan e Brasile). Al di là degli accordi internazionali, la natura di questi ordigni rende il loro utilizzo in un’area abitata da civili una violazione dei diritti umani e un potenziale crimine di guerra.

L’Ucraina ha chiesto pubblicamente di essere rifornita di munizioni a grappolo, ricorda Hrw. “In base alle norme statunitensi sull’esportazione di armi, gli Stati Uniti possono esportare solo munizioni a grappolo che ‘dopo l’armamento non risultino in più dell’1% di ordigni inesplosi in tutta la gamma di ambienti operativi previsti’. Questa disposizione può essere derogata dal presidente degli Stati Uniti in circostanze eccezionali per consentire il trasferimento di munizioni a grappolo con tassi di fallimento più elevati. Le munizioni a grappolo che gli Stati Uniti stanno considerando di inviare in Ucraina hanno più di 20 anni, si disperdono su un’ampia area e hanno un tasso di fallimento notoriamente elevato, il che significa che potrebbero rimanere letali per anni. Il loro uso nelle operazioni di combattimento statunitensi del 1991 e del 2003 in Iraq ha causato vittime tra i civili e il personale militare americano. Per il trasferimento, l’Ucraina dovrebbe accettare che le munizioni a grappolo ‘saranno utilizzate solo contro obiettivi militari chiaramente definiti e non saranno utilizzate dove è nota la presenza di civili o in aree normalmente abitate da civili’”. Ecco perché “il governo degli Stati Uniti non dovrebbe fornire munizioni a grappolo a nessun Paese a causa dei danni prevedibili e duraturi che queste armi arrecano ai civili”, ha aggiunto Wareham. “Il trasferimento di munizioni a grappolo non tiene conto del pericolo sostanziale che esse rappresentano per i civili e mina l’impegno globale per la loro messa al bando”.

Un frammento generato dall’esplosione di un ordigno a grappolo ha perforato il muro di un’abitazione e bucato la padella appesa al muro © Human rights watch

Human rights watch ha esaminato poi le foto scattate dai residenti di 13 sezioni portanti o motori di razzi a grappolo “Uragan” che hanno colpito Izium durante l’occupazione. Ogni razzo Uragan della serie 9M27K ha una gittata compresa tra 10 e 35 chilometri e trasporta fino a 30 submunizioni. Durante il periodo esaminato, le posizioni ucraine in prima linea erano sempre all’interno di quest’area. Inoltre, la posizione delle sezioni portanti trovate ancora nel terreno indicava che provenivano dalla direzione delle linee di Kiev. Ecco perché lo scorso 6 giugno l’organizzazione ha scritto al ministro della Difesa ucraino Oleksij Reznikov inviando una sintesi dei suoi riscontri, una richiesta di incontro e numerose domande. Il 22 giugno il ministero ha risposto, sostenendo che “le munizioni a grappolo non sono state utilizzate all’interno o intorno alla città di Izium nel 2022, quando era sotto l’occupazione russa”. 

Alcuni frammenti di una bomba a grappolo raccolti lungo il fiume Siverskiy Donets. Le submunizioni che non esplodono all’impatto restano sul terreno e costituiscono di fatto delle vere e proprie mine. Una minaccia per la popolazione anche a decenni di distanza dalla fine del conflitto © Human rights watch

Eppure sono diverse le testimonianze e le prove fotografiche raccolte. In una sera del marzo 2022 almeno un civile ucraino è stato ucciso e un altro ferito in un attacco sulla riva sinistra del fiume Siverskyi Donets a Izium. All’epoca le forze russe avevano già occupato parte della città. Due residenti hanno raccontato di aver sentito una serie di esplosioni nel primo pomeriggio. Uno di loro, Nikolaii (nome di fantasia in quanto ha preferito rimanere anonimo), ha riferito che sua moglie era andata a controllare la famiglia vicina perché li aveva visti cucinare nel cortile. Quando la donna ha raggiunto l’abitazione ha trovato la vicina stesa a terra, morta e coperta di sangue. Nikolaii e sua moglie l’hanno quindi seppellita in giardino e hanno aiutato la madre, rimasta anche lei ferita, a raggiungere l’ospedale. I rilevamenti di Hrw e le testimonianze dei vicini confermano l’utilizzo di munizioni a grappolo.

Resti di submunizioni a frammentazione 9N210 o 9N235. L’utilizzo di queste armi in zone abitate da civili costituisce una violazione dei diritti umani e un potenziale crimine di guerra. © Human rights watch

Anche Hlynske, villaggio a quattro chilometri più a Nord di Izium, ha subìto una sorte simile. Un abitante, qui identificato come Orest, ha testimoniato che la sua casa sarebbe stata ripetutamente danneggiata dall’esplosione di submunizioni. Gli attacchi, iniziati ad aprile, sono continuati “quasi ogni giorno” durante l’occupazione russa. In un’altra occasione, almeno tre civili ucraini sono stati uccisi e altri quattro feriti in un attacco con munizioni a grappolo in un quartiere sulla riva destra del fiume Siverskyi Donets a Izium, intorno alle 19.30 del 9 maggio 2022. Tre abitanti, che hanno dichiarato di aver assistito all’attacco, hanno sostenuto che questo era presumibilmente diretto contro le forze russe stavano occupando l’ex ufficio del Servizio di sicurezza ucraino, a meno di cento metri dal punto in cui le bombe hanno colpito.

La stessa zona è stata bersaglio di un ulteriore attacco il 9 giugno quando almeno due civili ucraini sono stati feriti da un bombardamento con munizioni a grappolo. Anna e suo marito, Vitalii, hanno detto che stavano andando in bicicletta quando hanno visto una serie di esplosioni davanti a loro. Vitalii è stato colpito e poi operato per rimuovere i frammenti conficcati nella schiena e nelle gambe. 

Anche Mosca ha impiegato queste armi. Human rights watch ha riferito, infatti, in un briefing del maggio 2023 che centinaia di attacchi russi con bombe a grappolo sono stati denunciati in maniera credibile in almeno 10 delle 24 Regioni dell’Ucraina dall’invasione su larga scala della Russia nel febbraio 2022. Questi attacchi hanno causato centinaia di vittime civili nelle Regioni di Chernihivska, Donetska, Kharkivska, Khersonska e Mykolaivska. In particolare, un rapporto ha descritto l’attacco dell’8 aprile 2022 di un missile balistico russo Tochka-U con una testata di munizioni a grappolo su una stazione ferroviaria affollata di Kramatorsk, che ha ucciso almeno 58 civili e ne ha feriti oltre cento, uno dei peggiori “incidenti” legati a queste armi. 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

contro industria armamentiguerraguerra in ucrainano armi

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Le mille balle azzurre di Israele

Un thread su Twitter di Muhammad Shehaba, che mette in fila alcune delle clamorose bugie con cui lo stato di Israele ha cercato di nascondere i suoi crimini. Per i link alle fonti cliccate sulle immagini.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Le proteste dei campus per Gaza dimostrano che quando i vertici universitari falliscono, sono gli studenti a guidare

Che gli studenti costruiscano mille accampamenti. Che occupino gli edifici di ogni amministrazione universitaria che si è dimostrata incapace di promuovere un luogo di libera indagine e apprendimento.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Lettera delle università palestinesi agli studenti e ai docenti degli accampamenti di solidarietà a Gaza nelle istituzioni accademiche statunitensi

In un momento in cui le voci degli oppressi vengono intenzionalmente messe a tacere, la vostra solidarietà funge da faro di speranza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

USA: Columbia occupata, iniziano le sospensioni, prosegue la repressione poliziesca. Centinaia di arresti

Il campus di New York è off limits anche alla stampa. E i ragazzi erigono le barricate. La Polizia entra a Columbia, centinaia di arresti

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia: La polizia sgombera la Sorbona, occupata dagli attivisti in solidarietà con la Palestina

Pochi giorni dopo una manifestazione in solidarietà con il popolo palestinese a Parigi, la polizia è entrata alla Sorbona per sgomberare gli attivisti che avevano montato delle tende all’interno degli edifici universitari.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Levante: il pensiero politico e la “New Left” dentro la Repubblica Popolare Cinese

Proprio di questo e in particolare di “New Left” cinese nell’arco degli ultimi decenni parliamo in questa conversazione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La lotta per fermare il genocidio nelle università statunitensi: un reportage dall’Università del Texas

Abbiamo tradotto questo interessante reportage apparso su CrimethInc sulle proteste che stanno coinvolgendo i campus degli Stati Uniti contro la complicità del governo USA nel genocidio del popolo palestinese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Contestati i ministri della guerra al Politecnico di Torino

Riceviamo e ricondividiamo il comunicato del CUA di Torino sulla contestazione di ieri al convegno istituzionale tenutosi alla sede del Valentino del Politecnico. Ieri mattina un gruppo di student3 dell’Università di Torino ha contestato il convegno a porte chiuse che si è tenuto al castello del Valentino su tecnoscienza e intelligenza artificiale, con ospiti di […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Milano: 25 Aprile con la resistenza palestinese

Milano – Per un 25 Aprile con la Palestina, Piazza Duomo h. 13:30.
La Resistenza non è soltanto memoria, ma è oggi. Palestina libera!

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: i Me`phaa di Tilapa creano sistema di giustizia a difesa del loro territorio

Il popolo Me`phaa di Tilapa, Guerrero, ha presentato il proprio sistema di giustizia denominato Sicurezza di Protezione Territoriale Indigena (Serti), per “difendere il territorio da una prospettiva indigena, olistica e integrale”, di fronte alle minacce di progetti minerari, saccheggio territoriale e controllo dei gruppi del crimine organizzato.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

La truffa del G7: i ministri dei Paesi più industrializzati e inquinanti al mondo annunciano false promesse per fronteggiare la questione climatica.

Riflessioni e valutazioni conclusive di una settimana di mobilitazione, scritte a più mani tra chi ha partecipato al percorso di costruzione della contestazione.

Immagine di copertina per il post
Formazione

La parte del torto

Una riflessione che parte da alcune studentesse e studenti della Sapienza in merito alla mobilitazione per il boicottaggio degli accordi università-Israele.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Contro la vostra “pace” e il vostro “lavoro” la lotta è solo all’inizio

Primo maggio a Torino: con la resistenza palestinese, contro il governo della crisi sociale.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

La contraddizione ecologica e l’opposizione alla guerra: riflessioni sulla mobilitazione contro il G7 Ambiente e Energia.

Le giornate di mobilitazione appena trascorse e quelle che abbiamo di fronte ci dicono alcune cose rispetto alle tendenze dell’oggi, dei soggetti che si muovono, delle lotte che si intrecciano. Prima di pubblicare il contributo di notav.info che ritorna sulle ragioni della mobilitazione verso il G7 Ambiente Energia di Venaria e sulla cronaca delle giornate di lotta, diamo alcuni spunti di riflessione..

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Puntata speciale 25 aprile: resistenze di ieri e di oggi.

In questa puntata del 25 aprile dell’informazione di Blackout abbiamo voluto sottolineare il legame forte e prioritario che ha la resistenza palestinese oggi con le possibilità che si aprono anche alle nostre latitudini.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Tamburini di guerra

Mentre gli stati continuano ad ammassare armamenti il tentativo di condizionamento dell’opinione pubblica sull’inevitabilità della guerra raggiunge nuove vette, tra giornalisti che lodano i benefici per l’economia dell’industria delle armi, propaganda nelle scuole e proposte politiche scellerate.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

“Siamo dalla parte giusta della storia”. Luigi ci scrive dal carcere

Luigi ci scrive dal carcere. Pubblichiamo di seguito il testo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

GMO: l’esercito israeliano ha ucciso oltre 400 civili dentro e intorno all’ospedale di Al-Shifa.

Gaza. L’Ufficio Media governativo (GMO) di Gaza ha affermato che più di 400 persone – pazienti, civili sfollati di guerra e personale sanitario – sono state uccise negli attacchi israeliani durante 13 giorni di assedio militare all’ospedale Al-Shifa e ai quartieri vicini.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Russia, l’ISIS e lo scacchiere della Jihad internazionale

La Russia è da tempo nel mirino dell’Isis e il gravissimo attentato di Mosca ne è la conferma. L’Isis, nonostante la sconfitta del Califfato nato tra Siria e Iraq, continua ad essere forte nel Caucaso, nel cosiddetto Khorasan e in Africa.