India, secondo giorno di sciopero in tutto il paese
L’allerta delle forze dell’ordine oggi è particolarmente alta a Noida, nei pressi di New Delhi, dove ieri i lavoratori hanno attaccato le fabbriche con sassaiole e incendi; l’intervento della polizia ha dato il via a violenti scontri nel corso dei quali i manifestanti hanno dato alle fiamme diversi veicoli. I disordini scoppiati a Noida hanno portato all’arresto di 14 lavoratori ma hanno anche infastidito notevolmente il governo locale, che ha rimproverato l’intervento tardivo delle forze dell’ordine e ha chiesto un apparato securitario stringente per la giornata di oggi.
Nel secondo giorno di sciopero restano chiusi i battenti di scuole, università, banche e compagnie di assicurazione pubbliche, ancora fermi i trasporti; ad aggiungersi alla lista solo per le 24 ore di oggi sono invece diverse fabbriche dei grandi marchi automobilistici.
L’impatto dello sciopero è stato attutito a New Delhi e a Mumbai da una partecipazione meno alta e dal fatto che molte banche e altri istituti privati siano rimasti aperti ma in generale il paese ha subito una forte battuta di arresto in diversi settori in virtù della grande partecipazione che sta coinvolgendo milioni di lavoratori.
Nuovi attacchi alle fabbriche sono scoppiati quest’oggi a Okhla, a sud della capitale ma continuano anche episodi di violenza a danno dei lavoratori in sciopero: dopo l’uccisione di un sindacalista avvenuta ieri mattina ad Ambala, oggi la ritorsione ha colpito un lavoratore della città di Jalangi, aggredito nel suo ufficio con un coltello dopo che gli era stato domandato come mai non si fosse presentato sul posto di lavoro durante la giornata di ieri.
Oltre a protestare contro le riforme economiche del governo che hanno aumentato il carovita e vorrebbero aprire maggiormente il mercato indiano a privatizzazioni e capitali stranieri, i lavoratori in sciopero chiedono aumenti dei salari ad una soglia minima di 10mila rupie e migliori condizioni lavorative.
Il governo ha cercato di boicottare lo sciopero insistendo sul danno economico che questo sta causando (la perdita per i due giorni di stop è stimata intorno ai 200 miliardi di rupie) ma la carta giocata non ha avuto evidentemente effetto sui milioni di lavoratori che hanno deciso di aderire alla convocazione dei sindacati. Visto il forte impatto che lo sciopero è stato in grado di avere sul paese e le elezioni politiche previste per il prossimo anno, difficilmente il governo potrà permettersi di rimanere completamente sordo alle rivendicazioni dei lavoratori.
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