Kurdistan: l’ISIS attacca la Rojava. In Italia 40 indagati per “terrorismo”
I caccia dell’esercito francese hanno compiuto oggi, venerdì 19 settembre, i primi raid aerei sul nordest dell’Iraq, a ridosso dell’area del Kurdistan, ufficialmente contro l’Isis. Nei prossimi giorni Parigi annuncia che “sono previste nuove missioni”, oltre a quelle condotte ormai dall’8 agosto scorso dagli Usa.
Intanto sempre in Kurdistan, ma sul lato siriano, proprio l’Isis, indisturbato, sta attaccando pesantemente le milizie curde dello Ypg, realtà “sorella” del Pkk, il partito dei lavoratori del Kurdistan, impegnato principalmente nel territorio curdo in Turchia.
ROJAVA – Da gennaio 2011 i curdi hanno dichiarato l’autonomia della Rojava (nome curdo del territorio siriano in questione) dopo averla difesa da soli dagli attacchi dei jihadisti. L’Isis, però, rientrato dall’Iraq forte di molte armi pesanti, da qualche giorno ha lanciato una violenta offensiva contro le milizie curde sottraendo allo Ypg una ventina di villaggi e cingendo d’assedio la città di Kobane. 250mila persone, fra curdi, yazidi, cristiani e turkmeni, sono sfollate.
La sinistra curda accusa esplicitamente la Turchia di aiutare l’Isis chiudendo entrambi gli occhi sul passaggio di armi e miliziani, mentre l’Occidente e i politici del Kurdistan iracheno sono inermi, “perchè – dicono le autorità dell’autoproclamata Repubblica della Rojava – ci identificano con il Pkk e quindi ci lasciano da soli contro l’Isis”.
La situazione in Rojava è nelle ultime ore diventata particolarmente grave, tanto da far partire un appello internazionale al riguardo (clicca qui)
PKK – Un altro appello (clicca qui) riguarda invece la rimozione del Pkk dalle liste internazionali dei cosiddetti “terroristi”, un controsenso storico e una forzatura filo-Ankara che rischia di costare caro a una quarantina di persone di origine curda, residenti tra la Lombardia, la Toscana e il Lazio, tutte indagate per “terrorismo internazionale” in un’inchiesta, da poco chiusa, della Procura di Milano.
Secondo quanto riferisce l’Ansa, i curdi sono accusati di aver raccolto fondi per finanziare il Pkk, partito dei lavoratori kurdi in Turchia, proprio perchè quest’ultimo è inserito dalla Turchia e dalle compiacenti potenze occidentali nella “black list” dei presunti terroristi.
Il servizio con l’avvocato Gilberto Pagani, legale di gran parte degli indagati.
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