InfoAut
Immagine di copertina per il post

La lotta dei prigionieri palestinesi non si placa

Lo sciopero, iniziato lo scorso aprile, chiedeva – oltre ad un miglioramento delle brutali condizioni cui vengono sottoposti i detenuti palestinesi – l’accesso alle cure mediche e la fine delle pratiche di detenzione amministrativa, formula secondo la quale un palestinese, se sospettato di qualche reato, può essere arrestato e detenuto per un periodo di sei mesi rinnovabili all’infinito, senza prove né processo.
Molti sono stati i successi dello sciopero della fame: dal rilascio di personaggi simbolo come Mahmoud Sarsak – il giocatore della nazionale palestinese – al permesso per le visite di alcune delle famiglie dei detenuti provenienti dalla Striscia di Gaza.
Ma purtroppo, accanto a queste singole vittorie, molti sono i limiti degli accordi giunti sotto pressione dello sciopero. Infatti, oltre alle persistenti violazioni dei diritti umani, molti sono stati i mancati rilasci di detenuti che avevano ormai scontato la pena, così come molti altri dapprima rilasciati, sono stati poi nuovamente arrestati senza accuse né prove.

Ad oggi sono oltre 5000 i detenuti politici palestinesi nelle carceri israeliane, di cui 285 i detenuti amministrativi; 59 gli arrestati solo negli ultimi sette giorni. Tra questi ci sono molti giovani accusati di aver tirato pietre ai carri armati israeliani, per molti altri invece non c’è – e verosimilmente non ci sarà nel prossimo futuro – alcuna precisa accusa.

E, mentre sono sempre più frequenti le incursioni ed i coprifuochi israeliani, mentre continua a ritmi sempre più sfrenati la colonizzazione dei territori occupati, è proprio dalle prigioni che ancora si alzano voci di dissenso. Tra coloro che sono in sciopero della fame c’è Akram Rekhawi, detenuto di Gaza, che quest’oggi arriva al 104° giorno di questa protesta.

Lo sciopero della fame, contro le detenzioni amministrative, contro le negligenze mediche, per la dignità, indica la stessa forza del popolo palestinese. Lo stesso popolo che in questi giorni di inizio Ramadan continua a lottare nelle manifestazioni, nei presidi ai check-point, nella notte lanciando sassi contro i carri armati che irrompono nelle case e nei villaggi. Lo stesso popolo che indica che la lotta palestinese è ad oggi lontana dall’essersi spenta.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

israelepalestinaprigionieri

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cosa c’entra la base del Tuscania al CISAM con il genocidio in corso in Sudan?

In Sudan si consuma un massacro che il mondo continua a ignorare.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Argentina: Milei-Trump hanno vinto e si sono tenuti la colonia

Il governo libertario ha imposto la paura della debacle e ha vinto nelle elezioni legislative.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina libera, Taranto libera

Riceviamo e pubblichiamo da Taranto per la Palestina: Il porto di Taranto non è complice di genocidio: i nostri mari sono luoghi di liberazione! Domani, la nostra comunità e il nostro territorio torneranno in piazza per ribadire la solidarietà politica alla resistenza palestinese. Taranto rifiuta di essere zona di guerra e complice del genocidio: non […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gaza è Rio de Janeiro. Gaza è il mondo intero

Non ci sono parole sufficienti per descrivere l’orrore che ci provoca il massacro di oltre 130 giovani neri, poveri, uccisi dalla polizia di Rio de Janeiro, con la scusa di combattere il narcotraffico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

I “potenti attacchi” su Gaza ordinati da Netanyahu hanno ucciso 100 palestinesi

I palestinesi uccisi ieri dai raid aerei israeliani sono un centinaio, tra cui 24 bambini, decine i feriti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Monza: martedì 4 novembre corteo “contro la guerra e chi la produce”

Martedì 4 novembre a Monza la Rete Lotte Sociali Monza e Brianza e i Collettivi studenteschi di Monza hanno organizzato un corteo “Contro la guerra e chi la produce “.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cosa c’entra Leonardo con il genocidio a Gaza?

Gianni Alioti, ricercatore di The Weapon Watch – Osservatorio sulle armi nei porti europei e mediterranei, ha scritto per Pressenza un approfondimento, con notizie inedite, sulle responsabilità di Leonardo nel genocidio a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Libano: continuano gli attacchi israeliani nonostante la tregua del novembre 2024. Due persone uccise

Ancora bombardamenti israeliani nel sud del Libano, nonostante l’accordo di tregua concordato nel novembre 2024.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Coloni lanciano attacchi coordinati contro agricoltori e terreni della Cisgiordania

Cisgiordania. Negli ultimi giorni, gruppi di coloni hanno lanciato una serie di attacchi coordinati contro agricoltori e terreni agricoli palestinesi a Betlemme, al-Khalil/Hebron e nella Valle del Giordano settentrionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Occupazioni e proteste per la Palestina: gli aggiornamenti da Napoli, Torino e Verona

Proseguono le mobilitazioni in solidarietà con il popolo palestinese.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Occupazioni a Torino: cronaca di un mese senza precedenti.

Una cronaca dalle occupazioni e autogestioni delle scuole torinesi del mese di ottobre.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Un opuscolo su riarmo, genocidio e logistica della guerra

Ripubblichiamo un opuscolo realizzato dall’assemblea cittadina torinese STOP RIARMO.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Guerra alla Guerra! Blocchiamo Tutto!

Di seguito il comunicato di GUERRA alla GUERRA rispetto a valutazioni e prospettive del percorso.