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La NATO guida il riarmo globale tra cyberwar e tecnologie quantistiche

Alea iacta est. Il dado è tratto. Ciò che disse Cesare prima di varcare il Rubicone e iniziare la guerra contro Pompeo, lo hanno ripetuto duemila anni dopo i Capi di Stato maggiore della difesa dei 31 paesi membri della NATO più la new entry di Svezia. Solo che stavolta sarà guerra totale e in ogni angolo del pianeta, prima contro Mosca e poi contro Pechino. E se sarà necessario, generali e ammiragli si dichiarano pronti ad usare le più sofisticate tecnologie di distruzione di massa.

Di Antonio Mazzeo da Pagine Esteri

Il 17 e 18 febbraio i vertici delle forze armate dell’Alleanza si sono dati appuntamento a Bruxelles per il Military Committee NATO: all’ordine del giorno come accelerare il processo di trasformazione delle strategie e delle “capacità di combattimento” e come garantire l’implementazione immediata dei nuovi “piani di difesa” approvati al summit di Vilnius della scorsa estate. È in atto una spasmodica corsa verso il riarmo globale e la NATO si candida a divenire il motore della ricerca e dello sviluppo delle tecnologie di morte, possibilmente in partnership con le grandi holding del complesso militare-industriale e con un ampio numero di attori della società “civile” (università, centri di ricerca, start up, agenzie spaziali nazionali e internazionali, ecc.).

“Le regole su cui si basa l’ordine internazionale sono sotto un’immensa pressione”, ha esordito il vicesegretario generale della NATO, Mircea Geoană, all’apertura della sessione di lavoro del Military Committee dedicata alle “priorità della deterrenza”. Geoană è pure ricorso al minaccioso frasario dei tempi più bui della Guerra fredda, condendolo con suggestivi accenni geologici. “Le placche tettoniche del potere stanno cambiando”, ha enfatizzato il vicesegretario NATO. “Oggi, la nostra pace è minacciata. Guerra, terrorismo, instabilità e gli stati autoritari minacciano i nostri valori. E come risultato ci troviamo di fronte ad un mondo più pericoloso come non accadeva da decenni. In questa nuova era di difesa collettiva, non solo difendiamo la sicurezza fisica della nostra popolazione che conta un miliardo di persone: noi stiamo difendendo la libertà e la democrazia (…) Abbiamo bisogno di una NATO ancora più forte di prima…”.

Nel corso del suo intervento, Mircea Geoană ha delineato i punti prioritari del processo di rafforzamento dell’architettura militare che saranno discussi dai capi di governo dei paesi NATO in occasione del summit che si terrà a luglio a Washington, un appuntamento destinato ad assumere una rilevanza storica anche perché potrebbe riconsegnare la leadership assoluta dell’alleanza agli Stati Uniti d’America. “Al prossimo vertice di Washington, noi andremo oltre: faremo ciò serve per assicurare la sicurezza del nostro popolo, delle nostre nazioni e del sistema basato sul diritto internazionale”, ha affermato il vicesegretario. “Rafforzeremo la nostra difesa collettiva, specialmente nel settore aereo e missilistico, e aumenteremo il nostro sostegno all’Ucraina”. (1)

Ad enfatizzare l’importanza dei nuovi “piani di difesa” collettiva ci ha pensato il presidente del Military Committee, l’ammiraglio olandese Rob Bauer. “Questi sono i piani di difesa più completi che la NATO ha mai avuto dalla fine della Guerra fredda”, ha spiegato Bauer. “Mai come adesso i piani difensivi della NATO e delle nazioni aderenti sono stati così strettamente interconnessi (…) Essi contengono i requisiti della struttura della forza militare (Force Structure Requirements), con cui è stato fissato il numero e la tipologia degli equipaggiamenti e dei sistemi d’armi richiesti, in tutte le regioni geografiche e i domini. Militarmente, i nuovi piani di difesa richiedono più persone, più attività addestrative ed esercitazioni, più arsenali e capacità operative, maggiori programmi di investimento per la difesa”. (2) Dunque ancora più soldi per gli apparati di guerra che verranno sottratti dai bilanci della sanità, dell’istruzione e del welfare nell’ambito di un processo di militarizzazione sempre più soffocante della società e dell’economia nordamericana ed europea.

Alla guerra in sinergia con le industrie ed i centri di ricerca

I 31+1 Capi di Stato maggiore della difesa NATO hanno discusso e approvato le “indicazioni aggiuntive” ai due Comandi strategici dell’Alleanza. Scopi e funzioni sono stati sintetizzati dal generale Chris Badia, vicecomandante supremo dell’Allied Commander Transformation (ACT), il comando con sede a Norfolk (Virginia), preposto a condurre i processi di trasformazione strategica della NATO. “Abbiamo la necessità che l’Alleanza e le nazioni membri siano più agili e più flessibili”, ha spiegato Badia. “Per questo dobbiamo guardare a strutture di comando in grado di adattarsi rapidamente alle minacce in continua evoluzione, ad un’interoperabilità costante, a sistemi d’azione unitari pronti ad essere impiegati fin dal primo minuto quando sarà necessario”.

“Poichè la guerra di domani sarà ancora più complessa dal punto di vista dei molteplici domini, abbiamo bisogno di essere ancora più rapidi da tutti i punti di vista e migliori dei nostri avversari”, ha aggiunto il vicecomandante di ACT. “Otterremo questo attraverso operazioni integrate multidominio, quindi conducendo un conflitto senza soluzione di continuità in ambito navale, terrestre ed aereo. Ma insieme a questi classici domini ce ne sono due nuovi, quelli cibernetico e dello spazio”. E relativamente al settore spaziale e delle cyberwar, il generale Chris Badia ha spiegato che la NATO punta ad accrescere la cooperazione con gli attori non militari: “In particolare nel settore spazio esistono diverse infrastrutture civili. Non è necessario duplicare ogni cosa in questo campo ma al contrario è meglio procedere verso un’estensione e trasformazione congiunta. Come possiamo cooperare con il mondo civile e trovare tutte queste sinergie? Sincronizzando e facendo convergere ad esempio gli attori militari e non militari e, non ultimo per importanza, arrivando alla loro integrazione”. (3)

La modernizzazione dell’apparato bellico della NATO punta parecchio sullo sviluppo delle tecnologie quantistiche e della quantum strategy. Al vertice dei ministri degli esteri della NATO del 28 novembre 2023 è stata approvata la prima strategia quantistica della storia dell’Alleanza. “Le tecnologie quantistiche stanno per rivoluzionare il mondo dell’innovazione e possono cambiare le regole del gioco della sicurezza, incluse quelle delle guerre moderne”, spiegano i vertici della NATO. “Per questo la quantistica è una delle aree tecnologiche che l’Alleanza ha priorizzato per le sue implicazioni per la difesa e la sicurezza. Essa include l’intelligenza artificiale, la raccolta dati e il computing, l’automatizzazione, le biotecnologie, gli human enhancements (4), le tecnologie ipersoniche, l’energia e la propulsione, i nuovi materiali, le future generazioni di reti di comunicazione e spaziali”. Le prime aree d’intervento della quantum strategy in campo militare e sicuritario comprendono il telerilevamento, il “posizionamento preciso”, la navigazione e la tempistica, in particolare per “rafforzare l’identificazione dei sottomarini” e “potenziare e rendere più sicure le comunicazioni dei dati impiegando una crittografia quantum-resistente”. Anche in questi settori la NATO punta ad una sempre più stretta cooperazione con il mondo accademico ed industriale onde “sviluppare un ecosistema transatlantico di tecnologie quantistiche”. Sei delle 44 società già selezionate nell’ambito del nuovo programma DIANA (Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic) a cui la NATO ha destinato oltre un miliardo di euro, sono specializzate nella ricerca quantistica. (5) Un polo accelerativo-innovatore del programma sta sorgendo a Torino in partnership con la Città dell’Aerospazio del team Politecnico-Leonardo SpA.

Come alimentare il fratricida conflitto russo-ucraino

Al prossimo vertice NATO di Washington, generali e ammiragli sperano di arrivare con intese di cooperazione ancora più stringenti con alcuni paesi partner, estendendo e rafforzando ulteriormente l’alleanza de facto in ambito europeo, asiatico ed oceanico. Non a caso al Military Commettee di Bruxelles hanno partecipato i Capi di stato maggiore di Austria, Australia, Corea del Sud, Giappone, Irlanda, Nuova Zelanda e Svizzera, paesi partner del cosiddetto Interoperability Advocacy Group. “Ad essi offriamo accordi di difesa individuali che contemplino lo scambio di informazioni classificate e la partecipazione alle attività addestrative”, spiega la NATO.

Ma è ancora una volta l’Ucraina ad essere al centro delle mire espansionistiche dell’Alleanza nell’esplosivo fronte orientale. Al meeting di Bruxelles i vertici dell’Alleanza hanno incontrato i responsabili delle forze armate di Kiev nell’ambito del NATO-Ukraine Council lanciato il luglio scorso a Vilnius, per fare il punto sul sanguinoso conflitto con la Russia esploso due anni fa. Nonostante l’evidente fallimento della controffensiva ucraina e gli insostenibili costi in termini di vite umane e risorse finanziarie e infrastrutturali, la NATO ha assicurato che sosterrà ancora il governo Zelensky con ulteriori aiuti in armi e munizioni. “Abbiamo consegnato una vasta gamma di sistemi di difesa aerea all’Ucraina e oggi riaffermiamo il nostro impegno a rafforzare ulteriormente le difese ucraine”, ha dichiarato il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg. “Condanniamo duramente gli attacchi russi con missili e droni contro i civili ucraini, anche con l’uso di armi provenienti dalla Corea del Nord e dall‘Iran. Per due anni di fila, Putin sta cercando di logorare l’Ucraina con attacchi massicci, ma egli non ci riuscirà. La crudele campagna della Russia rafforza solo la determinazione dell’Ucraina. Mosca intensifica i suoi strike sulle città e i civili ucraini, ma noi continueremo a fornire assistenza ai coraggiosi ucraini affinché essi possano respingere la guerra di aggressione della Russia”. (6)

Ancora più ciniche e brutali le parole dell’ammiraglio Rob Bauer: pur di giustificare il cieco appoggio a Kiev, egli è giunto a mistificare ciò che realmente avviene nei campi di battaglia. “L’Ucraina ha inflitto gravi perdite alla Russia: sono più di 300.000 le vittime russe, tra morti e feriti”, ha dichiarato il presidente del NATO Military Committee. “Migliaia di carri armati e blindati russi e centinaia di aerei sono stati distrutti. Le forze armate ucraine sono riuscite a liberare parti significative del loro paese, cacciando via i russi da circa il 50% del territorio che avevano occupato all’inizio del conflitto. Un altro successo è rappresentato dal fatto che gli ucraini sono stati capaci di condurre attacchi in profondità, distruggendo funzioni chiave dei russi. Senza possedere una reale marina militare, è stata respinta la flotta russa del Mar Nero e l’apertura di un corridoio del grano è stata un’altra vittoria enorme (…) Il solo modo di ottenere una soluzione negoziata duratura è rafforzare la posizione ucraina nel campo di battaglia”. (7)

Il 18 gennaio, a conclusione dei lavori del Military Commette, il comandante supremo delle forze alleate in Europa, il generale statunitense Christopher Cavoli, ha ritenuto doveroso rivelare due fatti importanti che con tutta probabilità incideranno pesantemente sulle già critiche relazioni NATO-Russia. La prima notizia riguarda l’Italia e il ruolo sempre più rilevante che ha assunto nelle scelte geostrategiche dell’Alleanza. “Voglio dare un aggiornamento sulla Forza di Reazione Rapida della NATO (Allied Reaction Force), una componente fondamentale per la realizzazione dei nostri piani militari”, ha esordito Cavoli. “La Forza di Reazione Rapida è capace di effettuare uno spettro completo di missioni e serve da riserva strategica per il dispiegamento in tempi strettissimi. Nell’autunno dello scorso anno, la NRDC-Italy è stata selezionata come quartier generale. Attualmente le sue unità si stanno addestrando in preparazione del nuovo ruolo assegnato”. NRDC-Italy è l’acronimo di NATO Rapid Deployment Corps, il Comando multinazionale delle forze di pronto intervento che ha sede a Solbiate Olona (Varese) e di cui fanno parte più di 400 militari provenienti da 18 paesi dell’Alleanza.

La più grande esercitazione bellica della “nuova” NATO

Il generale Christopher Cavoli si è dichiarato ottimista che l’infrastruttura ospitata in territorio italiano possa ottenere la “certificazione” di quartier generale ad interim dell’Allied Reaction Force, a partire dalla prossima primavera. Da qui il secondo annuncio shock. “La certificazione è prevista a conclusione dell’esercitazione di deterrenza Steadfast Defender 2024 che prenderà il via la prossima settimana e proseguirà fino a tutto maggio”, ha affermato il Comandante delle forze alleate in Europa. “Steadfast Defender sarà l’esercitazione più grande da decenni a questa parte e vi parteciperanno approssimativamente 90.000 militari di tutti e 31 i paesi membri dell’Alleanza e della Svezia, nostro buon partner. L’alleanza dimostrerà la sua abilità nel rafforzare l’area euro-atlantica grazie al trasferimento transatlantico di truppe dal Nord America. Questo rafforzamento avverrà in uno scenario di conflitto emergente simulato contro un avversario di quasi pari forza. Steadfast Defender sarà una chiara dimostrazione della nostra unità, forza e determinazione nel proteggere i nostri valori e le regole su cui si basa l’ordine internazionale”. (8)

La cerimonia che ha sancito il via alla mega-esercitazione militare è stata celebrata mercoledì 24 gennaio a bordo della nave da sbarco “USS Gunston Hall”, in partenza da Norfolk per l’Europa. Secondo l’ufficio stampa della NATO a Steadfast Defender 2024 prenderanno parte una cinquantina di unità navali, dalle portaerei ai cacciatorpediniere, così come più di 80 aerei da combattimento, elicotteri e droni e almeno 1.100 veicoli da combattimento tra cui 133 carri armati e 533 veicoli di fanteria. Un dispiegamento di forze che non si era mai visto in Europa dopo la fine della Guerra fredda: all’esercitazione NATO “Trident Juncture” nel 2018, la più rilevante dopo la caduta del Muro di Berlino, avevano partecipato “solo” 50.000 militari.

Buona parte dei war games si svolgeranno in Germania, Polonia, Romania, Norvegia e nelle Repubbliche baltiche. Le unità di pronto intervento terrestri, aeree e navali simuleranno la controffensiva a un possibile attacco “nemico” sul fronte orientale. Nel mirino dei reparti d’assalto il “corridoio Suwalki” che attraversa la frontiera tra Polonia e Lituania tra l’enclave russa di Kaliningrad e la Bielorussia, ritenuto come uno dei punti più “critici” della NATO in caso di conflitto con Mosca. (9)

Mentre il Pentagono non ha ancora fatto sapere quanti uomini e mezzi trasferirà in Europa per le esercitazioni di Steadfast Defender, le autorità di Londra hanno comunicato la presenza di 20.000 militari britannici più un imponente numero di mezzi navali (anche una portaerei della classe Queen Elizabeth), sottomarini, cacciabombardieri di ultima generazione (gli F-35 a capacità nucleare), aerei d’intelligence e un’ampia gamma di forze terrestri. (10)

A conferma della propria intenzione di rafforzare il dispositivo bellico nella prospettiva di un “inevitabile” scontro con la Russia, la NATO sta affidando commesse miliardarie per la produzione di sofisticati sistemi militari. Poche settimane fa la NATO Support and Procurement Agency (NSPA), l’agenzia che si occupa di appalti logistici per l’Alleanza Atlantica, ha firmato un contratto del valore di 5,5 miliardi di dollari con COMLOG (joint venture tra l’azienda statunitense RTX Raytheon e la holding europea produttrice di sistemi missilistici MBDA) per la produzione di un migliaio di sistemi terra-aria “Patriot” che saranno consegnati prevalentemente ad una coalizione di paesi tra cui Germania, Paesi Bassi, Romania e Spagna. Buona parte dei missili saranno realizzati nello stabilimento MBDA di Schrobenhausen (Germania). Il sistema “Patriot” sarà impiegato per neutralizzare aerei ed elicotteri ed intercettare missili balistici tattici a grande distanza. Dopo l’invasione russa del 24 febbraio 2022, la NATO ha schierato batterie del sistema missilistico terra-aria in alcuni paesi dell’Europa orientale. Consegne dei “Patriot” sono state fatte anche alle forze armate ucraine. (11)

Si svuotano i granai e si riempiono gli arsenali

A fine dicembre il Dipartimento di Stato USA ha approvato la vendita alla NATO Support and Procurement Agency di 940 missili terra-aria FIM-92K “Stinger” e relativo equipaggiamento per il valore stimato di 780 milioni di dollari. I sistemi missilistici saranno realizzati negli States dai colossi Raytheon e Lockheed Martin. I FIM-92K “Stinger” sono una variante migliorata dell‘omonimo sistema di difesa aerea portatile con maggiori capacità di acquisizione, tracciamento ed ingaggio degli obiettivi. Per la sua versatilità possono essere impiegati in ampi contesti ambientali da parte di singole unità, veicoli terrestri o piattaforme aeree contro aerei, elicotteri e droni.

Sempre la Nato Support and Procurement Agency ha siglato nei giorni scorsi un contratto per l’acquisto di circa 220.000 proiettili di artiglieria da 155 millimetri. Il valore della commessa supera l’1,2 miliardi di dollari e rientra nell’ambito delle iniziative varate dall’Alleanza per rafforzare le capacità di “deterrenza” dei paesi membri e sostenere direttamente l’Ucraina nella guerra contro la Russia. Nel periodo compreso tra il luglio e il dicembre 2023 la NATO aveva già stipulato contratti per munizioni per 10 miliardi di dollari. Lo scorso novembre l’agenzia NSPA ha acquistato pure sei Boeing E-7A “Wedgetail” (basati sull’aeromobile civile B-737), velivoli di comando e controllo di prossima generazione che sostituiranno i più vecchi E-3A Awacs (Airborne Warning and Control System), gli aerei radar della NATO che operano dalle basi militari di Geilenkirchen (Germania), Konya (Turchia), Aktion (Grecia) e Trapani-Birgi (Italia). (12)

Al rafforzamento delle dotazioni di munizioni degli alleati europei della NATO darà un importante contributo il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d’America. A fine dicembre è stata firmata una modifica a un precedente contratto affidato a Raytheon per la fornitura di ulteriori munizioni guidate di precisione “StormBreaker” (SDB II o GBU-53/B) per 344 milioni di dollari circa. Il contratto prevede le vendite militari estere a favore di Italia, Germania, Finlandia e Norvegia. La consegna delle bombe “StormBreaker” sarà completata entro l’agosto 2028. (13)

Note:

  1. https://www.nato.int/cps/en/natohq/news_221905.htm?selectedLocale=en2
  2. https://www.nato.int/cps/en/natohq/news_221753.htm?selectedLocale=en3
  3. https://www.nato.int/cps/en/natohq/opinions_221779.htm
  4. Per human enhancements, i settori scientifici e di ricerca della cosiddetta “umanistica digitale” intendono il potenziamento delle prestazioni umane, fisiche, intellettive, cognitive ed emotive per mezzo di un uso intenzionale delle nuove tecnologie e delle conoscenze tecnico-scientifiche.5
  5. https://www.nato.int/cps/en/natohq/news_221601.htm?selectedLocale=en6
  6. https://www.nato.int/cps/en/natohq/news_221643.htm?selectedLocale=en7
  7. https://www.nato.int/cps/en/natohq/opinions_221779.htm
  8. https://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2024/01/15/nato-nel-2024-lalleanza-impegnata-nella-piu-grande-esercitazione-degli_225c121a-d356-4038-9ea5-45e21062b6c6.html9
  9. https://www.stripes.com/theaters/europe/2024-01-16/britain-nato-exercise-steadfast-defender-12691570.html10
  10. https://www.nato.int/cps/en/natohq/news_221626.htm11
  11. https://www.avionews.com/item/1256116-nato-acquista-220-000-proiettili-di-artiglieria.html12
  12.  https://aresdifesa.it/stormbreaker-per-italia-ed-altri-alleati-nato/

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