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La rabbia dei curdi a Pisa

La scorsa notte infatti l’aviazione turca ha bombardato, in una larga operazione militare con aerei F-16, i territori del Kurdistan turco, colpendo decine di civili tra cui molte donne e bambini che stavano rientrando nei propri villaggi, da cui si erano allontanati in ricerca di provviste.
L’attacco, in seguito riconosciuto come “errore” da parte degli stessi comandanti turchi, aveva come obbiettivo ufficiale quello di colpire i guerriglieri della resistenza curda.

La rabbia per le continue ingiustizie subite, che sono arrivate quest’oggi al loro apice, è esplosa nei territori curdi fino ad arrivare ad uno scontento popolare che si è fatto sentire anche nelle
nostre città.
Molti i curdi che nel primo pomeriggio a Pisa si sono dati appuntamento per un presidio in logge dei banchi, di fronte al comune, sono giunti poi in corteo sino alla prefettura al grido di slogan tra cui “Erdogan assassino, Ocalan libero!”, oppure “Siamo tutti PKK” per lanciare un appello verso le istituzioni affinchè queste la smettano di collaborare con lo stato turco che mascherandosi da “stato democratico” si dimostra, invece, pieno di contraddizioni interne: repressioni e continue violazioni dei diritti delle minoranze come quella curda.

Le parole a gran voce urlate dalla comunità curda nella città toscana come “No alla guerra, vogliamo la pace”, non sembrano intendere affatto una pace remissiva, ma una pace possibile solo con la lotta e con una vera giustizia sociale, e la rivendicazione della libertà per un popolo e per una terra in lotta che non si arrendono nonostante decenni di repressione.

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