La rabbia dei minatori invade la Madrid dell’austerità
A 5 ore dall’inizio del corteo, centocinquantamila persone avanzano e indietreggiano lungo il Paseo della Castellana, seguiti dal circolare frenetico dei blindati. Verso le 4 e mezza i sindacalisti hanno terminato i loro proclami. La gente invoca le dimissioni del governo Rajoy; un paio d’ore prima anche il segretario di Izquierda Unida aveva richiesto le dimissioni immediate del Ministro degli Interni per la gestione irresponsabile della giornata di protesta.
Alle ore 19 da Atocha riprenderanno cortei a Madrid in solidarietà alla lotta dei minatori. Le ultime notizie ci parlano di 32 feriti e 7 arresti.
La giornata, da lotta vertenziale, si è subito configurata come un momento di presa di piazza e parola generalizzato, e si annuncia ancora lunga. La sensazione è che la radicalizzazione della lotta, imposta dall’agire indiscriminato della polizia, sia un dato di cui moltissime persone cominciano a tenere conto, e un segnale da cogliere anche a queste latitudini.
Di sicuro, alla rabbia crescente dovuta al muso duro del Parlamento su questioni come tagli a sanità, educazione, settori strategici, si aggiungono i fatti di oggi, dove è stata gravemente ferita persino una bambina di tre anni, raggiunta alla coscia dall’ennesima pallottola di gomma. Ma uno dei dati decisivi della giornata è che a partire dalla tenacissima lotta dei minatori in queste ore nelle piazze di Madrid stanno resistendo molteplici istanze di lotta contro la crisi… una nuova estate di lotta all’austerità in Spagna?
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