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LIBANO. Alta tensione tra Israele e Hezbollah dopo il raid in Siria

Tel Aviv ha colpito ieri pomeriggio un convoglio del Partito di Dio nel Golan, uccidendo anche Jihad Mughniyeh,  figlio dell’ex comandante dell’ala militare di Hezbollah Imad Mughniyeh e Mohammed Issa, capo delle operazioni militari del gruppo in Siria. Il gruppo ha promesso vendetta

AGGIORNAMENTO ORE 13 – Nel raid israeliano che ieri ha colpito un convoglio di Hezbollah nel Golan siriano sarebbero rimasti uccisi anche sei militari iraniani, tra cui il generale Ali al-Addadi, in Siria come consigliere dell’esercito di Bashar al-Assad. Lo hanno confermato le autorità della Repubblica islamica.

della redazione

Roma, 19 gennaio 2015, Nena News – La prossima guerra tra Hezbollah e Israele si svolgerà sul suolo siriano. Ne sono sicuri osservatori e analisti politici, soprattutto dopo l’attacco di ieri a un convoglio di miliziani del Partito di Dio vicino Quneitra, nel Golan siriano, da parte dell’aviazione israeliana. Sei morti, tra cui Jihad Mughniyeh, figlio dell’ex comandante dell’ala militare di Hezbollah Imad Mughniyeh assassinato nel 2008 a Damasco e Mohammed Issa, capo delle operazioni militari del gruppo in Siria. Il raid, effettuato da un elicottero che stava sorvolando il confine siro-israeliano, ha centrato l’auto di Mughniyeh in una colonna di automezzi che perlustrava i dintorni del villaggio di Mazraat Amal.

Fonti militari israeliane hanno confermato l’attacco – il settimo sul suolo siriano dall’inizio del conflitto e il quarto contro i miliziani di Hezbollah – compiuto, stando a quanto riportano i media israeliani, contro “obiettivi terroristici che intendevano attaccare Israele”. Un attacco effettuato tre giorni dopo l’intervista in cui il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah aveva avvertito gli israeliani degli effetti provocati da una qualsiasi mossa “stupida” compiuta in Siria come in Libano: ci sara’ una rappresaglia certa, ha giurato Nasrallah, ricordando che i missili di Hezbollah possono colpire “qualunque punto” dello Stato ebraico. Un attacco, come sostengono alcuni analisti, che suona come una risposta alle parole del leader di Hezbollah.

La direzione del Partito di Dio ha subito dichiarato che risponderà all’attacco: al Jazeera ha riportato le parole di alcune fonti interne al partito secondo cui ci saranno “rappresaglie calcolate” che potrebbero avvenire “in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo”, mentre al Manar Tv, l’emittente del gruppo,  ha riportato che l’attacco israeliano suggerisce che “il nemico e’ impazzito a causa delle capacita’ crescenti di Hezbollah” e che questa mossa potrebbe portare a “un’avventura costosa che avra’ delle ripercussioni sull’intero Medio Oriente”.

Intanto cresce la tensione per i funerali di Jihad Mughniyeh, che avranno luogo nel pomeriggio a Dahiyeh, la roccaforte di Hezbollah nella zona meridionale di Beirut. La sua morte e’ significativa non tanto per la posizione che ricopriva all’interno dell’ala militare del gruppo, quanto per il fatto di essere il figlio di Imad Mughniyeh, l’ex numero due di Hezbollah assassinato nel 2008 davanti alla sua casa di Damasco. “Uccidere il figlio di Imad Mughniyeh – spiega Nabil Boumonsef sul quotidiano an-Nahar – e’ pericoloso. Non penso che il gruppo possa stare tranquillo ora che padre e figlio sono stati assassinati. Mi aspetto che Hezbollah faccia qualcosa”.

da Nena News

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