Libano: rimpatrio forzato dei rifugiati siriani.
Il governo libanese ha iniziato una campagna di deportazione forzata dei rifugiati siriani presenti sul suo territorio, i rastrellamenti da parte dell’esercito sono in corso da diverse settimane nel silenzio dei media.
Questa settimana il Ministero degli Interni libanese ha decretato che tutti i Comuni devono condurre un censimento a tappeto per registrare tutti i siriani che vi abitano e assicurarsi della regolarità dei loro documenti. Secondo i dati dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ad oggi, sono circa 80 mila i rifugiati registrati in Libano, a seguito dello scoppio della guerra civile in Siria nel 2011, seppur si siano toccate cifre come 1,2 milioni di rifugiati registrati.
La questione dei dati, sia per la loro inaccessibilità che per la loro fallacia, è uno degli elementi critici in questo Paese, oltre al fatto che questa guerra interna si sia scatenata in un contesto di crisi economica e sociale dilagante, trovando l’occasione per individuare un capro espiatorio nella propaganda governativa anche in vista delle elezioni presidenziali. Inoltre, il reintegro della Siria all’interno della Lega Araba implica numerose conseguenze, tra gli accordi sul piatto c’è anche la questione del rimpatrio in sicurezza dei rifugiati presenti in Libano, forzando una normalizzazione ben poco ancorata alla realtà.
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