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Lisbona: sgomberata “Casa de Ladra” per fare spazio alla gentrificazione

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Riceviamo e pubblichiamo volentieri…

Lo scorso 1° settembre, lə abitantə della “Casa da Ladra”, un’occupazione sorta all’inizio della primavera nelle vicinanze del famoso mercato “Feira da Ladra” di Lisbona, sono statə svegliatə da alcuni operai intenti a murare la porta della propria abitazione.

Il fondo immobiliare Spark Capital, molto attivo in città e proprietario dell’immobile comunicava così, alle persone che vi risiedevano, in maniera del tutto informale e senza un’ordinanza di sfratto, di avere due giorni di tempo per liberare l’edificio. Come promesso, la mattina di venerdì 3 settembre la polizia si presentava in forze, chiudendo la strada ed impedendo di avvicinarsi all’immobile, sia all’avvocata dellə occupanti che a decine di solidali. Nel corso della mattinata, le forze dell’ordine sfondavano la porta d’ingresso e mettevano in atto uno sfratto illecito, in quanto non supportato da una legittima ordinanza. Le 14 persone che si trovavano all’interno dell’edificio venivano poi condotte nel vicino commissariato del quartiere “Penha da França”, e lì identificate, interrogate e denunciate per resistenza e occupazione abusiva, riuscendo a parlare con la propria avvocata solamente nel pomeriggio. Nel frattempo, alcuni operai contrattati dal fondo Spark Capital provvedevano tempestivamente a murare le vie d’accesso all’immobile, non curandosi del fatto che gli averi dellə abitanti si trovassero ancora all’interno. Solo tre giorni dopo, lo scorso 6 settembre, le 14 persone denunciate, oltre ad aver perso la propria casa e le proprie cose, si sono ritrovate a dover comparire davanti a un tribunale. Sebbene per il momento l’udienza sia stata rimandata, dando quantomeno tempo di organizzare una difesa, le accuse permangono.

Nonostante questo episodio abbia suscitato particolare clamore, chi conosce la capitale lusitana sa che non è affatto raro, vagando per le vie cittadine, imbattersi in edifici le cui vie d’accesso siano murate. È uno degli effetti del crudele gioco della speculazione immobiliare, le cui regole prevedono che un condominio possa essere lasciato vuoto, sebbene abitabile, in attesa del momento propizio per vendere o ristrutturare. Una vera e propria piaga che negli ultimi anni ha trovato a Lisbona un terreno particolarmente fertile, contribuendo a velocizzare i processi di gentrificazione in atto. La città è d’altronde diventata non solo una vera e propria capitale del turismo, con numeri in progressivo aumento sino all’insorgere della pandemia, ma anche la scelta di vita di migliaia di giovani internazionali, attratti dalle opportunità di lavoro offerte dalle numerose multinazionali sbarcate nel paese, grazie a un regime fiscale agevolato ed i bassi stipendi.

Il cambiamento negli ultimi anni è stato radicale e veloce. Gli affitti sono saliti vertiginosamente, a tassi così elevati da raddoppiare dal 2013 ad oggi e portare Lisbona all’ottavo posto della classifica delle capitali europee con i canoni più alti, secondo i dati del FMI. In un paese in cui il salario minimo mensile è di 665 euro, il costo della vita nella capitale è diventato insostenibile per una percentuale sempre più ampia della popolazione. Gli aumenti sono stati così repentini da comportare un vero e proprio esodo dei residenti dal centro della città verso i quartieri più periferici o verso i comuni limitrofi e, in molti casi, hanno lasciato senza un’abitazione stabile le persone in maggiore difficoltà. Numerose attività commerciali hanno dovuto chiudere i battenti, lasciando spazio a negozi di souvenir e ristoranti d’ogni tipo.

Tra chi invece ha raccolto i frutti di questo vero e proprio “boom”, vi sono soprattutto i grandi fondi immobiliari, che stanno letteralmente divorando la città un edificio dopo l’altro, ristrutturando palazzi interi da destinare agli affitti brevi o da vendere parcellizzati in appartamenti di lusso, a chi vede nel mercato immobiliare una buona occasione di profitto, o a chi desidera approfittare del controverso programma detto dei VISA GOLD, che permette un rapido accesso alla cittadinanza portoghese a chi sia disposto a spendere ingenti somme di denaro nell’acquisto di un immobile.

L’occupazione della “Casa da Ladra” è sorta proprio in uno delle migliaia di edifici lasciati letteralmente marcire dal capitale. Da circa sei mesi un gruppo di persone si era attivato per ripulire lo spazio e renderlo abitabile, destinando così un immobile al suo fine originario e salvandolo dalla brutale mercificazione di cui era divenuto oggetto. Il proprietario è ancora una volta il fondo immobiliare Spark Capital, già noto per le tristi vicende legate allo sfratto dello spazio sociale “Seara”, nel giugno 2020. In quella circostanza ad essere sgomberato fu un antico asilo, adibito in piena pandemia e attraverso uno sforzo comunitario a centro di appoggio mutuo, con l’obiettivo di supportare giornalmente decine di persone in difficoltà. Anche in quell’occasione tutto avvenne fuori dal diritto portoghese, non fu emessa infatti alcuna ordinanza di sfratto e lo sgombero venne attuato, non dalle forze dell’ordine, ma dai dipendenti dell’impresa di sicurezza privata “LB Segurança”, che si presentarono all’alba, armati di spranghe, bastoni, e persino una pistola a minacciare lə abitanti. Anche in quel frangente la polizia decise di difendere il fondo speculativo, permettendo che lo sfratto continuasse ed anzi aggredendo i solidali accorsi in soccorso della “Seara”.

Il problema abitativo è insomma una delle questioni più impellenti a Lisbona ed uno dei terreni di scontro più caldi. Al di là di questi significativi esempi da me riportati vi sono storie quotidiane di sfratti più silenziosi ma non per questo meno dolorosi e gravi. Interi quartieri “abusivi” stanno venendo pian piano demoliti, quasi sempre senza preoccuparsi del destino dellə abitanti. E se da un lato l’amministrazione parla spesso di progetti di “affitti accessibili”, dall’altro non esita a schierarsi sempre e comunque dal lato degli speculatori. Molti collettivi, sia in città che in altre parti del paese, cercano come possono di contrastare queste inique dinamiche e, a chi volesse approfondire la questione, consiglio la visione del documentario “O que vai acontecer aqui?” del collettivo “Left Hand Rotation”, facilmente reperibile online con i sottotitoli in diverse lingue. 

Luca

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pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

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