InfoAut
Immagine di copertina per il post

Medio Oriente: il governo israeliano cerca l’allargamento del conflitto coinvolgendo Libano ed Iran

L’omicidio mirato di Saleh Al-Arouri, alto dirigente di Hamas, a Beirut e l’attentato che è avvenuto in Iran durante la manifestazione per il generale Soleimani, con almeno 95 vittime, parlano chiaro rispetto alla stategia del governo di Netanyahu: la destabilizzazione del Medio Oriente al fine di coinvolgere USA ed UE in un conflitto regionale.

Se per l’omicidio Al-Arouri è ben chiara la matrice per quanto riguarda l’attentato che ha colpito il raduno di migliaia di persone a Kerman, in Iran, basta chiedersi cui prodest?

Il governo iraniano ha più volte dimostrato di non voler ingaggiare un conflitto su larga scala con Israele, persino dopo l’omicidio in Siria del generale Mousavi dunque è da escludere un inside job per motivare la popolazione allo scontro. Lo stesso si può dire degli USA, che in questo momento non hanno alcun interesse a dover nuovamente intervenire in medio-oriente poiché hanno obbiettivi più consistenti, la Russia e la Cina.

L’unico attore che ha interesse nell’allargamento della guerra è Netanyahu: la campagna a Gaza per ora non ha portato a nessun risultato militare e politico significativo, né la liberazione degli ostaggi, né l’eradicazione di Hamas che anzi sta espandendo il suo consenso anche in Cisgiordania, ma solo ad un’enorme carneficina che ha mostrato al mondo la vera natura dei crimini israeliani. L’opinione pubblica internazionale è per lo più solidale nei confronti dei palestinesi e i tentativi dei media embedded di invertire la tendenza non sembrano efficaci. Se la guerra finisse domani finirebbe con essa la carriera politica di Netanyahu e del suo circolo. Inoltre il governo israeliano, ancora una volta, pensa che questa guerra possa essere un’occasione per chiudere per sempre la questione palestinese e con potenze regionali come Hezbollah ed Iran pronte a sostenere non solo nominalmente, ma con risorse ed armamenti le fazioni della resistenza ciò sarà pressoché impossibile. Il sogno del governo suprematista israeliano è quello di ridisegnare a proprio piacimento la mappa regionale del Medio Oriente.

La sequenza di attentati tra Libano ed Iran è avvenuta dopo che gli Stati Uniti hanno annunciato il ritiro della portaerei Gerald Ford dal Mediterraneo Orientale. Se gli attacchi Houthi alle navi israeliane hanno riscosso efficacia costringendo gli stati occidentali a creare una coalizione che garantisse la continuità della catena logistica e delle rotte commerciali, è evidente che altra cosa sarebbe l’esplosione di una guerra su scala regionale con esiti impossibili da prevedere.

Come dice Cosimo Caridi: “Washington non vuole una guerra regionale, ma al tempo stesso ritiene fondamentale che Tel Aviv rimanga la vera potenza dell’area. Blinken sta cercando di calmare tutti, ma ugualmente garantisce che le armi, soprattutto le munizioni, non manchino a Israele. Se abbiamo imparato una cosa dall’Ucraina è che nessun paese europeo ha colpi sufficienti per una guerra di attrito. Se l’Italia fosse trascinata in un conflitto avremmo munizioni per due o tre giorni. In medioriente non è così, se la guerra si allarga sarà una cosa lunga. Si stima che solo Hezbollah abbia 30mila missili. L’unica mossa che sbloccherebbe tutto è un cessate il fuoco su Gaza.”

Cessate il fuoco che evidentemente il governo Netanyahu non è disposto in nessun modo a considerare e che gli Stati Uniti non sono in grado di imporre. Gli elementi per un’escalation ci sono tutti.

Dal discorso di ieri del leader di Hezbollah, Nasrallah, si intuisce che l’intenzione è quella di continuare a cuocere a fuoco lento gli israeliani e non impegnarsi in uno scontro diretto cercando di evitare l’intervento sul campo degli USA, ma l’attentato in Iran non era ancora avvenuto e una risposta decisa all’assasinio di Saleh Al-Arouri sarà inevitabile, pena la perdita di consenso nella base sociale di Hezbollah. Quale che sia questa risposta gli israeliani potrebbero prenderla come pretesto per un attacco al Libano che condurrebbe agli scenari già evocati.

Alla luce di tutto ciò si fa ancora più necessaria la mobilitazione a sostegno del popolo palestinese e contro la guerra genocida che Israele sta portando a Gaza rivolta in primo luogo nei confronti dei governi occidentali perché si impegnino nell’evitare l’allargamento del conflitto e pretendano un immediato cessate il fuoco.

Di seguito i servizi di Radio Onda d’Urto su quanto sta accadendo in Libano ed Iran:

Aggiornamento mercoledì 3 gennaio pomeriggio  – In Libano, dopo l’attentato israeliano contro alti dirigenti di Hamas, la tensione è altissima, con alcuni razzi caduti in Israele, il governo locale che chiede a Hezbollah di non reagire senza un coordinamento nazionale e la Germania, che ha chiesto ai concittadini di lasciare il Paese. Il tutto mentre il leader del movimento sciita, Nasrallah, ha tenuto un discorso nel tardo pomeriggio, trasmesso da una località segreta. Durante l’intervento, infatti, jet militari di Israele hanno sorvolato di continuo Beirut, facendosi udire distintamente.

Sulle parole di Nasrallah il commento di Pasquale Porciello, giornalista freelance che vive a Beirut.  Ascolta o scarica

L’analisi completa di Pasquale Porciello è disponibile qui: Ascolta o scarica

Oltre ad al-Arouri, tra le vittime dell’attentato israeliano in Libano c’è anche  Samir Effendi  54 anni, contatto principale di Hamas con il gruppo Houthi dello Yemen. Proprio gli Houthi oggi hanno attaccato la nave portacontainer Cma Cgm Tage diretta in Israele. In una nota spiegano che ‘qualsiasi attacco degli Usa o di Israele non passerà senza una risposta o una punizione’ nel Mar Rosso.

Infine l’Iran, con le 2 devastanti esplosioni che hanno fatto 103 morti e 171 feriti a Kerman, vicino alla tomba del generale Soleimani, ucciso 4 anni fa da parte degli Usa e ritenuto architetto della strategia iraniana in Medio Oriente tra Libano, Siria e Iraq. Le autorità iraniane, oltre a dichiarare per domani lutto nazionale, parlano di “gesto terroristico condotto da mercenari di potenze arroganti (termine che l’Iran per Usa, Israele e alleati) che saranno puniti. La nostra risposta sarà distruttiva”. Tacciono, per ora, gli Usa, mentre la Ue e l’Onu hanno “condannato con fermezza l’attentato”.

Molte le reazioni internazionali, a cavallo tra la strage israeliana di Beirut e quella, per ora senza paternità, in Iran. L’egiziano Al Sisi, dopo che Hamas ha annunciato lo stop immediato a ogni trattativa sugli ostaggi, ha incontrato una delegazione del Congresso Usa sottolineando l’importanza di “un’azione responsabile” per evitare di allargare il conflitto nella regione: “la priorità è il cessate il fuoco a Gaza”. Tema di cui parleranno sabato il segretario di Stato Usa Blinken e l’omologo turco, Fidan, ad Ankara. Infine la Ue: “Quello che abbiamo imparato negli ultimi 30 anni è che la soluzione in Medio Oriente deve essere imposta dall’esterno” ha detto l’alto rappresentante Ue Josep Borrell a Lisbona, indicando poi in Usa, Europa e Paesi arabi “gli attori responsabili impegnati a trovare una soluzione” in Palestina.

Aggiornamento mercoledì 3 gennaio mattina – Un attacco dell’esercito israeliano, effettuato con un drone nell’area meridionale nella città di Beirut, in Libano, ha ucciso ieri sera, martedì 2 gennaio 2024, Saleh al-Arouri, importante dirigente di Hamas. L’esplosione che ha colpito l’edificio dove si trovava ha ucciso almeno altre 6 persone.

Secondo Al Jazeera, Hamas avrebbe identificato tra gli altri sei palestinesi uccisi Samir Effendi (detto Abu Amer), ritenuto capo della divisione tecnologica in Libano e responsabile dell’azione militare di Hamas nel sud del Paese, e Azzam al-Aqra, delle Brigate al-Qassam, ritenuto da Israele l’organizzatore in Libano degli attacchi del 7 ottobre. Secondo Israele gli altri erano membri del gruppo armato Al Jamaa al-Islamyia, più un altro dei vertici di Hamas, Ahmed Hammoud. Su questi, però, non c’è al momento conferma da altre fonti.

Saleh al-Arouri, 57 anni, era considerato il leader di Hamas in Cisgiordania. Ha scontato diversi anni nelle carceri israeliane. Era stato rilasciato nel 2010. Molto vicino al movimento sciita libanese Hezbollah, seguiva da Beirut le operazioni militari di Hamas in Cisgiordania. In risposta all’attacco, Hamas ha comunicato che i negoziati sul rilascio degli ostaggi del 7 ottobre sono sospesi.

L’operazione che ha portato all’uccisione di al-Arouri rappresenta una pericolosa escalation nello scontro tra Israele ed Hezbollah, che fino ad oggi era rimasto circoscritto alle zone di confine tra i due Stati. Ieri sera il movimento sciita libanese ha dichiarato di considerare l’assassinio di Al-Arouri un “serio assalto al Libano”, aggiungendo che “il crimine non verrà lasciato senza risposta e punizione”.

Prima di Hezbollah, il premier libanese uscente Najib Mikati, aveva dichiarato che il raid rappresenta “un nuovo crimine israeliano che mira a trascinare il Libano in una nuova fase di confronto dopo i continui attacchi quotidiani nel sud”. “Una risposta chiara – ha aggiunto – ai nostri sforzi per allontanare lo spettro della guerra di Gaza dal Libano”. Ha poi fatto appello ai leader dei Paesi coinvolti perché facciano pressione su Israele affinché cessi i suoi attacchi. Atteso per oggi pomeriggio il discorso pubblico del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah.

Nelle principali città della Cisgiordania – fra cui Ramallah, Nablus e Hebron – è in corso uno sciopero generale del commercio per protestare contro l’uccisione di al-Arouri, che era originario del villaggio di Arura (vicino Ramallah). Altre manifestazioni sono previste per oggi pomeriggio. Ieri un dirigente di al-Fatah, Jibril Rajoub, ha telefonato al leader di Hamas Ismail Haniyeh per esprimere condoglianze “per la scomparsa – queste le sue parole – di questa grande figura nazionale”. Sempre nella Cisgiordania occupata sono in corso da stanotte gli ennesimi raid delle forze israeliane, nei campi profughi di Tulkarem e Nour Shams, e a Hebron, dove la polizia sta effettuando arresti di massa.

Nel frattempo continuano i bombardamenti israeliani sulla martoriata Striscia di Gaza. L’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) annuncia che dall’inizio dei raid sono stati uccisi 142 suoi dipendenti (all’1/1) e stima che gli sfollati interni nella Striscia sono 1,9 milioni, oltre l’85% della popolazione. Proseguono anche i combattimenti sul terreno. L’esercito israeliano ha annunciato oggi l’uccisione di un altro soldato negli scontri a fuoco in corso nel nord della Striscia. Sale così a 175 il bilancio ufficiale dei soldati di Tel Aviv morti dall’inizio dell’invasione via terra.

I commenti ai nostri microfoni di:

Alberto Negri, giornalista, editorialista del quotidiano Il Manifesto, esperto di Medio Oriente. Ascolta o scarica.

Michele Giorgio, corrispondente da Gerusalemme del quotidiano Il Manifesto, direttore di Pagine Esteri e nostro collaboratore. Ascolta o scarica.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

ASSEDIO DI GAZAhezbollahiranisraelelibanomedio orientenasrallahpalestinastati uniti

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Prof Chambers: “Israele vuole la pulizia etnica. I genocidi del colonialismo occidentale”

Il sionismo persegue la pulizia etnica con una politica colonialista e anche sui temi del genocidio, dell’unicità della Shoah, bisogna permettere che altre voci possano partecipare, senza far dominare il discorso dal punto di vista unico, egemonico e occidentale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kurdistan: attacco ad Ankara, bombardamenti turchi, colloqui con Ocalan

Giovedì, dopo la notizia di un riuscito attacco della guerriglia (rivendicato venerdì mattina) curda del PKK contro la principale industria di ingegneria bellica turca ad Ankara, l’aviazione di Erdogan ha scatenato sanguinosi raid aerei sulla Siria del Nord e sul nord dell’Iraq, dove il PKK sta infliggendo dure perdite all’esercito turco.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

KCK: agiremo secondo il processo sviluppato da Rêber Apo

“Il nostro movimento, con tutte le sue componenti, agirà secondo il processo che il Rêber Apo svilupperà”, ha dichiarato la co-presidenza della KCK, sottolineando che per questo devono essere stabilite le condizioni di salute, sicurezza e lavoro del leader.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Assassinano padre Marcelo crivellandolo di colpi dopo aver officiato la messa: da sempre ha denunciato l’estrema violenza in Chiapas

Pubblichiamo la traduzione di questo del 20.10.2024 articolo a cura della Redazione di Desinformémonos perchè pensiamo sia prezioso per far conoscere la storie e le lotte portate avanti da padre Marcelo Perez Pérez attraverso le sue stesse parole.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Vertice dei Brics a Kazan: si prospetta la fuoriuscita dal dollaro?

In questi giorni si è tenuto l’incontro internazionale dei Brics+ che ha coinvolto 36 Paesi a Kazan, alla guida la Russia di Putin.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Centro addestrativo per i piloti di elicotteri da guerra in Liguria.

Sorgerà in Liguria un grande centro di formazione ed addestramento dei piloti di elicottero delle forze armate italiane e straniere; la realizzazione sarà affidata ad un’azienda leader del complesso militare-industriale di Israele.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Grecia: i portuali bloccano un container di munizioni per Israele

Decine di membri del sindacato greco dei lavoratori portuali PAME (Front Militant de Tous les Travailleurs) hanno bloccato il carico di un container di munizioni destinato a Israele per protestare contro la guerra a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Vice-capo di Hezbollah afferma che esiste ora una “nuova equazione” nella lotta contro Israele

In un recente discorso televisivo, il vicesegretario generale di Hezbollah, Naim Qassem, ha dichiarato che il gruppo di resistenza libanese si è completamente ripreso dai recenti colpi e sta operando sotto una “nuova equazione” volta a intensificare i suoi attacchi contro lo Stato di occupazione israeliano.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Attivisti ebrei contro il genocidio bloccano la borsa di New York

Lunedì 14 ottobre, un gruppo di attivisti del collettivo “Jewish Voices for Peace” ha preso d’assalto la Borsa di New York per chiedere la fine dei crimini commessi da Israele e il blocco delle forniture di armi allo Stato coloniale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele spara sulle truppe Unifil: il cortocircuito colonialista

Dopo un anno di guerra genocida a Gaza i politici italiani hanno iniziato a pronunciare le parole “crimine di guerra”.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Gli Stati Uniti verso le elezioni: guerre e guerra civile

Manca poco più di una settimana alle elezioni negli Stati Uniti e nonostante i pronostici regna l’incertezza.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Lettera di Anan Yaeesh dal carcere di Terni

Lettera di Anan dal carcere di Terni. E’ stata scritta il 24 settembre. Il 10 novembre si terrà un presidio sotto il carcere di Terni, dalle 14 alle 18

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Ribellarsi per la Palestina è possibile e necessario più di prima: una riflessione dal casello di Roma Ovest su sabato 5 ottobre e DDL 1660

Con questo articolo vogliamo proporre una riflessione sulla giornata di mobilitazione per la Palestina di sabato 5 ottobre a partire dall’esperienza di lotta e conflitto che abbiamo avuto come studentə e giovani di Pisa partitə con il pullman di Studentə per la Palestina, per arrivare a Roma.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

“Tiziano libero”: appello alla solidarietà concreta per il compagno arrestato il 5 ottobre a Roma

Si moltiplicano le iniziative solidali in favore di Tiziano, il compagno dello Spazio Sbago di Urbino malmenato e arrestato dalle forze dell’ordine durante la manifestazione per la Palestina e il Libano del 5 ottobre a Roma.