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Messico, manifestazioni contro la legge-censura del web

Tra i provvedimenti dal sapore più spiccatamente censorio figurano innanzitutto la messa a tacere di alcune emittenti radio oltre che la creazione di “zone silenziose” in cui, in occasione di manifestazioni o situazioni considerate pericolose per la sicurezza nazionale (parametri evidentemente fumosi e flessibili), potranno essere tagliati tutti i segnali in modo da impedire ogni comunicazione telefonica o via internet.

Un attacco evidente alla libertà di comunicazione ed espressione che si pone in continuità con la linea dura adottata fin dall’inizio del presidente Nieto soprattutto nei riguardi del web e dei social network.

Con la nuova legge viene inoltre riabilitato il gruppo di informazione “Televisa”, scomparso da anni e notoriamente espressione del PRI, il partito del presidente in carica.

Il 20 aprile è stato lanciato un appello per tre giorni di azione in tutto il paese per protestare contro il provvedimento del governo, mentre questo sabato verrà creata una lunga catena umana che correrà dal palazzo presidenziale alla sede di Televisa Chapultepec.

Martedì una grossa manifestazione convocata col nome di “Marcha contro el silencio” ha riempito le strade di Città del Messico, mentre l’hashtag #EPNvsInternet teneva saldamente la testa dei trend mondiali per diverse ore. Si è trattato della seconda grande protesta di questo mese: nei pressi della sede di Televisa la polizia ha caricato violentemente i manifestanti, causando diversi feriti e arrestando almeno 5 persone. Nelle ore successive sul web circolavano diverse immagini che testimoniavano brutalità e aggressioni gratuite da parte degli agenti.

Nel frattempo il gruppo #DefenderInternet ha diffuso una lettera indirizzata al Congresso che ha già raccolto molti firmatari e sostenitori in cui si denuncia il contenuto della legge sulla telecomunicazione, mentre per i prossimi giorni si preparano nuovi momenti di mobilitazione.

 

Un video della manifestazione del 22 Aprile:

 

Le immagini di un manifestante trascinato e terra e preso a calci dalla polizia durante l’arresto:

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