Nuovi scontri a Ferguson, 31 arresti. Esce un video sull’uccisone di Michael Brown
Un’altra notte di rabbia a Ferguson per l’uccisone di Michael Brown da parte di un poliziotto. Dopo la revoca del coprifuoco, violata sistematicamente dai manifestanti nelle due notti precedenti, il governatore del Missouri, Jay Nixon, porta la Guardia nazionale a presidiare le strade del sobborgo di St Luis. Esercito e polizia con armi puntate e mezzi blindati, cercano di allontanare i manifestanti dalle strade che invece resistono ai lanci di lacrimogeni sparati dalla polizia. Durante gli scontri vengono arrestate 31 persone e due rimangono ferite. Intanto esce oggi un video che riprende la scena dell’uccisione di Michael Brown da parte del poliziotto. La scena dell’uccisione è stata ripresa da una giovane ragazza, Piaget Crenshaw, di 19 anni, che dalla sua finestra di casa è stata testimone di quanto successo quel pomeriggio del 9 agosto. Il video è stato consegnato alla Cnn solo oggi perchè, dice Piaget Crenshaw “Avevo paura”. La ragazza racconta, nello studio della Cnn, di aver visto Michael e il poliziotto discutere. Dopo qualche minuto l’agente ha cercato di mettere in auto Michael, il quale si è divincolato e l’agente avrebbe sparato un primo colpo mancando Michael. Dopo quel primo sparo, il giovane si gira con le mani alzate e in quel momento il poliziotto ha nuovamente sparato, colpendolo.
Oltre al video che riprende le fasi dell’uccisione di Michael, oggi arriva alla famiglia del giovane, una lettera della madre di Trayvon Martin – il 17enne afro-americano ucciso nel 2012 a Sanford da un colpo di pistola sparato da un poliziotto – nella quale la donna esprime cordoglio per quanto successo.
L’America della disuguaglianza, della violenza poliziesca, della segregazione razziale, si trova a dover gestire una protesta che vede il protagonismo di molti giovani provenienti anche da altre città americane e che sembra non volersi placare, anzi sono le parole della madre di Michael a spingere a continuare la protesta:” Mentre noi combattiamo le ingiustizie, dobbiamo anche arrivare ad un alto livello di intelligente difesa. Se non ci ascoltano, ci faremo sentire. Qualcuno potrà considerare queste affermazioni come una provocazione. Ma ascoltarci significa ascoltare il nostro dolore. Non possiamo più essere ignorati”.
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