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Parigi: uccise 3 militanti curde

Tre donne curde sono state uccise nei locali dell’Istituto Curdo di Parigi, nel 10mo arrondissement. Facevano parte del PKK (Partito dei lavoratori curdi). Secondo quanto riferiscono fonti curde, le tre donne uccise sono: Sakine Cansiz, cofondatrice del PKK, Fidan Dogan, rappresentante del Congresso nazionale del Kurdistan (KNK), con base a Bruxelles, e Leyla Soylemez, giovane attivista. Sono state uccise con un colpo di pistola alla nuca. I corpi, dicono le fonti, sono stati ritrovati verso l’una del mattino da alcuni amici, preoccupati dopo molte telefonate rimaste senza risposta.

L’omicidio delle tre donne arriva in un momento quanto mai delicato, con lo Stato turco che ha intrapreso una trattativa con Abdullah Ocalan, capo politico riconosciuto  dei/le kurdi/e e fondatore del Pkk. Ieri il quotidiano socil-liberale turco Radikal aveva scritto che fra le due parti potrebbero esserci i prodromi un accordo di massima, che consisterebbe nel cessate il fuoco da una parte e nel riconoscimento di diritti etnici e linguistici ai curdi dall’altra. La questione del cessate il fuoso e della deposizione delle armi non si porrebbe per i kurdi in nessun caso prima di aver ottenuto passi avanti verificabili e duraturi da parte della controparte. Per il governo turco, le trattative non prevederebbero alcuna forma di amnistia né un cambiamento delle condizioni carcerarie di Ocalan, che attualmente sta scontando l’ergastolo nel carcere di massima sicurezza a Imrali, in mezzo al mar di Marmara.

Qualunque sia l’entità reale di queste “trattative”, è certo che dietro quest’omicidio c’è qualcuno, o qualcosa, che non vuole nenanche lontanamente sentir parlare di una trattativa di pace. I bersagli, il numero di essi, il luogo in cui sono stati perpetrati (a Parigi, nel cuore di quell’Europa che negli scorsi anni ha giudicato molto problematica l’eventualità di un ingresso della Turchia nell’Unione Europea – questione che oggi sembra totalmente scomparsa dall’agenda politica) indicano la volontà di far saltare le stesse possibilità di un dialogo. Facile immaginare dietro queste mani assassine ambienti del nazionalismo turco più irredentista o altri attori mossi da oscuri calcoli politici.

La Federazione delle Associazioni Kurde in Francia (FEYKA) ha intanto fatto appello per un concentramento pubblico di fronte al luogo del triplice assassinio e una manifestazione si sta organizzando per le prossime ore nelle strade di Diyarbakır, capitale di quella parte di Kurdistan oggi ancora sotto controllo turco.

 

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