Piazza Tahrir: vigilia del secondo anniversario della rivolta
Si sono da poco conclusi gli scontri che nella giornata di oggi hanno ancora una volta mostrato la rabbia dell’Egitto che non accetta la cosiddetta “rivoluzione a metà”. Nelle adiacenze di Piazza Tahrir centinaia di giovani, intenzionati ad abbattere il muro costruito dai militari dopo le manifestazioni degli ultimi mesi in Qasr al-Aini Street, sono stati attaccati dalle forze di polizia. Subito è iniziata una lunga battaglia con molti manifestanti che, contro gas lacrimogeni ed idranti, hanno iniziato a scagliare pietre e molotov.
Sempre oggi – vigilia dell’anniversario di quel 25 gennaio 2011 in cui il popolo egiziano sembrava stesse per conquistare finalmente quella libertà e giustizia sociale che il regime di Mubarak aveva da 30 anni rubato – anche ad Ismailia è stato giorno di rivolta. Qui una manifestazione, che cercava di impedire una visita ufficiale del presidente Morsi, è andata a bloccare treni e autostrade, concludendosi con numerosi arresti.
Non sembra poi calmarsi la collera di un altro determinate segmento dell’Egitto in rivolta: gli Ultras. Dopo essere scesi in migliaia in Piazza Tahrir lo scorso mercoledì per chiedere giustizia e vendetta per la mattanza di Port Said, gli ultras Ahlawy hanno quest’oggi indetto un’altra grande manifestazione per dopodomani, sabato 26 gennaio. Il movimento, accanto alla manifestazione di domani in Piazza Tahrir, dà appuntamento per un presidio di fronte al tribunale in concomitanza l’udienza che dovrebbe emettere il verdetto sulla colpevolezza degli apparati di polizia durante il massacro di Port Said, in cui, lo scorso febbraio, vennero uccisi 72 tifosi della squadra Ahlawy (da sempre in prima fila durante le giornate che portarono alla caduta di Hosni Mubarak).
Come le manifestazioni indette per i martiri della rivoluzione hanno più volte mostrato – l’ultima la scorsa domenica ad Alessandria, quando scontri tra i familiari delle vittime e le forze di polizia hanno provocato un centinaio di feriti e 40 arresti – anche gli Ultras sono consapevoli che la vera giustizia, il processo ai crimini del regime, non verrà dalle aule del tribunale (militari o civili che sia), ma dalle strade, dalla piazza.
La protesta Ultras è vista da molti come il primo segno della rabbia che affiorerà nella giornata di domani in Piazza Tahrir. Ma non è solo la variegata opposizione a prendere parola in queste ore.
Infatti nella giornata di domani si vedranno nella città del Cairo due diverse manifestazioni. L’una indetta dai Fratelli Musulmani, chiamata “Insieme per costruire l’Egitto” (indetta a sostegno delle promesse-propaganda del presidente Morsi, quali di sanità ed istruzione per tutti), l’altra indetta dall’opposizione e dal movimento rivoluzionario. Qui si marcerà contro il nuovo-vecchio regime, per una vera giustizia sociale, per un vero cambiamento del sistema.
Un Egitto in rivolta, pieno di contraddizioni, una piazza tutt’altro che pacificata. Accanto ai molti che oggi invitano alla “calma”, in vista delle tensioni che accompagneranno la giornata di domani, altro è il clima nella piazza egiziana: tristezza, ma ancor più rabbia, nel rivedere le speranze, i sogni, che sembravano così vicini appena due anni fa, ma così lontani quest’oggi.
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