Missione Sirli: Francia e Egitto collaborano nella lotta al terrorismo bombardando civili
Pochi giorni fa è stata pubblicata un’inchiesta da parte di un media indipendente francese, Disclose, che rivela il coinvolgimento della Francia in azioni militari condotte dall’Egitto nei confronti di presunti trafficanti alla frontiera con la Libia.
La missione, dal nome Sirli, è iniziata nel febbraio 2016 quando la Francia ha stabilito di sostenere l’Egitto di Al Sisi tramite rifornimenti militari e tramite informazioni per una sedicente lotta al terrorismo. Secondo l’inchiesta, per mettere in pratica questa missione sono stati bombardati civili che attraversavano il deserto occidentale sospettati di essere trafficanti, in sostanza l’Egitto avrebbe utilizzato le informazioni derivanti dalla Francia per effettuare dei bombardamenti aerei su veicoli di presunti trafficanti alla frontiera con la Libia.
È significativo come nonostante i corpi militari implicati in questa vicenda abbiano inviato diverse note alla presidenza francese per allertare di questa impossibilità di condurre la missione nei canoni prestabiliti, non vi sia stata messa fine. Disclose ripubblica una nota del 23 novembre 2017 in cui viene sottolineato come per mancanza di mezzi di sorveglianza l’identificazione dei pick up non può essere effettuata senza altri elementi di specificazione di cui fa oggetto la sorvegliaza aerea iniziale. Nonostante le numerose allerte, dunque, né Hollande né Macron hanno messo fine a questa operazione.
Il media indipendente, dopo aver ottenuto centinaia di documenti relativi a questa vicenda tramite una fonte lasciata anonima, ha deciso di renderli pubblici sottolineando come le derive di questa missione siano evidenti e di come la Francia abbia un’importante responsabilità sui crimini commessi da Al Sisi. Non si limita solo a questo il peso dello stato francese ma si riferisce anche alla vendita di armi all’Egitto, dato che sarebbe uno dei principali destinari dell’esportazione di armi francesi e proprio con l’arrivo al potere di Al Sisi nel 2014 le vendite sono aumentate in maniera considerevole.
Questa vicenda è emanazione di una gestione degli equilibri geopolitici da parte dello stato francese che si iscrive in un quadro in cui quotidianamente viene alimentata la retorica della costruzione di unità nazionale contro il terrorismo, in cui si riproduce un sistema ipocrita e violento di integrazione, in cui in seguito agli attentati degli anni recenti la campagna di criminalizzazione e stigmatizzazione dell’islam ha assunto dimensioni spropositate.
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