InfoAut
Immagine di copertina per il post

Più armi, meno profughi: Israele è una parte neutrale nella guerra Russia-Ucraina?

Il futuro rivelerà  il ruolo di Tel Aviv nella guerra russo-ucraina. Tuttavia, ciò che è abbastanza chiaro per ora è che Israele non è una parte neutrale, anche se Tel Aviv continua a ripeterlo.

Fonte: English version

Di Ramzy Baroud – 13 febbraio 2023

Per un anno intero, Israele ha tentennato nei suoi tentativi di articolare una posizione chiara e decisa riguardo alla guerra Russia-Ucraina. La ragione dietro l’apparentemente confusa posizione israeliana è che rischia di perdere, indipendentemente dal risultato. Ma Israele è una parte neutrale?

Israele ospita una popolazione di quasi un milione di cittadini di lingua russa, un terzo dei quali arrivati dall’Ucraina poco prima e subito dopo il crollo dell’Unione Sovietica. Quegli israeliani, con profonde radici culturali e linguistiche nella loro attuale madrepatria, sono un collegio elettorale cruciale nella scena politica polarizzata di Israele. Dopo anni di emarginazione dopo il loro primo arrivo in Israele, soprattutto negli anni ’90, sono riusciti a formare i propri partiti e, alla fine, a esercitare un’influenza diretta sulla politica israeliana. Il leader ultranazionalista di lingua russa dell’Yisrael Beiteinu (Israele la Nostra Casa), Avigdor Lieberman, è un risultato diretto della crescente influenza di questo collegio elettorale.

Mentre alcuni leader israeliani hanno capito che Mosca detiene molte carte importanti, sia nella stessa Russia che in Medio Oriente, altri erano più preoccupati per l’influenza degli ebrei russi, ucraini e moldavi nello stesso Israele. Subito dopo l’inizio della guerra, l’allora Ministro degli Esteri israeliano Yair Lapid dichiarò una posizione che colse di sorpresa molti israeliani e, ovviamente, la Russia. “L’attacco russo all’Ucraina è una grave violazione dell’ordine internazionale. Israele condanna questo attacco”, ha detto Lapid.

L’ironia nelle parole di Lapid è troppo palpabile per molte elaborazioni, tranne per il fatto che Israele ha violato più risoluzioni delle Nazioni Unite di qualsiasi altro Paese al mondo. Anche la sua occupazione militare della Palestina è considerata la più lunga della storia moderna. Ma Lapid non era preoccupato per “l’ordine internazionale”. Il suo pubblico di riferimento era composto da israeliani, circa il 76% di loro era contro la Russia e schierati con l’Ucraina, e Washington, che ha dettato a tutti i suoi alleati che le mezze posizioni sulla questione sono inaccettabili.

Il Sottosegretario di Stato per gli Affari Politici degli Stati Uniti, Victoria Nuland, ha chiaramente avvertito Israele a marzo che deve avere una posizione chiara sulla questione e “aderire alle sanzioni finanziarie” contro la Russia se “non vuole smettere di essere un paradiso fiscale”.

Quando milioni di ucraini fuggirono dal loro Paese, migliaia sbarcarono in Israele. Inizialmente, la notizia è stata accolta con favore a Tel Aviv, preoccupata per l’allarmante fenomeno degli “yordim”, ovvero l’immigrazione inversa al di fuori del Paese. Poiché molti dei rifugiati ucraini non erano ebrei, questo ha creato un dilemma per il governo israeliano. Il Times of Israel ha riferito il 10 marzo che “un filmato trasmesso dal notiziario di Canale 12 mostrava un gran numero di persone all’interno di uno dei terminal dell’aeroporto, con bambini piccoli che dormivano sul pavimento e su un nastro trasporto bagagli, nonché una donna anziana che veniva curata dopo un apparente svenimento. A gennaio, il Ministero israeliano per l’Aliyah e l’Integrazione ha deciso di sospendere le sovvenzioni speciali per i rifugiati ucraini.

Nel frattempo, la posizione politica di Israele sembrava conflittuale. Mentre Lapid è rimasto fedele alla sua posizione anti-russa, l’allora Primo Ministro Naftali Bennett ha mantenuto un tono più conciliante, volando a Mosca il 5 marzo per consultarsi con il Presidente russo Vladimir Putin, presumibilmente su richiesta del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky. In seguito, Bennett ha affermato che Zelensky gli aveva chiesto di ottenere da Putin la promessa di non assassinarlo. Sebbene l’affermazione, fatta diversi mesi dopo l’incontro, sia stata respinta con forza da Kiev, illustra l’incoerenza della politica estera di Israele durante il conflitto.

Durante la prima fase della guerra, Israele ha voluto partecipare come mediatore, offrendo ripetutamente di ospitare colloqui tra Russia e Ucraina a Gerusalemme. Pertanto, ha voluto comunicare diversi messaggi: illustrare la capacità di Israele di essere un attore significativo negli affari mondiali; assicurare a Mosca che Tel Aviv rimane una parte neutrale; per giustificare a Washington il motivo per cui, in quanto importante alleato degli Stati Uniti, rimane passivo nella sua mancanza di sostegno diretto a Kiev e, anche, per dimostrare ai palestinesi e alla comunità internazionale, che Gerusalemme occupata è il centro della vita politica di Israele.

La mossa israeliana fallì, e fu la Turchia, non Israele, a essere scelta da entrambe le parti per questo ruolo.

Ad aprile, sui social media sono iniziati a comparire video di israeliani che combattono a fianco delle forze ucraine. Sebbene non sia seguita alcuna conferma ufficiale da Tel Aviv, l’evento ricorrente ha segnalato che era in corso un cambiamento nella posizione israeliana. Questa posizione si è evoluta nel corso dei mesi per portare finalmente a un cambiamento importante quando, a novembre, Israele avrebbe concesso ai membri della NATO il permesso di fornire all’Ucraina armi che contenevano tecnologia israeliana.

Inoltre, il quotidiano israeliano Haaretz ha riferito che Israele ha accettato di acquistare “materiali strategici” per milioni di dollari per le operazioni militari ucraine. Pertanto, Israele aveva praticamente posto fine alla sua neutralità durante la guerra.

Mosca, sempre vigile sulla precaria posizione di Israele, ha inviato i suoi messaggi a Tel Aviv. A luglio, funzionari russi hanno affermato che Mosca stava progettando di chiudere la filiale russa dell’Agenzia Ebraica per Israele, il principale organismo responsabile dell’agevolazione dell’immigrazione ebraica in Israele e nella Palestina occupata.

Il ritorno di Netanyahu alla carica di Primo Ministro a dicembre doveva rappresentare un ritorno alla neutralità. Tuttavia, il leader israeliano di destra ha promesso durante le interviste con la CNN e il canale francese LCI rispettivamente il 1° e il 5 febbraio, che avrebbe “deciso sulla questione (di fornire all’Ucraina il sistema di difesa Iron Dome) secondo l’interesse nazionale di Israele”. Ancora una volta, i russi hanno avvertito che la Russia “considererà (le armi israeliane) obiettivi legittimi per le forze armate russe”.

Mentre la Russia e l’Iran intensificavano la loro cooperazione militare, Israele si sentiva giustificato ad un maggior coinvolgimento. A dicembre, emittente radiotelevisiva del governo statunitense Voice of America ha riportato la crescita esponenziale delle vendite di armi di Israele, in parte a causa di un accordo di cooperazione tra il governo statunitense con Lockheed Martin, uno dei principali fornitori di armi statunitensi all’Ucraina. Il mese successivo, il quotidiano francese Le Monde ha riferito che “Israele sta cautamente mettendo a disposizione il suo arsenale in risposta alle pressanti richieste di Kiev”.

Il futuro rivelerà ulteriormente il ruolo di Tel Aviv nella guerra russo-ucraina. Tuttavia, ciò che è abbastanza chiaro per ora è che Israele non è più una parte neutrale, anche se Tel Aviv continua a ripetere tali affermazioni.

Ramzy Baroud è un giornalista e redattore di The Palestine Chronicle. È autore di sei libri. Il suo ultimo libro, curato insieme a Ilan Pappé, è “La Nostra Visione per la Liberazione: Leader Palestinesi Coinvolti e Intellettuali Parlano”. Il Dr. Baroud è un ricercatore senior non residente presso il Centro per l’Islam e gli Affari Globali (CIGA), Università Zaim di Istanbul (IZU).

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

guerraisraelerussiaucraina

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Li hanno uccisi senza che muovessero un muscolo”: Esecuzioni sommarie, fame e sfollamenti forzati da parte dell’esercito israeliano nel Nord di Gaza

La squadra sul campo dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha documentato strazianti episodi di uccisioni sommarie ed esecuzioni extragiudiziali di civili da parte di soldati israeliani, eseguite senza alcuna giustificazione. Fonte: English version Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 17 novembre 2024Immagine di copertina: Il fumo si alza da un edificio residenziale dopo un attacco israeliano a Beit […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Nuova Zelanda: migliaia di indigeni Maori assediano il Parlamento

Dopo poco più di una settimana, la marcia lanciata dal popolo Maori in difesa dei propri diritti è arrivata a Wellington.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Basta armi a Israele: manifestazione regionale a Torino

Nella giornata di sabato 5000 persone provenienti da tutto il Piemonte si sono radunate a Torino per dare vita ad un ricco e partecipato corteo regionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Libano: la Francia (forse) libererà Georges Abdallah, militante comunista incarcerato dal 1987

Originario di Kobayat, nel nord del Libano, militante del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina prima e tra i fondatori delle Fazioni Armate Rivoluzionarie Libanesi dopo l’invasione israeliana del Libano

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Occupata la Leonardo spa dall’Intifada Studentesca a Torino

Ieri come Intifada studentesca abbiamo occupato la sede della Leonardo Spa! In 50 siamo entratə all’interno dello stabilimento mentre altre 50 persone bloccavano l’ingresso.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La coreografia pro-Palestina degli ultras del PSG è diventata un vero e proprio caso politico

Riprendiamo l’articolo di Calcio e Rivoluzione, che mette in luce il caso politico nato intorno alla coreografia pro-Palestina messa in scena dagli ultras del PSG durante una partita di Champions League. Questo episodio ha scatenato reazioni accese da parte delle autorità francesi e aperto un dibattito sul rapporto tra politica e sport, evidenziando come certi […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Netanyahu si nasconde in un bunker sotterraneo per paura degli attacchi dei droni

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe lavorato da una “camera blindata sotterranea” per paura di subire attacchi drone di rappresaglia da parte dei movimenti di resistenza regionali.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La vergognosa narrazione occidentale mostra nuovamente il significato di informazione di guerra

Venerdì 9 novembre i militari dell’IDF (ricordiamo che in Israele è presente la leva obbligatoria) e tifosi del Macabi Tel Aviv hanno strappato e bruciato bandiere palestinesi dai balconi olandesi, insultato e aggredito persone e giornalisti, inneggiato alla morte degli arabi e dei bambini palestinesi per ore nel centro cittadino e fischiato il minuto di silenzio ai morti di Valencia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Amerika Trump again

Fin dalle prime ore dall’inizio dello spoglio, la vittoria elettorale di Trump si stagliava netta, ben oltre le previsioni di chi scommetteva sulla sua rielezione, macinando stato in bilico dopo stato in bilico, mentre Fox News si sbilanciava a dichiarare la vittoria in anticipo su tutte le testate nazionali del mainstream media a stelle e strisce. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Basta armi a Israele! Contro l’Occidente genocida, colonizzatore e guerrafondaio! Resistenza fino alla vittoria!

Di seguito pubblichiamo l’appello per la manifestazione regionale di sabato 16 novembre che si terrà a Torino.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Leonardo occupata: costruire una prassi per boicottare la guerra

L’Intifada ha annunciato sin dall’inizio dell’anno accademico l’intenzione di proseguire con l’azione di boicottaggio contro Israele e i suoi alleati.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Ancora Trump, non stupitevi

Ad un primo sguardo superficiale queste elezioni negli Stati Uniti sono state un replay di quelle del 2016. Trump vince nonostante le previsioni dei sondaggisti più autorevoli.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’esplosione delle spese militari italiane

Nel 2025 a 32 miliardi (di cui 13 per nuove armi).

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Appesi sulla facciata di Palazzo Madama: protesta di XR alla festa delle forze armate

Due persone si sono appese all’impalcatura di Palazzo Madama durante la Festa delle Forze Armate e dell’Unità Nazionale, srotolando uno striscione con scritto “Onorano guerre, distruggono terre”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Analisi del Genocidio

L’ultimo Rapporto delle Nazioni Unite racconta i progressi di Israele nella sua Campagna Genocida a Gaza. Israele è intenzionato, si legge, a espellere i palestinesi, ricolonizzare Gaza e sferrare un attacco decisivo contro la Cisgiordania. Fonte: English version Di Chris Hedges – 30 ottobre 2024 Un Rapporto delle Nazioni Unite, pubblicato lunedì, espone in dettaglio […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

I giornalisti israeliani si uniscono al Genocidio trasmesso in diretta

Un noto giornalista israeliano ha recentemente fatto saltare in aria una casa in Libano come parte di un servizio giornalistico mentre era al seguito dell’esercito.