Razzismo e repressione sionista a Berlino senza precedenti
Mentre Israele perpetua un genocidio continuando a bombardare ininterrottamente la Striscia di Gaza, manifestazioni in tutto il mondo avvengono a sostegno della Palestina e contro la violenza cieca di Israele. Queste, spesso, vengono represse dalle autorità locali e dai governi, soprattutto quelli occidentali.
Eclatante ed importante da raccontare è il caso della Germania ed in particolare a Berlino, dove le autorità tedesche sono impegnate in una lotta su procura contro la comunità palestinese in casa. Repressione, violenze private, minacce, divieti, arresti.
Divieto di mostrare la bandiera palestinese in strada. Divieto di portare la kefya e altri simboli palestinesi nelle scuole. Manifestazioni in solidarietà della Palestina vietate. Manifestazioni spontanee attaccate, persone arrestate. Strade del quartiere Neukolln a maggioranza araba costantemente militarizzate. E la repressione verso la Rete di solidarietà con i prigionieri politici palestinesi Samidoun.
Un processo strutturale nello stato tedesco, dal livello culturale-educativo sino a quello politico. E che trova spazio in tutti i livelli e in tutte le formazioni politiche partitiche. Dal parlamento, ai media, passando per le scuole, gli uffici di immigrazione, le strade.
La Germania prende la guerra come pretesto per tirare le fila della repressione, fare i conti con una delle parti più militanti e più numerose della diaspora palestinese in Europa, eliminando qualsiasi richiamo all’identità palestinese.
Un vero e proprio processo razzializzante e sionista in territorio tedesco. Che fa rabbia e di fronte al quale compagn* internazionalist*, comunità palestinesi e di origine araba, amic* e solidali con la Palestina tentano di combattere ogni giorno.
Da Berlino, ne parliamo con una compagna. Ascolta la diretta su RadioBlackout:
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