Resisti all’apartheid israeliano: boicotta le società HP
L’HPE gestisce la schedatura razzista israeliana della popolazione, un pilastro dell’apartheid contro i palestinesi. Deve essere aggiunta al database delle Nazioni Unite sulle imprese complici nella attività di colonizzazione illegale israeliana.
HP Inc e HP Enterprises (subentrate alla Hewlett-Packard Company) aiutano Israele a imporre un regime di apartheid al popolo palestinese. La società civile palestinese ha chiesto il boicottaggio e il disinvestimento da HP fino alla cessazione della sua complicità.
La prevista annessione formale da parte di Israele di aree della Cisgiordania occupata e la sua annessione de facto in corso sono entrambe in violazione del diritto internazionale. Mentre continuiamo ad impegnarci per fermare l’annessione da parte di Israele è importante ricordare che il regime coloniale, di occupazione e apartheid di Israele contro il popolo palestinese è vecchio di decenni. I governi così come le aziende hanno consentito e sostenuto questa oppressione e hanno contribuito ad alimentare l’impunità di Israele.
HP Inc è il fornitore esclusivo di computer dell’esercito israeliano da oltre un decennio.
HPE fornisce server per l’Aviv System, il sistema computerizzato dell’Autorità israeliana per la popolazione e l’immigrazione, che include il database Yesha, contenente informazioni sui cittadini israeliani che vivono negli insediamenti coloniali illegali di Israele in Cisgiordania palestinese occupata. L’Autorità per la popolazione e l’immigrazione adotta il sistema legislativo e politico israeliano dei tre livelli, riguardante cittadinanza, residenza, ricongiungimento familiare, naturalizzazione e carte d’identità. Questo sistema privilegia la popolazione ebraica, compresa quella degli insediamenti illegali, mentre discrimina sistematicamente i palestinesi originari del luogo in Israele così come a Gerusalemme Est, occupata e annessa dagli israeliani.
Mentre lo status di seconda classe priva i cittadini palestinesi di Israele di pieni ed uguali diritti civili e politici, così come di uguale accesso all’alloggio, al lavoro, alla salute e all’istruzione, lo status di terza classe di “residenti permanenti” priva i palestinesi di Gerusalemme Est anche del loro diritto fondamentale di vivere nella loro città.
L’apartheid israeliano si estende su entrambi i lati della Linea Verde, così come sui palestinesi in esilio. Con il suo sostegno a questo sistema istituzionalizzato di discriminazione razziale, HPE consente, traendone vantaggio, le politiche di apartheid di Israele, inclusa l’annessione formale di Gerusalemme Est, così come l’annessione de facto (e possibilmente de jure) in corso degli insediamenti coloniali della Cisgiordania occupata.
HPE inoltre controlla, traendone profitto, l’infrastruttura informatica del sistema carcerario israeliano, che detiene 4.700 prigionieri politici palestinesi, tra cui molti minori.
Uno dei detenuti politici più recenti di Israele è stato Mahmoud Nawajaa, difensore dei diritti umani e coordinatore del BDS, arrestato dalle forze di occupazione israeliane il 30 luglio 2020. Dichiarato prigioniero di coscienza da Amnesty International, è stato detenuto senza accusa dai militari israeliani per 19 giorni, sottoposto a maltrattamenti e gli è stato negato l’accesso a un avvocato per 15 giorni, prima di essere finalmente rilasciato grazie alle pressioni internazionali.
Le società HP traggono profitto da tutti gli aspetti dell’apartheid israeliano. Il loro ruolo è simile alla complicità della Polaroid con il Sud Africa durante l’apartheid. Polaroid produceva le fotografie per i famigerati libretti che i neri sudafricani dovevano portare con sé, che negavano loro la libertà di movimento. HP è la “Polaroid del nostro tempo”.
Il modo più efficace per contrastare l’apartheid e il colonialismo israeliano è l’uso di campagne mirate di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS). HP Inc e HPE sono complici dei crimini israeliani contro il popolo palestinese e devono essere ritenuti responsabili, proprio come Polaroid è stata sottoposta a pressioni per porre fine ai suoi affari con l’apartheid in Sud Africa attraverso una campagna di disinvestimento che è stata di fatto avviata dai lavoratori della compagnia negli Stati Uniti.
La campagna internazionale Boicotta HP è impegnata, al fine di far riconoscere la responsabilità delle società HP, attraverso boicottaggi e disinvestimenti di massa, fino a quando non porranno fine alla loro collusione con i crimini israeliani contro i palestinesi. Confessioni religiose hanno disinvestito da HP. Sindacati, gruppi di solidarietà e organizzazioni studentesche hanno aderito alla campagna e la stanno diffondendo nelle rispettive regioni. Il Consiglio comunale di Dublino nel 2018 ha stabilito la cessazione di tutti i suoi contratti con le società a marchio HP. La campagna ha organizzato nel corso degli anni con successo azioni in tutto il mondo per evidenziare la necessità che le aziende HP vengano ritenute responsabili.
Il database delle Nazioni Unite sulle società che favoriscono le colonie illegali israeliane, pubblicato nel febbraio 2020, è un passo importante verso l’adozione di misure di responsabilità efficaci contro la complicità aziendale nel processo di colonizzazione da parte di Israele, che costituisce un crimine di guerra. Chiediamo all’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite di includere HPE nell’aggiornamento del database dell’ONU.
Ribadiamo la nostra richiesta di boicottaggi di massa di HPE e HP Inc fino a quando non porranno fine alla loro complicità nell’apartheid e nei crimini di guerra israeliani. Questa è l’unica posizione morale da prendere di fronte alle violazioni sempre più intense da parte di Israele dei diritti umani dei palestinesi e al presente tentativo di trasformare la sua annessione de facto dei territori palestinesi occupati in annessione de jure.
Fonte: BNC
Traduzione di BDS Italia
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