InfoAut
Immagine di copertina per il post

Rivolta nelle universita’ albanesi: intervista ad un attivista del movimento (parte 2)

||||

Pubblichiamo la seconda parte di una intervista ad un compagno attivo nelle mobilitazioni in corso in Albania. Nel settore universitario del paese è in corso una protesta che, partita da alcune dimensioni unicamente relative all’ambito della formazione, si sta estendendo ad una messa a critica dell’intero sistema politico e sociale albanese, in particolare del sistema dei partiti. Qui la prima parte. Buona lettura.

Hai detto che uno degli slogan della protesta degli studenti è “Vogliamo l’Albania come il resto d’Europa”, in riferimento ai requisiti di acessibilitá e di qualitá del sistema universitario. Chiaramente, la qualitá del sistema universitario albanese non si avvicina nemmeno lontanamente a quella degli stati dell’Unione Europea, ma così facendo non si rischia di fraintendere l’UE per un luogo in cui certe contraddizioni non esistono? Anche i sistemi universitari europei, e in primo luogo quello italiano, hanno centinaia di problemi che vanno dalla corruzione al clientelismo, dal nepotismo all’uso ideologico dell’accademia come legittimazione dello stato delle cose presenti. Per non parlare delle pesanti misure repressive adottate dalla polizia o direttamente da certi rettorati per impedire l’attivitá politica degli studenti.

È  vero che cosi facendo s’incorre nel rischio di venire sussunti dall’ideologia dominante, che vorrebbe l’occultamento di ogni contraddizione e che rappresenta la realta’ come organica e armonica, in cui la vita si svolge nei migliore dei modi, dove chiunque ha il suo ruolo e non esistono contraddizioni e classi. Molti studenti però non lo capiscono, anche perché i loro principali canali di contatto con l’Europa passano attraverso la televisione, Internet o dalle loro brevi visite che compiono in questi paesi. Se questi andassero a vivere un po’ di tempo in questi luoghi, la loro idea cambierebbe di sicuro, ma solo dopo aver constatato da solo che la realta e’ estremamente diversa da quella descritta dalle riviste, dalla tv o da Internet. Io ho studiato in’Italia dal 2004 al 2012 e so che la realta’ di questi luoghi e’ completamente diversa da quello che si dice o che si pensa. Ricordo di aver preso parte a molte lotte studentesche contro la riforma Gelmini. In’italia ci sono molti problemi che riguardano i diritti degli studenti e pure le loro liberta’ politiche, come anche gli alti costi dell’istruzione.

Nei fatti, come ogni movimento è a suo modo composito e spurio. A dimostrazione di questo va ricordato che uno degli altri slogan gridati dalle piazze questi ultimi giorni è stato “No al dialogo, no ai negoziati, riducete le tariffe, stronzi!”. Questo a dimostrazione che il conflitto che segna la linea di demarcazione tra le rivendicazioni degli studenti e la posizione del governo europeista di Rama sta diventando man mano più profondo e sembra non lasciare altri sbocchi che quello dell’annullamento della riforma universitaria del 2015. Pena la caduta del governo o come minimo l’inizio di negoziati che vedrebbero in grosso svantaggio Rama e l’intero gabinetto.

Edi Rama, dal canto suo, aveva ampiamente sottovalutato la protesta. All’inizio il suo atteggiamento é stato molto arrogante e facilone, e con queste pretese era giunto a liquidare la piazza come “movimento dei pluribocciati”, per poi rendersi conto, in maniera molto infantile, che la realtá del movimento era molto più ampia e il disagio alle sue fondamenta molto profondo di quanto si aspettasse. I suoi ultimi post fb lasciando intendere molto bene questo andamento. Sentitosi braccato dalle piazze degli universitari, ai quali nel frattempo si sono uniti tantissimi liceali e semplici cittadini, ha infatti promesso che il pagamento delle tariffe verrá sospeso.

Il movimento però é deciso, e non sembra volersi fare incantare dalle sue promesse o da qualche pallida posizione di studenti “integrati e di successo” per cui le rivendicazioni degli studenti “non sono nulla a confronto dei doveri dell’universitá e a confronto di quello che il governo può offrire”. Il movimento è riuscito peraltro é riuscito a resistere anche agli intrighi di Berisha e dei suoi squadristi, portando in larga parte solidarietá ai compagni aggrediti negli scorsi giorni e, come pure in queste ultime ore, anche a quelli colpiti dalle misure repressive adottate dalla procura di Tirana.

Ma a noi e agli studenti del resto d’Europa cos’è che può insegnare questo movimento?

Rama non ha ancora accettato le richieste degli studenti, lui chiede il dialogo e la creazione di una piattaforma per lo svolgersi dei negoziati. Gli studenti, dal canto loro, hanno risposto che non ci possono essere negoziati e che le loro richieste devono essere accettate tout court. Infatti in una democrazia, la rappresentativita’ puo’ essere solo di natura amministrativa, procedurale, e mai sostanziale. Noi non vogliamo negoziare per quello che riguarda gli aspetti sostanziali delle nostre rivendicazioni. Per dirla con le parole di Rousseau “La volonta non puo’ essere in alcun modo manifestata se non direttamente da noi”.

Quello che vorrebbe Edi Rama, nei fatti e’ di uscire vincitore, da questa battaglia e ha gia’ perso. Lui vorrebbe apparire agli occhi del popolo come d’accordo con gli studenti, e non come quello che si e’ arreso a loro senza condizioni. Rama e il suo partito cercano di attirare, in maniera furtiva, gli studenti nelle loro giovanili, per creare una artificialmente una rappresentanza in grado di negoziare con lui. E non solo lui ma anche le giovanili degli altri partiti d’opposizione. comunque sia gli studenti non accetteranno la creazione di piattaforme del genere da parte dei partiti, siano anche esse dell’opposizione.

Gli studenti non possono avere una rappresentanza, anche per il fatto che sanno gia’ che, qualunque tipo di rappresentanza, sarebbe corruttibile o comunque mendace. E le contraddizioni si sono inasprite a tal punto che e’ impossibile negoziare. Nemmeno Berisha e gli altri, sono riusciti a dividere gli studenti. Durante la scorsa manifestazione, per esempio, gli studenti hanno spontaneamente cancellato i simboli dei tre partiti principali: PD, PS, LSI. Questo in aggiunta alla solidarieta’ verso il movimento e i suoi attivisti. Gli studenti del resto d’Europa non hanno nulla da imparare da questo movimento, se non quello che ha gia’ insegnato la storia, cioe’ che solo l’organizzazione e l’unita’ possono permette la conquista di molte cose.

Il movimento per l’università è da anni che cerca di consapevolizzare gli studenti in merito ai rischi che comporta la riforma universitaria, la quale conseguenza e’ la crescita delle tariffe, la scomparsa dell’autonomia universitaria, la rovina della democrazia studentesca etc. Dopo molti anni di organizzazione e di opposizione in strada e nelle aule, è infine arrivato il giorno in cui gli studenti si sono sollevati a centinaia di migliaia. Tutto questo dopo 25 anni durante i quali non si erano mai viste proteste cosi’ grandi e tenaci. Questo insegna che li’, anche dove sembra non esserci speranza, se ci sono organizzazione e coraggio, allora questa speranza ormai perduta puo’ tornare per dare nuovo respiro alla lotta per una societa’ formata da liberi e uguali.

Le disparità di classe si sono inasprite parecchio questi ultimi anni, questo grazie anche al contributo del governo che ha sempre assecondato le richieste dei padroni e degli oligarchi. Nel caso questi scontri si concretizzino in una buona organizzazione con delle vertenze inalterabili, allora ogni lotta puo’ essere vinta. Le sinistre europee sono spesso frammentate e malorganizzate, nel caso si voglia lottare per una societa’ diversa, andrebbero messe da parte le piccole differenze e unirci. Dato che i nostri nemici restano sempre e comunque lo stato e il capitale. Solo cosi’ possiamo sconfiggerli ovunque.

Un altro problema che accomuna voi e altri paesi della penisola balcanica é quello che riguarda l’emigrazione verso i paesi dell’UE, che non coinvolge solo i lavoratori, ma anche numerosissimi studenti. È un problema che tocca pure l’Italia, anche se diversamente. La risposta a questo è senza dubbio la lotta, ma questo significa anche opporsi a quei politici balcanici che dicono nei loro paesi di provenienza che l’unica alternativa alla corruzione e alle insufficienze del sistema economico siano l’integrazione euro-atlantica o l’emigrazione.L’Unione Europea non è in qualche modo responsabile di questo assieme a questi politici? 

Mi viene da pensare che l’esempio più chiaro di questo sia proprio Edi Rama, che per guadagnarsi la simpatia degli europei e accelerare il processo di integrazione euroatlantica, descrive l’Albania all’estero (penso a certe interviste rilasciate a vari talk show in Italia) come una vera e propria utopia per gli investitori e gli avventurieri di ogni sorta, vista la mancanza di moltissime garanzie sindacali e politiche per i lavoratori e la grande corruzione.

Il problema che riguarda l’allontanamento dei lavoratori e degli studenti e’ una vera propria emergenza nazionale, mentra stiamo discutendo, migliaia di questi si stanno gia’ allontanando dal paese.  Si parla in particolare dei lavoratori specializzati, dei medici, degli infermieri, degli ingegneri, dei tecinici, insomma del cervello del nostro paese. E’ vero che questo e’ un problema di molti altri paesi dei Balcani, in una situazione simile sono Bosnia ed’Erzegovina, Serbia e Kosovo. Ma il caso dell’Albania supera tutti gli altri paesi.

I motivi sono chiaramente molteplici, ma principalmente la disoccupazione, il lavoro senza garanzie, le basse puste baghe, e la mancanza totale di organizzazioni sindacali che dovrebbero assicurare il miglioramento delle condizioni lavorative e tanto altro ancora.. Secondo uno studio condotto in questi ultimi giorni la maggioranza sei medici emigra verso la Germania, vista la mancanza di prospettive per il futuro, come conseguenza dei motivi sopra elencati. E’ vero anche che alla radici di questo c’e’ la politica dello pseudosocialista Rama, che ha invitato molti investitori stranieri a venire in’Albania, adducendo al fatto che non ci sono sindacati e il mercato del lavoro sia il piu’ libero d’Europa.

Le nostre madri oggi lavorano nelle imprese tessili italiane per 150 Euro al mese, 9 o 10 ore al giorno, senza assicurazioni in molti casi, e con un solo giorno libero a settimana. Rama e’ semplicemente il rappresentante politico degli oligarchi e dei grandi padroni, che siano albanesi o stranieri. Una delle nostre lotte principali condotta contro queste politiche di devastazione, e’ la creazione di un sindacato operaio, lotta che conduciamo ormai da tempo e che speriamo di poter vincere assieme ai lavoratrici e ai lavoratori dei call center e a quelli delle imprese tessili.

Il governo continua a dire che la soluzione a tutti i nostri problemi e’ l’integrazione nell’UE, come se nell’Unione Europea non ce ne fossero. Anche in Europa oggi si affrontano gli stessi problemi nostri problemi, come i bassi salari, la corruzione sindacale, il lavoro malpagato etc. Per quando riguarda noi le istituzioni europee sono altrettanto colpevoli di questa situazione quanto lo e’ il governo, che continua a chiudere occhi e orecchie sullo sfruttamento, le ingiustizie, la corruzione, la distruzione del nostro ambiente e la sua trasformazione in un immenso orto adibito alla coltivazione della marijuana.

Cosa vorreste dire ai giovani della diaspora albanese in Europa?

Per quanto riguarda loro, vorremmo indirizzare una critica, ma anche un consiglio. Spesso la diaspora albanese in Europa, dato che non vive qua, quando torna per le vacanze si stupisce per alcuni cambiamenti estetici che il governo e i comuni compiono alla fisionomia delle citta’, sistemando le facciate dei palazzi, le piazze e le strade. Vorrei pregarli, quando giudicano l’operato del governo, di non limitarsi al lato estetico, e di non esaltarsi per la riverniciatura dei palazzi o di alcune piazze, ma di giudicare in maniera piu’ profonda la situazione.

Andrebbe ricordato loro che le loro madri e sorelle vengono pagate nelle filande soli 150 euro al mese, e che lavorano 9 o 10 ore al giorno, qua non ci sono sindacati che difendono i loro diritti. E gli studenti albanesi pagano le tariffe universitarie piu’ care d’Europa, nonostante i salari siano anche i piu’ bassi d’Europa, pure il prezzo della luce e’ uno dei piu’ alti se comparato a quello degli altri paesi nonostante il nostro paese sia uno dei paese con le piu’ grandi risorse idroelettriche e idriche.Non abbiamo nemmeno acqua potabile nelle condutture.. Queste cose dovrebbero fare innervosire la nostra diaspora. Anche loro posso fare pressioni sul governo, coi mezzi a loro disposizione, affinche’ tutto questo cambi.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

ALBANIA

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Occupata la Leonardo spa dall’Intifada Studentesca a Torino

Ieri come Intifada studentesca abbiamo occupato la sede della Leonardo Spa! In 50 siamo entratə all’interno dello stabilimento mentre altre 50 persone bloccavano l’ingresso.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La coreografia pro-Palestina degli ultras del PSG è diventata un vero e proprio caso politico

Riprendiamo l’articolo di Calcio e Rivoluzione, che mette in luce il caso politico nato intorno alla coreografia pro-Palestina messa in scena dagli ultras del PSG durante una partita di Champions League. Questo episodio ha scatenato reazioni accese da parte delle autorità francesi e aperto un dibattito sul rapporto tra politica e sport, evidenziando come certi […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Netanyahu si nasconde in un bunker sotterraneo per paura degli attacchi dei droni

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe lavorato da una “camera blindata sotterranea” per paura di subire attacchi drone di rappresaglia da parte dei movimenti di resistenza regionali.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La vergognosa narrazione occidentale mostra nuovamente il significato di informazione di guerra

Venerdì 9 novembre i militari dell’IDF (ricordiamo che in Israele è presente la leva obbligatoria) e tifosi del Macabi Tel Aviv hanno strappato e bruciato bandiere palestinesi dai balconi olandesi, insultato e aggredito persone e giornalisti, inneggiato alla morte degli arabi e dei bambini palestinesi per ore nel centro cittadino e fischiato il minuto di silenzio ai morti di Valencia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Amerika Trump again

Fin dalle prime ore dall’inizio dello spoglio, la vittoria elettorale di Trump si stagliava netta, ben oltre le previsioni di chi scommetteva sulla sua rielezione, macinando stato in bilico dopo stato in bilico, mentre Fox News si sbilanciava a dichiarare la vittoria in anticipo su tutte le testate nazionali del mainstream media a stelle e strisce. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Basta armi a Israele! Contro l’Occidente genocida, colonizzatore e guerrafondaio! Resistenza fino alla vittoria!

Di seguito pubblichiamo l’appello per la manifestazione regionale di sabato 16 novembre che si terrà a Torino.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’esplosione delle spese militari italiane

Nel 2025 a 32 miliardi (di cui 13 per nuove armi).

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Appesi sulla facciata di Palazzo Madama: protesta di XR alla festa delle forze armate

Due persone si sono appese all’impalcatura di Palazzo Madama durante la Festa delle Forze Armate e dell’Unità Nazionale, srotolando uno striscione con scritto “Onorano guerre, distruggono terre”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Analisi del Genocidio

L’ultimo Rapporto delle Nazioni Unite racconta i progressi di Israele nella sua Campagna Genocida a Gaza. Israele è intenzionato, si legge, a espellere i palestinesi, ricolonizzare Gaza e sferrare un attacco decisivo contro la Cisgiordania. Fonte: English version Di Chris Hedges – 30 ottobre 2024 Un Rapporto delle Nazioni Unite, pubblicato lunedì, espone in dettaglio […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il genocidio a Gaza e le elezioni USA

Gli ambienti a sinistra del Partito Democratico negli USA stanno affrontando un profondo dibattito con al centro la questione palestinese.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Governo Meloni: tra propaganda e decreti

La decisione del governo italiano di collaborare con l’Albania per la gestione dei migranti si inserisce in un processo di esternalizzazione delle frontiere, oltre che di chiusura delle frontiere, che da decenni va avanti concorrendo a una vera e propria guerra contro i migranti.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Una prigione per migranti in Albania

Ieri la presidente del consiglio dei ministri Meloni ha sottoscritto con il primo ministro albanese Rama un protocollo per la gestione in territorio albanese dei migranti ripescati in mare dalla Marina Militare e dalla Guardia di Finanza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

ALBANIA: DUE GIORNI DI PROTESTE CONTRO IL CAROVITA

Le strade dell’Albania sono tornate a riempirsi di manifestanti contro il carovita e la classe politica. Già nel mese di marzo erano sorte proteste spontanee, terminate con violenti scontri con la polizia. A fronte del continuo peggioramento dei prezzi i compagni e le compagne di Organizata Politike, collettivo politico albanese, hanno chiamato nuove manifestazioni a […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

ALBANIA: SCONTRI E ARRESTI A TIRANA CONTRO IL CARO-PREZZI

Il boom dei prezzi del carburante, del grano e più in generale del carovita, ha portato in piazza a Tirana, in Albania, migliaia di manifestanti, nella giornata di ieri mercoledì 9 marzo. Al termine della manifestazione chiamata da organizzazioni cittadine sono seguiti duri scontri con la polizia, che ha effettuato diversi arresti. In piazza anche […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

ALBANIA: LA POLIZIA UCCIDE UN 25ENNE DURANTE IL COPRIFUOCO. DURI SCONTRI A TIRANA

Serata di scontri a Tirana, capitale dell’Albania, contro l’omicidio poliziesco di un 25enne, Klodian Rreshja, durante un controllo per il coprifuoco indetto dalle autorità in funzione antiCovid19. Nel tardo pomeriggio di ieri, mercoledì 9 dicembre migliaia di persone, soprattutto giovani, si sono radunate davanti ai palazzi del potere chiedendo le dimissioni del ministro dell’Interno Sander […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Dalle viscere della terra allo scoperto: la lotta dei minatori albanesi

Oltre la polarizzazione istituzionale classica tra centrosinistra e centrodestra, in Albania tante categorie sociali non trovano rappresentanza nell’arco parlamentare. In questo contesto di vuoto partitico sta emergendo il protagonismo di varie realtà sociali che stanno organizzando in modo autonomo forme politiche diverse e peculiari rispetto a quelle canonicamente proposte e imposte..   Portano avanti istanze […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Albania: tra servitù, silenzio e sussulti di dignità

Riceviamo e pubblichiamo da un lettore questo aggiornamento sulla situazione politica in Albania, in viaggio tra la corruzione sistemica a livello istituzionale e imprenditoriale, subordinazione geopolitica, governo delle migrazioni e nuove lotte in difesa dei territori e delle fasce piu’ deboli della popolazione. Buona lettura. E ancora in Albania, paese in cui le prospettive per il […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Albania in rivolta: la testimonianza di un attivista

In questi ultimi mesi, in seguito alle proteste studentesche che hanno attraversato il paese alla fine del 2018, un movimento di opposizione più largo e diffuso a più livelli della società ha preso forma in Albania. Un movimento che sta, seppur tra molte contraddizioni, rappresentando una sfida seria al governo di Edi Rama. Questo racconto […]