Rojava: continuano gli attacchi turchi. La testimonianza di una donna curda dal campo di Washokani
Proseguono i bombardamenti turchi sull’Amministrazione autonoma della Siria del nord e dell’est, Rojava.
Nella notte l’artiglieria di Ankara, e delle bande jihadiste sue alleate, ha preso di mira la città di Ayn Issa, dove i jet turchi sorvolano l’area, villaggi intorno a Tirbespiye, Kobane, Tel Rifat e i territori a nord di Manbij. All’alba di oggi è stata colpita con bombardamenti aerei una centrale delle Asayish, le forze di sicurezza interne, a Derik.
Gli aerei da guerra turchi continuano a sorvolare i confini del cantone orientale di Cizire, ma anche le città di Amude e Raqqa. Un bilancio degli attacchi di stanotte non è ancora disponibile. Sarebbero, però, molte le vittime e i feriti.
Nella regione, intanto, milioni di persone sono senza corrente elettrica e acqua da giorni. I raid turchi, infatti, prendono di mira le infrastrutture, con l’obiettivo di mettere in fuga la popolazione civile e minarne il supporto al processo della rivoluzione confederale. In tutte le principali città della regione, però, la popolazione civile sta rispondendo con manifestazioni di massa contro i bombardamenti turco-jihadisti e a sostegno dell’Amministrazione autonoma.
Nei bombardamenti dei giorni scorsi è stato colpito anche il campo profughi di Washokani, ad Hasake, dove gli abitanti – sfollati dall’invasione turco-jihadista di Serekaniye del 2019 – avevano organizzato un presidio di protesta contro gli attacchi turchi.
È giunta alla nostra redazione, dalla Siria del Nord-Est, la testimonianza di una compagna del Kongra Star, il congresso delle organizzazioni delle donne, che durante i bombardamenti si è recata, insieme ad altre persone, al campo di Washokani per soccorrere i profughi. Ascolta o scarica.
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