InfoAut
Immagine di copertina per il post

Rojava: quinta corrispondenza di Radio Onda d’Urto. Mentre continuano i bombardamenti turchi, migliaia di donne del Rojava in strada per il 25 novembre

Quinta corrispondenza, venerdì 25 novembre 2022, dai territori della Siria del Nord e dell’Est con inviate e inviati di Radio Onda d’Urto, presenti in Rojava, l’area dell’Amministrazione autonomia secondo i principi del confederalismo democratico che la Turchia di Erdogan ha nuovamente aggredito militarmente a partire dalla notte tra sabato 19 e domenica 20 novembre 2022.

Di seguito, la corrispondenza. Ascolta o Scarica.

“Un aggiornamento dall’Amministrazione Autonoma della Siria del nord e dell’est.
Per quanto riguarda I combattimenti, nella notte tra ieri e oggi e questa mattina l’esercito turco ha continuato a bombardare. In particolare sono stati colpiti villaggi nelle aree di Zirgan, Ain Issa, Shehba, Manbij e Kobane. L’artiglieria turca ha colpito anche una posizione delle Forze Siriane Democratiche sulle montagne di Zour Maghar, a est di Jarablus. Gli sforzi militari di Ankara al momento continuano a concentrarsi sulle aree che Erdogan due giorni fa ha indicato come primo obiettivo di questa nuova invasione del Rojava, nella parte occidentale della regione. Si tratta di aree controllate dall’esercito russo, che collabora con le Forze Siriane Democratiche nel pattugliamento della linea di confine tra i cantoni gia’ occupati dai turchi e dalle milizie jihadiste loro alleate (Afrin e Serekanye), ma che potrebbe raggiungere un accordo con il governo turco per dare l’ennesimo via libera ai piani di Ankara.

L’obiettivo tattico dell’esercito turco, nella piu’ ampia volonta’ strategica di porre fine all’Amministrazione Autonoma della Siria del nordest, e’ innanzitutto quello di invadere i territori che separano le porzioni di territorio siriano che ha gia’ in controllo. Tra l’altro, sempre per quanto riguarda gli attacchi turco-jihadisti, questi continuano a colpire anche postazioni dell’esercito del regime siriano che oggi, per esempio, ha respinto un tentativo del cosiddetto Esercito Nazionale Siriano, ovvero le bande islamiste alleate di Erdogan, di avanzare da sud, a Tadif, in direzione di Al-Bab, nella regione di Aleppo. Ne sono seguiti combattimenti tra I miliziani e le truppe di Damasco.

Come descritto nel collegamento precedente, l’Amministrazione Autonoma del Rojava non sta reagendo in maniera passiva a questa offensiva. Tutta la societa’, dalle strutture militari di autodifesa a quelle civili, e’ mobilitata per resistere. In una lunga intervista rilasciata ad Al-Monitor, il comandante delle Forze Siriane Democratiche Abdi Maslum Kobane ha spiegato come non soltanto l’esercito rivoluzionario, ma tutta la popolazione civile, si prepara da anni per opporsi in maniera efficace a un nuovo tentativo di invasione da parte della Turchia. Sempre Abdi Maslum ha assicurato che le forze di cui e’ al comando sono preparate a far pagare un duro prezzo all’esercito turco e ai suoi alleati e ritengono di avere buone possibilita’ di respingere l’offensiva. Le Forze Siriane Democratiche, in effetti, rispondono al fuoco. Ieri sera hanno portato a termine un’operazione nei territori occupati colpendo le basi turco-jihadiste di Minax e Kenhir, nella regione tra Til Temer e il distretto di Zirgan. Secondo quanto riportato, 4 miliziani filoturchi sono stati uccisi. In seguito, nella stessa area, le milizie controllate da Ankara hanno provato ad avanzare ma sono state respinte. Nella tarda mattinata di oggi le Forze Siriane Democratiche hanno fatto sapere di aver eliminato in totale 20 uomini nemici, 12 soldati turchi e 8 miliziani. “Nelle azioni compiute nell’ambito della legittima difesa – si legge nel comunicato – sono stati uccisi 12 soldati turchi occupanti e 8 mercenari delle bande jihadiste”. “Allo stesso tempo – prosegue la comunicazione – negli scorsi 5 giorni le nostre forze armate hanno respinto gli attacchi dello Stato turco e delle sue gang di invadere la nostra regione”.

Mentre continua ad attaccare, colpendo non solo obiettivi militari ma anche infrastrutture civili e centri abitati, il ministro della Difesa turco ha spiegato che Ankara starebbe solo rispondendo agli attacchi di quelli che definisce “terroristi” in una telefonata con l’omologo russo che gli avrebbe chiesto nuovamente di fermare l’escalation. Ricordiamo, a questo proposito, che oltre ad alcune collaborazioni militari tattiche sul territorio del Rojava, la Russia e’ alleato forte del regime siriano, cui di fatto garantisce di continuare a esistere.

Dicevamo, pero’, che la rivoluzione del Rojava non resiste all’aggressione turca soltanto sul piano militare. Anche le strutture civili del confederalismo democratico sono impegnate a contrastare questo tentativo di cancellare questa esperienza. “Il nemico attacca da tutti i lati, dall’esterno e dall’interno – afferma ad esempio l’Organizzazione dei giovani della Siria del nordest – ma questa rivoluzione e’ fatta dalla resistenza e dalla volonta’ del popolo ed e’ per questo che non puo’ essere sconfitta”.

A confermare questo approccio, in occasione del 25 novembre migliaia di donne sono scese in strada anche in tutti i cantoni del Rojava per mostrare la propria determinazione contro gli attacchi della Turchia e per mandare un messaggio a tutto il mondo: “Oggi – dicono – nella giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne – ricordiamo tutte le lotte delle donne coraggiose che hanno dedicato le loro vite alla costruzione di un altro mondo. Un mondo dove patriarcato e misoginia non fan parte della societa’, una vita libera e meravigliosa nella quale gli esseri umani possano vivere. In questo giorno celebriamo tutte le lotte in tutto il mondo e i loro successi, e lottiamo contro il sistema capitalista patriarcale e la sua aggressione inumana nei confronti delle donne”.

Da parte di tutte le persone, a tutti I livelli, dai rappresentanti delle istituzioni a chiunque scenda in piazza, l’invito costante e’ a scendere nelle strade di tutto il mondo e denunciare quello che sta accadendo, mobilitarsi per difendere il Rojava perche’ – spiegano – non bisogna pensare che sia inutile, al contrario, mettere una grande pressione ai governi degli stati occidentali complici, alleati di Erdogan, puo’ essere decisivo e contribuire concretamente a fermare questa guerra.”

#20rojava22

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

bombardamentierdoganRadio onda d'urtoRojavaturchia

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Hollywood Strike: firmato un contratto storico

Dopo 146 giorni si conclude lo sciopero portato avanti dagli sceneggiatori e sceneggiatrici di Hollywood, grazie al sostegno del sindacato SAG.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia, 150 piazze contro la polizia razzista e assassina

Migliaia di persone hanno sfilato in Francia contro il razzismo sistemico e la violenza della polizia

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Levante: qual e’ lo stato di salute dell’economia cinese?

Il punto sullo stato di salute dell’economia della Cina dopo l’estate e sulle traiettorie, interne ed esterne, verso la fine del 2023 e il 2024.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il punto sulla Palestina: sempre più apartheid e l’arresto di Khaled El-Qaisi

Il 31 Agosto, dopo una vacanza di un paio di settimane o poco più, Khaled assieme alla moglie Francesca e il figlio di quattro anni si sono diretti in Cisgiordania al ponte di Allenby, per fare rientro in Giordania per poi poter partire in aereo da Amman.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Mehmet Dizin è stato preso in custodia per l’estradizione in Italia

Con accuse inventate dalle autorità turche, Mehmet Dizin, che vive in Germania dal 1980, è stato arrestato mentre si trovava in vacanza in Italia ed è ora in attesa di estradizione in Turchia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestinesi e sauditi si uniscono contro la normalizzazione con l’apartheid israeliano

Il Comitato Nazionale Palestinese BDS (BNC) si schiera con la maggioranza del popolo fraterno dell’Arabia Saudita nella sua schiacciante condanna degli sforzi di normalizzazione tra la dittatura saudita e l’apartheid israeliano.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kurdistan: si intensificano su tutti i fronti gli attacchi degli stati-nazione contro la rivoluzione confederale

Sebbene il movimento rivoluzionario per la libertà attivo in Kurdistan sia costantemente sotto la minaccia non soltanto della Turchia, ma di tutti gli stati-nazione capitalisti dell’area, i movimenti di truppe che negli ultimi giorni si stanno verificando su tutti i lati di questo accerchiamento, uniti all’intensificarsi, di settimana in settimana, degli attacchi, su più fronti, fanno temere un’ulteriore escalation e devono essere seguiti con attenzione per diversi motivi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Perché Khaled fa paura a Israele

Cittadino italiano e palestinese, Khaled el Qaisi, studente di Lingue e civiltà orientali all’università la Sapienza di Roma e traduttore di testi preziosi come quelli di Ghassan Kanafani, è rinchiuso in un carcere israeliano. Fino ad oggi nessuna autorità ne ha spiegato le ragioni.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Australia, Referendum “The Voice”: riflessione sul corteo di Sydney a sostegno della voce aborigena all’interno della Costituzione australiana. 

Nonostante il caldo di Sydney sono in migliaia a radunarsi domenica 17 settembre ore 14:00 al Redfern Park, per partecipare alla marcia in sostegno del referendum del 14 ottobre 2023 che promette di dare una voce aborigena all’interno della Costituzione Australiana. L’afflusso delle persone al concentramento è accompagnato dagli interventi dal palco, tra cui la […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Nagorno-Karabakh: disarmo totale e resa incondizionata della resistenza armena dopo l’offensiva azera. Rimane alta la tensione

La resa incondizionata, con la deposizione delle armi e il cessate il fuoco – messo in discussione dall’agguato, non rivendicato, contro i russi – giunge dopo l’attacco azero di ieri, con 32 vittime, tra cui 7 civili e oltre 200 feriti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Rapporto sui diritti umani: Le denunce di tortura in Turchia sono aumentate del 22%, la maggioranza proviene dalle regioni curde

La Fondazione turca per i diritti umani (TİHV) ha rivelato un aumento del 22% delle denunce legate a tortura e maltrattamenti nel corso del 2022. Si sospetta che una maggioranza significativa delle denunce provenga da minacce e percosse motivate politicamente, con il 68,8% delle richieste provenienti da regoni a maggioranza curda.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’Italia arma Erdogan per la campagna di sterminio del popolo kurdo

L’Italia ha autorizzato vendite di sistemi di morte al regime turco per il valore di 582 milioni di euro.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kurdistan: preparativi per una nuova invasione?

Cosa vuole il governo fascista di Erdoğan da Baghdad e Hewlêr? Sta preparando piani di occupazione per aree come Gare e chiede sostegno per esse? Sta anche pianificando nuovi attacchi a Maxmur e Shengal? È chiaro che il KDP sta giocando con il fuoco.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La progettata diga turca sul Tigri a Cizre potrebbe danneggiare l’ambiente e le comunità curde

Il progetto della “diga di Cizre” sul fiume Tigri nella provincia a maggioranza curda di Şırnak (Şirnex) è stato approvato, suscitando preoccupazioni per la distruzione ecologica e la potenziale crisi idrica nella regione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Libertà per chi? Il Corano, la Nato e gli imbarazzi svedesi

Risparmiato dalle ondate di calore, il clima svedese è nondimeno surriscaldato dalla crisi internazionale accesa (è il caso di dirlo) dai roghi del Corano che si sono verificati negli ultimi mesi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La persecuzione turca contro il popolo curdo colpisce in Italia

Negli scorsi giorni Devrim Akcadag, cittadino tedesco di figlio di kurdi, è stato arrestato dalla Digos di Sassari in ottemperanza a un mandato di arresto per “terrorismo” e di una richiesta di estradizione emessi “dalle autorità turche”. Si trova in Sardegna per passare le vacanze con la figlia, lasciando il suo lavoro a Berlino di traduttore all’università di Berlino.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gerîla Tv pubblica un filmato d’azione di YJa Star in Girê Cûdî

Il portale online Gerîla TV ha pubblicato un video di un’azione di guerriglia da parte delle YJA Star (Associazioni delle donne libere) nella zona di resistenza di Girê Cûdî nel Kurdistan meridionale.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Turchia: la battaglia della foresta contro la miniera di carbone

Per due anni, gli abitanti della regione di Muğla hanno tenuto sotto controllo 315 ettari di bosco, dove la società turca YK Energy sta cercando di espandere la sua miniera di carbone.