Sciopero in tutto il Brasile, bloccato il porto di Santos
Non si fermano scioperi e mobilitazione in un Brasile sempre più desideroso di voltare pagina. Nuove mobilitazioni contro il governo erano in programma ieri in una ventina di Stati del Brasile e sono state anticipate da uno sciopero cominciato nel porto sud-orientale di Santos, a San Paolo, lo scalo marittimo più importante dell’America Latina.
A Santos gruppi di lavoratori che invocavano miglioramenti salariali protestando contro una nuova norma per regolamentare il settore hanno bloccato l’accesso al porto interrompendo le operazioni di carico dei container.
I sindacati respingono un decreto presidenziale approvato a giugno mirato ad attrarre investimenti per ampliare e modernizzare i congestionati porti del gigante sudamericano. Il testo stabilisce nuove regole per le concessioni di porti pubblici e l’apertura di porti privati, aprendo il mercato anche a imprenditori non iscritti all’Organo di gestione della manodopera e ha già sollevato dure critiche.
La mobilitazione di Santos introduce la “Giornata nazionale delle lotte”, convocata dai cinque sindacati più importanti del paese, pur divisi da diversi orientamenti politici. L’obiettivo è però comune: ottenere la riduzione della giornata lavorativa, l’aumento delle pensioni di anzianità e più in generale migliori condizioni.
Anche in questo caso scenderanno in piazza i lavoratori portuali: secondo i sindacati il Brasile ha 34 porti pubblici e 129 a gestione mista che danno lavoro a 80.000 persone. Proteste sono previste, tra l’altro, a San Paolo, Rio de Janeiro, Brasilia, Belo Horizonte, Porto Alegre, Salvador e Recife.
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