Sudafrica, si allargano gli scioperi per gli aumenti salariali
La lotta dei minatori esplosa lo scorso anno in Sudafrica è stata da esempio per nuove categorie di lavoratori che in più parti del paese stanno incrociando le braccia rifiutandosi di lavorare per paghe da fame.
Due giorni fa si è concluso con una vittoria lo sciopero dei lavoratori impiegati presso le industrie di assemblaggio delle grandi compagnie automobilistiche: dopo tre settimane di protesta, domenica il sindacato ha annunciato la ripresa dei lavori a partire da lunedì in seguito all’ottenimento di aumenti salariali del 30% per i lavoratori del settore.
Ma la fine di uno sciopero è coinciso immediatamente con l’inizio di un altro e da lunedì è partita la protesta di altri settori dell’industria automobilistica, in questo caso degli addetti alle riparazioni, ai quali si sono aggiunti anche i benzinai delle stazioni di servizio. Si calcola che in tutto siano più di 300.000 i lavoratori sudafricani coinvolti dallo sciopero attuale, capaci dunque di incidere con forza sui meccanismi e le esigenze di consumo del paese (soprattutto per quanto riguarda i distributori di benzina).
Un dato, questo, che, associato alla recente vittoria ottenuta con la lotta di tre settimane dei lavoratori delle grandi case automobilistiche, non potrà lasciare inascoltate le rivendicazioni di condizioni di lavoro dignitose che si stanno levando in tutto il Sudafrica.
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