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Sudafrica, si estende la protesta dei minatori. La polizia uccide altre due persone

Ieri la protesta dei minatori ha incontrato ancora una volta la feroce repressione poliziesca, che ha arrestato 22 dei manifestanti e ha causato altri due morti (dopo i 45 della strage di agosto).

Una delle due vittime è un lavoratore che stava scioperando nei pressi della città di Rustenberg, sede di una miniera di proprietà della multinazionale Anglo American Platinum: secondo quanto emerso finora, l’uomo sarebbe stato investito da un blindato della polizia che l’ha trascinato in terra per diversi metri; ricoverato in ospedale è poi morto dopo alcune ore.

L’altra vittima della repressione della protesta è invece una consigliera dell’Anc (l’African National Congress, attualmente al governo), morta ieri per le ferite riportate nella giornata di sabato, quando la polizia ha aperto il fuoco da un blindato colpendo lei e un’altra donna che si trovavano a passare nella città di Wonderkop, dove era in corso una protesta di minatori.

Dopo la Lonmin, dunque, un’altra multinazionale si ritrova a far fronte alla protesta contro le condizioni di sfruttamento in cui i minatori sono costretti a lavorare: ieri per tutto il giorno i lavoratori della Anglo American Platinum hanno fronteggiato i lacrimogeni e i proiettili di gomma della polizia, costringendo l’azienda a minacciare azioni legali se l’attività lavorativa non fosse ripresa al più presto.

Blocco dei lavori e proteste sono in corso anche in altre due miniere, di proprietà di altrettante multinazionali straniere (la Gold Fields e la Anglo Gold Ashanti).

L’ondata di protesta sollevatasi a Marikana sembra dunque aver dato il via ad una reazione a catena che potrebbe mettere in seria difficoltà il controllo delle multinazionali dell’oro sul territorio sudafricano.

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