Tregua incerta, continuano raid aerei e lanci razzi
E’ una tregua incerta quella in vigore, anche se non ufficialmente, da ieri sera tra Israele e gruppi armati palestinesi di Gaza. Stamani un nuovo raid aereo israeliano ha colpito il nord di Gaza facendo alcuni feriti. Nuovi lanci di razzi Qassam e Grad verso il territorio meridionale di Israele si sono registrati nel corso della notte e anche stamani all’alba. Il movimento islamico Hamas fa sapere che il cessate il fuoco verrà rispettato, così come chiedono gli egiziani che fanno da mediatori con Israele per porre fine alla escalation militare cominciata dopo gli attentati di giovedì scorso nel deserto del Neghev in cui sono morti 8 israeliani. Sono almeno 15 invece i palestinesi uccisi dalla rappresaglia israeliana. Più complesso sarà riportare la calma proprio nelle relazioni tra Tel Aviv e il Cairo, vicine alla rottura nei giorni scorsi a causa dell’uccisione da parte di Israele di cinque guardie di frontiera egiziane. Il Consiglio delle Forze Armate che controlla l’Egitto dalle dimissioni dell’ex presidente Mubarak, ieri ha assicurato la delegazione ad altro livello giunta dallo Stato ebraico che i rapporti tra i due paesi restano saldi ma i militari devono fare i conti con i crescenti sentimenti anti-israeliani tra gli egiziani e in buona parte del mondo politico. Al Cairo tutti chiedono l’espulsione dell’ambasciatore di Israele.
E’ perciò divenuto un eroe nazionale Ahmad Shehat, l’«uomo ragno» che sabato ha scalato i 17 piani dello stabile in cui ha sede la missione diplomatica israeliana, ha bruciato la bandiera dello Stato ebraico e l’ha sostituita con il tricolore egiziano. «Ho approfittato della distrazione dei militari per il cambio della guardia – ha raccontato Shehat – e ho superato il servizio di controllo che circonda il palazzo. Quando ho cominciato a scalare l’edificio, un ufficiale di polizia mi ha gridato di tornare indietro ma ha subito rinunciato per la pressione e le grida di festa dei miei compagni». Un’altra impresa anti-Israele è stata compiuta da hackers egiziani, penetrati nel sito web di una radio israeliana sul quale hanno inserito un messaggio per ricordare che «non saranno perdonate le uccisioni da parte di Israele di altri militari egiziani».
Ancora più pesante la reazione della Lega Araba, il cui segretario generale, Nabil El Arabi, ha definito un «crimine di guerra» i raid israeliani contro Gaza ed ha chiesto all’Onu procedure urgenti per fermare l’offensiva.
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