Turchia, arrestato attivista italiano pro-Kurdistan
Ieri alle ore 19.00 all’aeroporto internazionale Atatürk di Istanbul è stato fermato e trattenuto Antonio Olivieri presidente dell’Ass. “Verso il Kurdistan”.
Dopo il rifiuto di alcuni giorni fa all’ingresso in Turchia dell’italiano, Francesco Marilungo, interessato alla cultura e alla lingua curda, il governo turco prosegue nella sua politica di espulsione preventiva dei militanti internazionali diretti in Kurdistan come osservatori internazionali con il compito di osservare e nel limite delle loro possibilità, impedire che vengano perpetrate ingiustificate violenze contro la popolazione Kurda. In particolare durante la celebrazione del Newroz (Nuovo giorno), un’antica festa di primavera dei popoli mesopotamici, che per la popolazione curda coincide con il loro capodanno. Una mobilitazione di popolo questa che, attingendo alla celebrazione della leggenda che narra della ribellione contro un re dispotico e sanguinario, trova la forza di sfidare la repressione delle autorità turche.
Attualmente ad Antonio Olivieri, a cui sono stati ritirati i documenti dopo essere stato perquisito e rinchiuso in una stanzetta con altre sette persone, non è stato concesso di vedere i suoi avvocati ai quali è stato però comunicato che sarà rispedito in Italia “per motivi di sicurezza”.
I rappresentanti della delegazione, che anche quest’anno è composta da numerosi italiani, hanno contattato immediatamente l’ambasciatore italiano ad Istanbul, per sollecitarne l’intervento, e la neo presidente della Camera Onorevole Laura Boldrini affinché il Parlamento italiano appena insediatosi si attivi con urgenza per verificare le condizioni del trattenimento e del respingimento in frontiera di Antonio Olivieri. Non solo: alcuni attivisti presenti a Istanbul chiedono una revisione dei rapporti con il governo turco, “fino a quando questo violerà insieme ai diritti del popolo kurdo anche i diritti di quei cittadini europei solidali che si adoperano per la pace e la soluzione della questione kurda”.
Il Newroz 2013 appare da subito ancor più difficoltoso degli altri anni. Non solo per il fermo di Olivieri e di altri militanti o giornalisti che vogliono essere presenti, ma anche per il livello di attenzione militare rivolto in questi ultimi mesi dal governo turco verso quelle zone adiacenti al confine siriano.
“Speriamo – continuano gli attivisti – che come le autorità si sono prodigati per la difesa e il rimpatrio dei marò arrestati in India, abbiano il medesimo comportamento per quegli italiani che con la propria presenza difendono il rispetto del diritto internazionale”.
da NenaNews
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