Turchia, è rivolta contro Erdogan e corruzione; barricate e scontri [in aggiornamento]
La sensazione, a otto mesi di distanza del “fenomeno Gezi”, è che la massa di persone decisa ad opporsi alla linea dura e ai meccanismi di corruzione di un governo sempre più in empasse sia aumentata. Forse non il milione di persone annunciate ad Istanbul nei manifesti di indizione, ma comunque decine e decine di migliaia.. manifesti che tra l’altro, in sintonia con le piazze di altri paesi, richiamano all’ immaginario della maschera di G. Fawkes, ed alla V cerchiata simbolo della Vendetta. “E’ ora di tornare in strada e restarci”,recitano alcuni dei manifesti, e l’indicazione pare essere stata ben recepita dalle piazze. Di fronte a una Taksim pesantemente militarizzata, i manifestanti stanno ingaggiando da ore uno scontro a tutto campo
(pagina in aggiornamento)
sabato 28 Dicembre:
h 16 locali: al momento sarebbero una settantina le persone arrestate nel Paese a seguito degli scontri di ieri; l’ordine degli avvocati punta ancora una volta il dito contro l’operato della polizia.
Un lungo fine settimana caldo attende Istanbul, Ankara e e le altre città in mobilitazione contro Erdogan e la corruzione governativa. Un fiume in piena di centinaia di migliaia di persone si è riversato nelle strade senza mai piegarsi alla forza della polizia, rispondendo per oltre dieci ore con barricate e autodifendendo le iniziative di protesta.
Se nei piani alti la situazione continua a rimanere tesa, con un braccio di ferro oramai sotto gli occhi di tutti tra il principale partito al Governo, AKP, e il Consiglio della Magistratura, nel primo pomeriggio di sabato è da registrare la protesta dei giornalisti accreditati di numerosi media che,come in passato, hanno deciso di incrociare le braccia contro la censura preventiva.
h 00:30 locali circa: passata la mezzanotte le strade del centro di Istanbul sono ancora gremite di manifestanti che si riaffacciano sul Viale Istiklal a dispetto dell’uso spropositato di gas lacrimogeni ; la polizia in assetto antisommossa ha rimosso alcune barricate, che puntualmente sono state erette in fretta e furia dai manifestanti decine di metri addietro. Giunge la notizia di alcuni avvocati, da tempo in prima fila nelle lotte contro l’autoritarismo del Governo, arrestati del tutto arbitrariamente. Cariche della polizia e lancio di lacrimogeni fin dentro edifici, ristoranti e locali notturni, che rievocano i momenti più concitati dell’ Estate trascorsa.
Anche a Izmir, città operaia vivacissima nell’ultimo mese di lotta, in migliaia decidono di resistere in strada sfidando i Toma. Scontri ed almeno quattro arresti lungo via Kizilay ad Ankara.
h 21 locali circa: si conterebbero decine di arrestati nella sola Istanbul. Alle cariche della polizia con lacrimogeni, idranti e proiettili di gomma, corrispondono sassaiole contro i Toma, barricate infuocate, fitti cordoni per proteggere le persone anziane e più deboli. Il tutto mentre il premier Erdogan, dopo essere stato atteso all’aeroporto Ataturk di Istanbul da migliaia di suoi tenaci sostenitori, tiene un lungo comizio.
Erdogan ha puntato il dito contro l’operato della magistratura e la forza decisionale che questa si garantirebbe scavalcando la volontà popolare e le gerarchie governative e poliziali.
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