InfoAut
Immagine di copertina per il post

Una prospettiva palestinese… non sentirete nulla di simile sulla Bbc!



 

Cari tutti,

Vi sto mandando una traduzione dell’e-mail che ho mandato ad alcuni amici mercoledì notte quando tutto è iniziato. Continuerò a tenervi aggiornati su questo incubo che è appena iniziato, per favore fatemi sapere se preferite non ricevere più questi aggiornamenti. Israele sta compiendo l’ennesimo attacco a Gaza da mercoledì pomeriggio. Mercoledì a mezzanotte, ora palestinese, a sole poche ore dall’inizio dell’operazione, i morti palestinesi erano già 8 (tra cui un neonato di 11 mesi e un bambino di 3 anni) e più di 64 feriti (tra cui più di una dozzina di bambini). Ma queste sono solo le vittime del primo giorno.

Gli attacchi sono continuati, Israele ha già richiamato i riservisti, preparandosi ad una escalation militare che potrebbe essere imminente. Questa volta il massacro si chiama “Operazione Pilar Defense”. Ogni volta che ci sono elezioni in Israele (anche questa volta sono vicine), si verificano attacchi indiscriminati a Gaza. Infatti, l’attacco era atteso dal momento che alcuni giorni fa Israele ha cominciato a bloccare l’accesso di materiale medico/sanitario in Gaza. Alcuni giorni fa Israele ha anche aumentato il ritmo di lavoro della sua industria bellica, la stessa che lavora 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana durante tutto l’anno, e che in momenti come questo lavora in regime straordinario. Israele cerca di raccontare al mondo di essere vittima dei razzi lanciati da Gaza da parte dei Palestinesi che, ovviamente, non sono altro che terroristi; cerca di raccontare di avere non solo il diritto ma anche il dovere di difendere i civili isrealiani, racconta di essere l’unica democrazia del medio oriente e di possedere “l’esercito più etico del mondo”, dovremmo ringraziarli per portare avanti un lavoro così utile di pulizia sociale. Tra poco comincieranno tutti a parlare di “guerra” nel tentativo di normalizzare ciò che è semplicemente una cosa normale.

Ma i razzi non nascono per generazione spontanea. Israele nasconde accuratamente di possedere il controllo di tutta Gaza via terra, mare e aria a partire dall’occupazione militare cominciata nel 1967; che nonostante la ritirata dei coloni ebrei dalla Striscia di Gaza nel 2005, Gaza rimane vittima di un blocco brutale e Israele controlla ogni singolo oggetto che entra nella Striscia, fino al punto di controllare l’apporto calorico giornaliero dei cittadini di Gaza, per assicurarsi di mantenere tale livello appena sopra il livello di malnutrizione; che Gaza è una prigione a cielo aperto dove 1,7 milioni di persone vivono in un’area di 365 metri quadrati, di cui il 50% sono sotto i 18 anni, e che si tratta di una richiesta quantomento irrealistica di tenerli in queste condizioni e pensare di tenerli calmi, senza proteste, specialmente quando l’80% dei essi si avvalgono di assistenza umanitaria per sopravvivere; che, nonostante l’esercito di Israele sia dotato della più avanzata tecnologia disponibile, ogni volta che attaccano Gaza, è la causa di un alto numero di vittime “casuali” civili, che sono ovviamente classificati come semplici danni collaterali, e vogliono farci credere che sia una semplice coincidenza. Infatti, anche se dichiarano che lo scopo dell’operazione sia distruggere Hamas, nel primo giorno hanno ucciso già due bambini su 8 vittime totali, di cui uno solo era un militante di Hamas. Come sempre, la posta in gioco non è semplicemente un attaco occasionale contro i miliziani palestinesi, ma il tentativo di infliggere una punizione collettiva alla popolazione civile di Gaza. Israele non è l’unica democrazia del Medio Oriente, in realtà è difficile definirla come tale nel momento in cui nega i più basilari diritti umani ad un intero popolo che è stato scacciato dalle proprie case e mantenuto sotto occupazione militare. Né possiede l’esercito più etico del mondo ma la macchina da guerra più potente e tutte le armi necessarie (a partire dal sistema educativo fino all’esercito) per avere uno degli stati più militarizzati del mondo, in cui le persone acconsentono a vendere le proprie libertà personali e collettive nel nome della sicurezza più insicura. Pronti ad ascoltare ancora più bugie, bugie che sono un’altra arma di questo massacro che è iniziato alcuni anni fa e che continua grazie alla passività della comunità internazionale.

Questa volta, inoltre, Israele sta mettendo alla prova le reazioni della seconda amministrazione Obama e del nuovo governo egiziano. Ora vedremo se la primavera araba avrà portato un qualche cambiamento reale al fragile equilibrio delle forze nella regione. Nessun cambiamento da parte degli USA: fino ad ora, si sono solo preoccupati dei razzi lanciati da Gaza verso le città israeliane, ed hanno ratificato il diritto di Israele all’autodifesa. Dall’altro lato, il ministro degli esteri egiziano ha convocato l’ambasciatore israeliano in Egitto per consultazioni. Nel frattempo, il presidente dell’Autorità Palestinese sta facendo pressioni per votare lo status di osservatore all’ONU per la Palestina più avanti nel mese.

Fino a poco fa il bombardamento di Gaza è proseguito, così come i razzi da Gaza verso Israele. Da casa possiamo udire alcuni aerei militari. In fin dei conti, questa terra non è poi così ampia.

Sperando che quest’incubo abbia presto termine,

‘Il cittadino medio di Oceania non posa mai gli occhi su un cittadino sia di Eurasia che di Estasia, e gli è proibita la conoscenza delle lingue straniere. Se gli venisse permesso il contatto con gli straniere scoprirebbe che sono creature simili a lui che che la maggior parte di ciò che gli è stato detto su di loro sono menzogne. (…) Le principali frontiere non devono mai essere attraversate da nulla ad eccezione delle bombe’ (George Orwell, 1984.)

 

ps: (Si ringrazia per la segnalazione la rete Payday).

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

gazapillar cloudstraduzioni

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele e Turchia premono sulla Siria del Sud-Ovest e del Nord-Est

In queste giornate di repentini cambiamenti vogliamo fare il punto con Eliana Riva, caporedattrice del giornale di informazione Pagine Esteri, rispetto a due elementi di particolare pressione sul territorio siriano, ossia Israele da un lato e la Turchia dall’altro.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kobane pronta a resistere all’imminente invasione guidata dalla Turchia

Le Forze Democratiche Siriane (SDF), martedì, hanno lanciato un duro monito contro l’imminente invasione di Kobane da parte della Turchia. Sottolineando la storica resistenza della città, le SDF hanno giurato di difenderla insieme al suo popolo, facendo appello alla solidarietà internazionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: la Turchia ammassa le truppe al confine e bombarda Kobane

Siria. La Turchia continua ad ammassare truppe al confine per invadere con le sue milizie jihadiste la città di Kobane, simbolo della lotta anti-Isis e della rivoluzione confederale del nord-est siriano. Da questo martedì 17 dicembre in corso anche bombardamenti di artiglieria sulla città.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: la sfida di una ricostruzione indipendente dagli interessi imperialisti

Abbiamo posto alcune questioni a Yussef Boussoumah, co-fondatore del Partito degli Indigeni della Repubblica insieme a Houria Bouteldja e ora voce importante all’interno del media di informazione indipendente Parole d’Honneur a partire dalla caduta del regime di Bachar Al Assad in Siria.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La fine di Assad e l’inizio del califfato all’ombra di Ankara scompongono il mosaico siriano

La repentina caduta del regime alauita degli Assad riporta alla luce le fratture della Siria postcoloniale, frutto malsano dell’accordo Sykes Picot del 1916 fra Francia e Gran Bretagna, che ha diviso in modo arbitrario i territori che appartenevano all’impero ottomano.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gli USA minacciano la Siria: via le sanzioni solo se Damasco abbandonerà Teheran

Caduta Aleppo, si combatte intorno a Hama. Ieri migliaia di miliziani di Ha’yat Tahrir al Sham (Hts) e di altre formazioni jihadiste appoggiate dalla Turchia hanno ripreso ad avanzare verso la città un tempo roccaforte dell’islamismo sunnita. Incontrano la resistenza delle forze governative che sembrano aver in parte ricompattato i ranghi dopo il crollo ad […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Oltre 800 banche europee investono 371 miliardi di euro in aziende che sostengono gli insediamenti illegali in Cisgiordania

La Coalizione Don’t Buy Into Occupation nomina 58 aziende e 822 istituti finanziari europei complici dell’illegale impresa di insediamenti colonici di Israele.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: jihadisti filo-turchi entrano ad Aleppo. Attacata anche la regione curda di Shehba

In Siria a partire dal 27 novembre, milizie jihadiste legate alla Turchia hanno lanciato un’offensiva dalla regione di Idlib e raggiungendo i quartieri occidentali di Aleppo. Come sottolinea ai nostri microfoni Jacopo Bindi, dell’Accademia della Modernità Democratica, l’Esercito nazionale siriano, responsabile di attacchi nella regione di Shehba, è strettamente legato ad Ankara. Questo gruppo, che […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Una fragile (sanguinosa) tregua

Alle 10 di questa [ieri] mattina è partita la tregua di 60 giorni (rinnovabile) tra Israele e Hezbollah, orchestrata dagli Stati Uniti e in parte dalla Francia. Una tregua fragile e sporca, che riporta la situazione ad un impossibile status quo ex ante, come se di mezzo non ci fossero stati 4000 morti (restringendo la guerra al solo Libano) e 1.200.000 sfollati su un paese di circa 6 milioni di abitanti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Entra ufficialmente in vigore il cessate il fuoco tra Libano e Israele

Riprendiamo l’articolo di InfoPal: Beirut. Il cessate il fuoco israeliano con il Libano è entrato ufficialmente in vigore mercoledì alle 4:00 del mattino (ora locale). Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato martedì sera che il suo governo ha approvato un accordo di cessate il fuoco con Hezbollah in Libano, dopo settimane di colloqui […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Basta armi a Israele! Contro l’Occidente genocida, colonizzatore e guerrafondaio! Resistenza fino alla vittoria!

Di seguito pubblichiamo l’appello per la manifestazione regionale di sabato 16 novembre che si terrà a Torino.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Sul dibattito verso il 5 ottobre

Fatichiamo a comprendere il dibattito che si è aperto in vista del corteo del 5 ottobre contro il genocidio in corso a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gli attacchi missilistici di Hezbollah causano “distruzione massiccia” nel nord di Israele, mentre gli aerei da guerra sionisti scatenano il caos nel sud del Libano

Il 19 settembre gli aerei da guerra israeliani hanno lanciato attacchi pesanti e indiscriminati nel sud del Libano, mentre Hezbollah ha alzato il tiro contro le colonie ed i siti militari israeliani del nord.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Esplosioni in Libano: si apre un nuovo capitolo del genocidio

Dopo le prime esplosioni di migliaia di cercapersone in dotazione a membri di Hezbollah avvenute in Libano, un’ulteriore ondata di esplosioni in contemporanea, di walkie talkie e pannelli fotovoltaici, è stata segnalata dai media libanesi nei giorni scorsi, causando la morte di almeno 20 persone e ferendone a migliaia, anche in Siria.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Elezioni in Regno Unito. L’analisi del voto e gli scenari di scontro possibile

Abbiamo chiesto a George, del collettivo politico e d’inchiesta militante Notes From Below, una panoramica sui risultati delle elezioni in UK e sulle conseguenze politiche per l’area britannica.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Quella di ieri è stata una giornata di lotta potentissima per l’Intifada studentesca!

Siamo partitə da Palazzo Nuovo occupato con un corteo di 2000 persone che si è ripreso le strade della città alzando il grido “Palestina libera”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La preghiera del venerdì a Palazzo Nuovo : un bel bagno di realtà.

Cosa ci insegna la Palestina. Questo è stato il contenuto politico del discorso di Brahim Baya a Palazzo Nuovo occupato all’interno del momento di preghiera di venerdì scorso tenutosi in Università.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Unito: la vergogna delle esternalizzazioni crea precarietà alle lavoratrici.

Nel lottare per la liberazione del popolo Palestinese non vogliamo chiudere un occhio davanti allo sfruttamento dei lavorator3 esternalizzat3 di Unito.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Università per Gaza (encore)

Puntata speciale in diretta da Palazzo Nuovo a Torino, facoltà occupata da alcuni giorni all’interno dell’ondata di mobilitazioni partita dai campus statunitensi e giunta nelle ultime settimane in Europa

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siamo di fronte al movimento studentesco globale della nostra epoca?

Le mobilitazioni in sostegno alla Palestina che attraversano le università in tutto il globo stanno indicando alcune questioni fondamentali.