Usa, ancora un afroamericano ucciso dalla polizia. Nuove proteste a NY
Questa “guerra a bassa intensità” è funzionale a mantenere il controllo sociale sulla comunità nera tramite un utilizzo intenzionale e repressivo degli apparati di sicurezza dello Stato. Negli ultimi mesi, però, questo meccanismo si è inceppato: le prime mobilitazioni di Ferguson e le grandi manifestazioni degli ultimi giorni hanno dimostrato come una larga parte della società americana non sia più disponibile ad accettare questa violenza senza reagire.
Dopo la mancata autorizzazione del Gran Jury di procedere contro il poliziotto che nel luglio scorso ha ucciso Eric Garner soffocandolo, è di ieri la notizia che lunedì scorso la polizia di Phoenix, in Arizona, ha ucciso un altro afroamericano disarmato, Rumain Brisbon di 34 anni, dopo averlo fermato per sospetto spaccio di droga. Peccato che Rumain in tasca avesse solo una scatola di medicine.
La notizia ha innescato una reazione a catena in tutte le maggiori città del paese, che già ieri si erano mobilitate per Eric Garner al grido di “We can’t breathe!”. Proprio a Phoenix almeno 200 persone hanno marciato verso il dipartimento di polizia bloccando il centro cittadino, mentre a Chicago, Denver e Minneapolis sono state bloccate le autostrade intorno alle città. Manifestazioni anche a Oakland, Portland (con numerosi arresti), Dallas, Boston, San Francisco, Boston, Washington (dove un corteo si è diretto verso Capitol Hill) e Seattle (con scontri e aggressioni da parte della polizia).
New York rimane la metropoli in cui le proteste si sono fatte più intense e capillari, con migliaia di persone in strada per due notti di fila. Uno degli obiettivi del corteo della scorsa notte è stato il ponte di Brooklyn, bloccato da centinaia di manifestanti tra cui la madre del 18enne Ramarley Graham, ucciso nel 2012 da un poliziotto nel Bronx. Nel corso della nottata sono stati inoltre bloccati diversi tunnel, la West Side Highway e il terminal dei traghetti a Staten Island, nonostante l’atteggiamento aggressivo della polizia che ha tentato più volte di fermare le proteste sbarrando la strada ai manifestanti e sbattendoli contro le automobili. Cortei e flash mob spontanei sono comparsi in diversi quartieri della città, e al grido di “No justice, no peace, no racist police” sono state trasportate delle finte bare con i nomi delle persone uccise dalla polizia.
Il bilancio della nottata è di più di 80 arresti, con l’amministrazione locale in forte imbarazzo e costretta ad appoggiare i motivi della protesta, seppur in maniera strumentale, nel tentativo di fare scemare le mobilitazioni. Non è da escludere che nei prossimi giorni nuovi cortei e iniziative prendano piede in diverse città.
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